Ticino
Primo agosto
I «botti» sul Ceresio chiudono idealmente una giornata di festeggiamenti, allocuzioni dei politici e omaggi per il Natale della Patria – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:29
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Il grande spettacolo pirotecnico di Lugano, ancora
Altre foto dello spettacolo pirotecnico sul Ceresio. Questa volta, a mandarcele è un'astrofotografa, Luca Bartek, che invece di puntare i suoi telescopi verso le meraviglie dello spazio, da Porza, ha puntato uno dei suoi strumenti verso Lugano per immortalare gli splendidi fuochi del Primo agosto. Il risultato, beh, lo lasciamo giudicare a voi.
23:17
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Il grande spettacolo pirotecnico di Lugano
Eccoli, i fuochi. Al di là delle polemiche e delle discussioni attorno al loro utilizzo, lo spettacolo offerto questa sera a Lugano è stato, una volta ancora, all'altezza della situazione. E della Svizzera. Ancora tanti auguri, care lettrici e cari lettori. E cara Confederazione.
22:18
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Alain Berset invita a ottimismo, fiducia e coraggio
Su invito della città di Losanna, il presidente della Confederazione Alain Berset ha tenuto questa sera a Ouchy il suo ultimo discorso del Primo agosto in qualità di membro del governo. Di fronte al Lemano, ha invocato coraggio, fiducia e ottimismo per il futuro.
Davanti a più di 80 invitati e a qualche migliaia di persone presenti in Place de la Navigation, il consigliere federale ha ancora una volta auspicato una Svizzera «ottimista, fiduciosa, coraggiosa e impegnata», malgrado tutte le crisi e le incertezze attuali. «Soprattutto, non ripieghiamoci su noi stessi», ha affermato nel suo discorso disinvolto e a tratti umoristico, durato circa venti minuti.
Tra gli impegni, ha citato l'apertura al mondo e agli altri, il coraggio di riformare e trasformare il Paese, la digitalizzazione del servizio pubblico, pensioni sicure e solide, i giovani, la parità di diritti, delle donne e la dignità umana, la scienza, la diversificazione e l'inclusione. Le risposte non dovranno mancare di «creatività», ha sintetizzato.
A livello più personale, ha ricordato che questo secondo discorso del Primo agosto a Losanna era il suo 25esimo da consigliere federale. Al suo arrivo, cessata la pioggia, ha colto l'occasione per ricordare che è stato responsabile di MeteoSvizzera per dodici anni.
Ha concluso il suo ultimo discorso con una citazione dello scrittore Georges Simenon: «Gli eventi memorabili non sono mai come ci si aspetta che siano».
La sua allocuzione ha seguito quella del sindaco di Losanna. Grégoire Junod ha reso omaggio al percorso politico del consigliere federale. In particolare, ha ringraziato Berset per la sua difesa della «coesione sociale e nazionale della Svizzera». «Lei ha onorato il nostro Paese», ha detto.
Non ha esitato di chiedere a Berset di fare ancora pressione da qui a dicembre per guadagnare qualche anno sul ritardo del cantiere della stazione di Losanna. «Ho preso nota di tutte le osservazioni sulla stazione e telefonerò ad Albert Rösti e gliene dirò quattro», ha risposto scherzosamente il «ministro».
21:30
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Filippo Lombardi ricorda la Francia
«Due settimane fa, in Francia, la celebrazione della festa nazionale del 14 luglio ha dovuto essere protetta da imponenti forze di polizia. Male, anche per noi, perché i valori di “liberté, égalité, fraternité” della repubblica francese ispirano anche la nostra festa federale, specie in Ticino, cantone che più di tutti deve alla Francia napoleonica il suo accesso a pieno titolo al livello di cantone sovrano nella Confederazione svizzera nel 1803, 220 anni fa».
Filippo Lombardi, presidente dell'HC Ambrì Piotta ma soprattutto municipale di Lugano, ha preso parola da Piazza Riforma. «Teniamoceli cari questi valori universali, come ci teniamo caro il nostro 1. Agosto elvetico, celebrazione simbolica e un po’ mitologica di un popolo che decide di unirsi per difendere la propria libertà e la propria indipendenza. È un mito, ci ammoniscono gli storici, ma gli uomini hanno sempre bisogno di quei simboli che danno ad ogni popolo la sua identità, e ai cittadini la coscienza del loro comune destino».
E ancora: «Quest’anno ricorre anche il 175.mo anniversario della Costituzione federale del 1848, che riportò la pace in Svizzera dopo la guerra civile del Sonderbund e ci diede l’equilibrio che ancora oggi fa delle nostre istituzioni le più solide, rispettate e invidiate al mondo, anche se spesso poco comprese. Questa Costituzione venne approvata il 12 settembre del 1848, e recentemente il nostro Consiglio Nazionale ha accolto una mozione che chiede di istituire un secondo giorno di festa nazionale, appunto il 12 settembre. Non credo che il Consiglio degli Stati, noto per la sua saggezza, seguirà questa proposta. Un giorno di festa in più fa sempre piacere a tutti, ci mancherebbe, ma non credo che ne abbiamo davvero bisogno. Abbiamo invece bisogno di ricordarci – accanto al forte simbolo del giuramento di uomini fieri e liberi il 1. agosto 1291 – anche del fortissimo segnale che ci manda la Costituzione del 1848, madre della Svizzera moderna. Perché una Costituzione non è un pezzo di carta come un altro, ma è la regola suprema che un popolo si dà liberamente per regolare i suoi rapporti interni e il suo funzionamento. E nel 1848 i nostri padri scelsero non solo la riaffermazione della libertà e dell’indipendenza della Svizzera, ma anche il modo rispettoso e democratico con cui gli Svizzeri vanno d’accordo fra di loro. E lo fece, dopo una guerra civile, con grande magnanimità di chi l’aveva vinta e grande rispetto verso chi l’aveva persa».
Questo è il genio della Svizzera moderna, ha spiegato Lombardi, «che troppe volte liquidiamo come banale spirito di compromesso. Basta accendere ogni giorno il telegiornale per vedere che il mondo intero soffre e muore per la sua incapacità di trovare delle soluzioni pacifiche, che rispettino le minoranze – e in primo luogo le minoranze linguistiche e religiose – e che permettano agli uomini e alle donne, quali che siano le loro personali convinzioni e identità, di vivere nella tolleranza, nel rispetto reciproco e nella comprensione. Fra tutti i popoli che hanno seguito il motto della Rivoluzione francese, alcuni hanno privilegiato il concetto di libertà, altri quello di eguaglianza. Ne sono nate nuove rivalità, fra sistemi che credono nelle libertà individuali, a cominciare da quelle economiche, e sistemi che cercano di imporre l’uguaglianza, con le buone se funziona e con le cattive se necessario. Rivalità che hanno condotto alla divisione del mondo in due blocchi che rischiavano di scatenare la terza guerra mondiale, un pericolo che pensavamo superato trent’anni fa e che purtroppo rivediamo di nuovo tragicamente vicino. In questa storia forse solo la Svizzera ha privilegiato all’estremo il terzo elemento del motto rivoluzionario francese, quello della “fraternité”, ovvero della fratellanza. Forti di una storia comune di settecento anni, negli ultimi due secoli ci siamo davvero impegnati a costruire un paese basato sul rispetto, sull’inclusione, sull’amicizia e sulla fratellanza».
Il discorso integrale può essere visto qui sotto.
21:15
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Guy Parmelin ottimista sulle scelte per la Svizzera
La Svizzera si trova ad affrontare sfide che richiedono soluzioni visionarie e coraggiose, ha dichiarato oggi il responsabile del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) Guy Parmelin nel suo discorso in occasione del Primo agosto a Cully (VD). Si tratta di perpetuare i valori del Paese radicati nella Costituzione federale.
Questa Costituzione, rivista completamente tre volte dal 1848, ha istituito la prima democrazia stabile in Europa, ha ricordato Parmelin. «Mi compiaccio di poter vivere in un Paese legato al rispetto dei diritti fondamentali, di equità, di pari opportunità, in un Paese indipendente e sicuro, aperto al mondo», ha dichiarato il consigliere federale.
Oggi il contesto mondiale è molto incerto. Le sfide non mancano, come crisi ambientali, energetiche o geopolitiche. Ma la ricerca di soluzioni è ostacolata da interessi internazionali non sempre trasparenti e da resistenze crescenti, dove maggioranze fanno sempre più fatica a delinearsi, sottolinea Parmelin.
«Sono lontani i tempi in cui un piccolo gruppo di meno di 20 persone in appena un mese elaborava la Costituzione del 1848», ha detto, ricordando che certi progetti, non solo ferroviari, talvolta richiedono un periodo di preparazione che supera ampiamente un quarto di secolo in Svizzera. Ma non ci si deve arrendere.
«Sono convinto che la determinazione e l'ottimismo facciano avanzare il mondo più dell'inerzia e del laisser-faire», ha aggiunto. Anche la popolazione vuole andare avanti. «Ciò rappresenta per me una fonte di grande fiducia per il nostro futuro e per le difficili scelte che ci impone».
20:00
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Marco Romano: «Non esiste il DNA del vero svizzero»
«È sempre un piacere ritrovarsi, stare insieme, in comunità, ancora di più quando si celebra un evento importante: oggi è la nostra Festa nazionale, il 1. agosto». Così Marco Romano, consigliere nazionale del Centro, ospite a Caslano. Romano ha puntato, inizialmente, sull'associazionismo, «basilarmente fondato sul volontariato, l’impegno civico e una struttura democratica-partecipativa, è un elemento chiave della Svizzera. Oggi dobbiamo celebrare e celebriamo anche questo. La Svizzera delle associazioni e delle organizzazioni, degli enti che uniscono e aggregano. La Svizzera di chi si unisce in un’attività collettiva. La Svizzera di chi si unisce per fare e dare alla comunità. Questo genera e mantiene vive l’identità e l’appartenenza».
Auguri, quindi, «a noi tutti che viviamo e alimentiamo lo spirito dello stare insieme in comunità, del dare alla comunità su vari fronti e in vari ambiti! Nulla di costrittivo, imposto da terzi, burocratico o centralista, ma migliaia di realtà uniche, democratiche, coinvolgenti e quindi identificanti. Prima di tornare su questa tematica che mi sta molto a cuore, möchte ich zu Beginn auch alle deutschsprachigen Gäste begrüssen, die sich entschieden haben, diesen wichtigen Abend mit der örtlichen Gemeinschaft zu erleben. Unser Nationalfeiertag ist in erster Linie auch und vor allem ein Fest der Gemeinschaft. Sie sind heute Abend hier und das ehrt Sie und uns. Sie haben das Tessin (den schönsten Kanton der Schweiz) für Ihre Ferien gewählt, und dafür sind wir Ihnen dankbar. Nutzen Sie diese Gelegenheit. Würdigen wir die Schweiz, als eine Gemeinschaft, in der das Zusammenleben, das Vereinswesen und die lokalen Gemeinschaften das Gegenmittel, gegen so viele Irrgänge sind, die wir um uns herum und in der Welt sehen».
Dopo il passaggio in tedesco, Romano ha aggiunto: «Abbiamo una popolazione estremamente eterogenea e variegata. Fondamentalmente, non esiste il DNA del vero o buon svizzero. Per fortuna dico io: i Paesi del “tutti uguali”, della “dottrina di Stato”, del “vero cittadino” e “del tutti chiusi su sé stessi” sono disgrazie. Noi, siamo un Paese piccolo, aperto al mondo, complesso e globalmente vincente. Non esiste il vero svizzero, perché siamo Svizzera e quindi svizzeri dal momento in cui scegliamo di vivere e di impegnarci, ognuno nel suo ambito, per qualcosa che sta sopra il “noi stessi”: l’altro, la comunità, il Paese; in maniera libera, volontaria e democratica. Il federalismo e la sussidiarietà garantiscono poi ampio margine di responsabilità e azione, penso ai Comuni e alle comunità locali. Qui, decine di migliaia di associazioni, organizzazioni, club sportivi, patriziati ed enti benevoli gestiscono le attività più disparate; nel pieno spirito elvetico di milizia. Fermiamoci un momento, pensiamo a tutto quanto fate e avete fatto; ai vostri parenti, conoscenti e vicini di casa. Quante attività accanto alla professione? Signore e signori, siete (siamo) una forza incredibile di individualità che si uniscono per fare, per dare, tempo, competenze, passione e amicizia alla comunità. Penso sia l’immagine più bella che un Paese vivo possa dare. Quando penso alla Svizzera, penso a questo. Non è scontato. È scritto anche nella cupola di Palazzo federale, con il motto in latino Unus pro omnibus, omnes pro uno. Così è nata la Svizzera e così vive ancora oggi. Un’identità collettiva che valorizza la pluralità, che non ha un solo colore o una sola lingua, che non impone un protocollo del “buon svizzero”, ma che mostra in ogni angolo del Paese come la collettività, spesso prima o accanto allo Stato, si fondi su tante individualità unite e impegnate per la comunità».
Non è solo un’immagine, ha ribadito Romano, «è una capacità produttiva dal valore monetario e sociale inestimabile. Pensiamo se dovessimo pagare al valore di costo tutto quanto produce l’associazionismo; il Paese si fermerebbe e romperebbe. Ed è proprio dove queste dinamiche si rompono che la comunità si disgrega, l’individualismo galoppa, le diversità si amplificano e si scontrano, il debole è spinto al margine, ci si dimentica di essere comunità e si perde lo spirito collettivo. L’identità individuale è unica e va preservata, ma quella di uno Stato è l’immagine di una collettività, di un legame di tanti individui, uno spirito di appartenenza e quindi identitario. Senza spirito e attività di comunità si rompono meccanismi che spesso oggi relativizziamo. Guardiamo a cosa è successo negli ultimi mesi in Francia (agli scontri tra giovani e tra comunità), alla ghettizzazione in molti Paesi europei, a grandi città con quartieri in cui prevalgono il disagio sociale e la povertà senza che lo Stato possa dare risposte e dove i meccanismi collettivi si sono rotti. Senza dimenticare la crescente violenza, in primis giovanile, che segna la vita di troppi giovani anche nel nostro Paese».
Sono fermamente convinto, ha aggiunto il consigliere nazionale, «che laddove abitano dinamiche di associazionismo, di collettività vissuta attivamente, di prossimità e condivisione anche nelle differenze, questi fenomeni pericolosi, tragici e distruttivi trovino meno terreno fertile e spesso si possano anche annullare. Dove c’è un vicino, una famiglia, un’associazione o un’organizzazione che riunisce, anima e aiuta, c’è maggiore forza di fare fronte alle difficoltà e sfide. Di risolvere problemi individuali e collettivi e uscire da conflitti. Non perdiamo questa grande risorsa, questo elemento collante che non è il DNA dello svizzero, ma il DNA della Svizzera. Oggi, in ogni angolo del Paese si parla di valori e simboli, tutti elementi chiave che viviamo l’intero anno. Responsabilità, libertà, solidarietà, impegno civico, dedizione, stabilità e lealtà sono l’essenza del nostro operare quotidiano a favore della comunità, della vostra presenza questa sera qui in piazza. Questa è la Svizzera che dobbiamo festeggiare e ringraziare; oggi e tutto l’anno. Avviandomi verso la conclusione, signore e signori, sono stimolato anche dallo stendardo comunale, da quello della filarmonica e dalla nostra bandiera. Eccoli, questi sono simboli dello stare insieme, sono simboli di collettività, sono simboli dell’associazionismo e dei valori che lo contraddistinguono. Anche qui dobbiamo cogliere la giornata odierna per dire con forza ad una piccola minoranza (che urla tuttavia forte e riceve grande attenzione) che la maggioranza delle cittadine e dei cittadini svizzeri e residenti in Svizzera ha a cuore la storia del Paese, ha a cuore i nostri simboli e i nomi che questa ci ha trasmesso e che oggi definiscono luoghi, tradizioni, organismi e collettività. Chi vuole cancellare tutto, cambiare o modificare in nome di un individualismo e relativismo irrispettosi, si fermi di fronte a una collettività che a larghissima maggioranza apprezza e ha bisogno di stare insieme, di avere simboli e valori comuni. Chi nega o vuole cancellare, chi solo protesta e distrugge, è intollerante ed egoista. La comunità è per sua natura variegata e la Svizzera ne è esempio vivente su questo globo terrestre. Un modello di successo perché il collettivo fa più dell’individuo, perché la maggioranza rispetta e integra la minoranza, perché la democrazia diretta legittima le decisioni».
19:45
19:45
Il discorso di Alex Farinelli: «La Svizzera siamo noi»
«Stimato sindaco, caro Bruno, stimati municipali, consiglieri comunali, autorità presenti, ma soprattutto care cittadine, cari cittadini di Chiasso (e non solo), grazie per questo invito che mi onora e mi fa molto piacere». Così, stasera, il consigliere nazionale del PLR Alex Farinelli. «A fianco alle bandiere, alle lanterne, ai fuochi d'artificio o alle tante manifestazioni che simboleggiano il nostro orgoglio di essere svizzeri, il Natale della patria è soprattutto un momento in cui ci fermiamo un attimo a riflettere sul nostro Paese» ha aggiunto.
«Fermarsi un attimo e ragionare su quello che abbiamo intorno è importante, anzi oserei dire necessario. Sì, perché la Svizzera non è sempre esistita, e il suo embrione che 732 anni fa ha preso vita per un motivo molto semplice: dare sicurezza, e assicurare prosperità, alla propria popolazione. Da allora sono cambiate moltissime cose: il mondo è diverso, la Svizzera è diversa, la popolazione è diversa. Lo scopo e l’obiettivo invece sono rimasti esattamente gli stessi: garantire prosperità e sicurezza alla propria popolazione».
E a questo proposito, ha proseguito Farinelli, «permettetemi di aprire qui una parentesi: sappiamo bene quanto viene fatto in tutto il Mendrisiotto, e qui a Chiasso in particolare, per affrontare la tematica dei migranti. E sappiamo anche quanto voi siate persone solidali. Per questo non si è atteso come deputazione quando la municipale Sonia Colombo-Regazzoni ci ha contattato per informarci della situazione: ci si è dati subito da fare. Non si trattava però di semplice marketing elettorale, proponendo ciò che non si può realizzare, ma piuttosto rendere da subito attenti coloro che si occupano di questi temi, in particolare la Segretaria di Stato e la Consigliera federale, sul fatto che la situazione attuale è preoccupante e che si teme possa peggiorare. Non è infatti accettabile che il peso di un problema venga lasciato semplicemente là dove si manifesta, per l’Europa il rischio e che sia l’Italia, ma per la Svizzera non può e non deve essere il Ticino e il Mendrisiotto. Solidarietà e impegno comune, questi sono due elementi fondanti del nostro Paese. Siamo forse la nazione che più di ogni altra ha fatto della volontà di aiutarsi e sostenersi l'un l'altro il motivo della propria esistenza. Siamo una nazione piccola ma abbiamo una grande forza, ben superiore a quella dei nostri numeri: siamo uniti. Permettetemi di raccontarlo con un’immagine. Avete presente quando siete in coda all’aeroporto, ognuno con in mano i suoi documenti. Siete lì ed aspettate il vostro turno quando, in maniera inattesa, vedete un passaporto rosso in mano a un’altra persona. Non la conoscete, non sapete nulla di lei… Eppure, in quel momento sentite che vi è qualcosa che vi accomuna. Vi sentite in qualche modo di condividere qualcosa. Ed è proprio così. 26 cantoni, 4 lingue, 3 culture e 2 religioni principali. Eppure, la Svizzera, è una sola, e le nostre fondamenta sono solide tanto oggi ancor più che 732 anni fa quando nel mito tutto cominciò. Potrei andare avanti delle ore, parlandovi con grandi parole, cariche di significato, come giustizia, patria, libertà e così via. Tranquilli non lo farò, soprattutto perché credo che la Svizzera, la nostra nazione, pur incarandoli, non sia fatta in primis di valori astratti o dei loro simboli: il nostro paese è fatto innanzitutto da noi, le cittadine e i cittadini che ogni giorno ne rappresentano l’esistenza. Ognuno di noi partecipa, giorno dopo giorno, a costruire questo Paese. Ognuno di noi, con il suo agire, e con i suoi comportamenti, permette alla Svizzera di essere quello che è. Lo fa lavorando, crescendo i propri figli, dedicandosi al volontariato, rispettando gli altri e le regole della società, tutto questo anche con gesti apparentemente insignificanti come quello di non gettare una cartaccia per terra o imbrattare un muro. La Svizzera siamo Noi, e in realtà oggi celebriamo la nostra festa: la festa di una popolazione che crede fortemente nel proprio modo di essere. Per questo sta a noi decidere, con il nostro modo di vivere, quale sarà il futuro del nostro paese, con l’auspicio che resti sempre quella Svizzera che ovunque siamo, orgogliosamente, ci portiamo nel cuore. Buon primo agosto a tutti».
19:05
19:05
Martullo-Blocher a San Vittore
È accorsa molta gente all’eliporto di San Vittore per festeggiare il 1. agosto e omaggiare la consigliera nazionale nonché imprenditrice di successo Magdalena Martullo-Blocher. Renato Belloli, titolare di Heli Rezia e capocampo dell’aeroporto di San Vittore, ha introdotto l’evento: «Siamo oltremodo onorati che la Consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher oggi abbia scelto di celebrare con noi il Natale della Patria: ascolteremo con curiosità e attenzione le sue riflessioni in qualità di imprenditrice di grande successo a livello globale, di parlamentare a Berna, e vicepresidente del maggiore partito politico nazionale».
Ha quindi preso la parola la sindaca Nicoletta Noi-Togni che ha ribadito la ferma e indiscussa appartenenza al Cantone dei Grigioni, sottolineando come la zona industriale sul territorio del Comune di San Vittore sia tra le tre di maggiore importanza a livello cantonale. Anche da un punto di vista culturale San Vittore è una meta conosciuta, per la sua chiesa collegiata nonché per la sede del Museo Moesano.
È quindi stata la volta di Magdalena Martullo-Blocher, che si è rivolta ai presenti in italiano, come a voler testimoniare la sua sensibilità per il plurilinguismo grigionese, ma anche a dimostrare tatto e rispetto per coloro che non masticano perfettamente il tedesco. La relatrice ha evidenziato chiaramente alcuni concetti tipicamente svizzeri, quali la nostra neutralità, la preziosa democrazia diretta, le ampie autonomie cantonali e comunali, la nostra indipendenza e altro ancora: «732 anni: è un'età eccezionalmente alta per una nazione! In particolare la dura e movimentata lotta della Regione Moesa dimostra in modo esemplare che non è scontato che un Paese così frammentato come la Svizzera possa festeggiare oggi un compleanno tanto importante. Ma è proprio questo che ci rende forti e speciali: La nostra Svizzera è composta da regioni, valli e lingue diverse. Il Cantone dei Grigioni in particolare, con più di cento valli, le sue tre lingue e la sua diversità culturale, ne è un buon esempio».
Ritornando al Patto del 1291, la relatrice ha rammentato: «Nel Duecento prevaleva la “perfidia”; in effetti, i balivi e i governanti asburgici volevano appropriarsi delle case e dei beni dei vecchi Confederati e farne i loro servi. Nell'estate del 1291 nacque così la Svizzera: uomini coraggiosi si riunirono sul Rütli, lungo la via che porta al Gottardo, sul Lago dei Quattro Cantoni. Lì fecero un giuramento e lo sigillarono con il Patto federale. Con questo Patto perenne essi giurarono: 1. di prendere il loro destino nelle proprie mani; 2. di non tollerare giudici stranieri; 3. di sostenersi a vicenda».
Valori e propositi che stanno tuttora alla base del nostro assetto politico, pubblico, giudiziario e alla forte volontà di autodeterminazione. Ovviamente anche la spinosa e annosa questione dell’accordo quadro da stipulare con l'Unione Europea è stato toccato, lasciando trasparire un non celato scetticismo.
La manifestazione è continuata con la consigliera nazionale che si è intrattenuta simpaticamente con la gente, rispondendo garbatamente alle varie sollecitazioni dei presenti.
16:24
16:24
Fabio Regazzi a Massagno
Massagno ha festeggiato il Natale della Patria con Fabio Regazzi, presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali. «Quella che una quindicina di anni fa era stata una manifestazione di prova – ha esordito il sindaco Giovanni Bruschetti raggiante nel suo saluto introduttivo – è oramai diventata una tradizione importante per la nostra comunità.» Anche quest’anno il Grotto Valletta ha accolto i festeggiamenti del Primo agosto. Circa 150 le persone presenti, tra cui anche diverse autorità: il consigliere nazionale Alex Farinelli; il consigliere di Stato Christian Vitta; il presidente dell'Ambrì Piotta nonché municipale di Lugano Filippo Lombardi; il sindaco di Capriasca Andrea Pellegrinelli; il vicesindaco Fabio Nicoli; la municipale Sabrina Gendotti; il presidente del Consiglio comunale Giorgio Chiappini.
«Massagno, lasciatemelo dire, è un po’ come la mia seconda casa» ha spiegato Fabio Regazzi durante la sua allocuzione «Un comune che frequento oramai da decenni e nel quale, con la nomina a presidente della SAM Massagno Basket, sono fra l’altro tornato a rivivere emozioni sportive forti (quelle che l’hockey purtroppo non sa più regalarmi…)».
Partendo dallo sport, Regazzi ha formulato il suo augurio e auspicio per il 732. compleanno della Patria. Ovvero, l'augurio di «riuscire a ritrovare quel senso di unità, incarnato da quel uno pro omnibus omnes pro uno, che campeggia sotto la cupola di Palazzo federale e ci ha contraddistinto negli ultimi secoli, facendo diventare il nostro Paese un posto di cui andare fieri e dove è bello vivere».
Sentimento di unità e vicinanza da sbandierare nello sport e in politica. Sentimento, ha aggiunto Regazzi, che va difeso dalla «crescente polarizzazione in ambito politico che ostacola la ricerca del compromesso e blocca le necessarie riforme».
Al termine della parte ufficiale, tutti i cittadini e le autorità presenti hanno intonato l'inno nazionale e l’ormai tradizionale Montanara, con buona pace di Fabio Regazzi notoriamente di fede bianconera.
15:42
15:42
Karin Keller-Sutter è fiduciosa
La consigliera federale Karin Keller-Sutter guarda al futuro con fiducia. Come ha detto nel suo discorso pronunciato in occasione del Primo agosto a Rapperswil-Jona (SG), questa fiducia può essere acquisita dalle crisi.
«Abbiamo superato la pandemia. Siamo stati in grado di fornire protezione a decine di migliaia di persone provenienti dall'Ucraina in breve tempo. E a marzo, quando Credit Suisse era sull'orlo del baratro, siamo stati in grado, nell'arco di quattro giorni, di evitare danni enormi alla nostra economia e alla popolazione di questo Paese», ha dichiarato la «ministra» delle finanze.
Tutto ciò dimostra che la Svizzera è capace di agire. Questo perché il Paese ha istituzioni funzionanti e perché la Svizzera è finanziariamente in buona salute. «Ma l'azione richiede sempre anche coraggio», ha proseguito Keller-Sutter. «E se non disimpariamo a metterci d'accordo, proprio nei momenti difficili, e a cercare insieme soluzioni, potremo superare anche le ulteriori sfide».
Keller-Sutter ha inoltre sottolineato che la Svizzera non è più quella di 175 anni fa, al momento dell'adozione della Costituzione. Tuttavia, in generale è cambiata in meglio.
«L'uguaglianza dei diritti, che nel 1848 non valeva per gli ebrei, oggi vale per tutti. Il diritto di voto e di elezione, che allora valeva solo per gli uomini, ora vale anche per le donne da almeno 50 anni», ha detto la consigliera federale. «Abbiamo anche un sistema educativo e sanitario che molti ci invidiano, e possiamo contare su una buona rete sociale e vivere in libertà e pace. È quindi importante non solo volgere lo sguardo indietro alla storia, ma anche avanti».
15:10
15:10
Cassis dall'Indonesia: «Dobbiamo coltivare lo spirito dei nostri antenati»
«Sono lieto di celebrare la festa nazionale svizzera con voi a Giacarta». Parole e musica di Ignazio Cassis, consigliere federale a capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), dall'Indonesia. «Quest'anno la nostra festa nazionale ha un sapore speciale, poiché celebriamo il 175. anniversario della Costituzione federale, istituita nel 1848. Questo giubileo ci ricorda che la Svizzera è una delle democrazie più antiche e più stabili del mondo. La Costituzione federale del 1848 trasformò la Svizzera da una confederazione di Stati in un unico Stato federale con una propria Costituzione. I nostri antenati hanno dovuto sviluppare un'identità comune su cui costruire la nostra coesione nazionale».
E ancora: «Una sfida fondamentale che il vostro Paese conosce bene: ''Bhinneka Tunggal Ika''. Se l'ho pronunciato correttamente, riconoscerete il motto nazionale dell'Indonesia: unità nella diversità. ''Bhinneka Tunggal Ika'' potrebbe essere il motto della Svizzera. Le nostre due nazioni condividono questa ricchezza di culture, lingue, religioni e credenze diverse. La Svizzera e l'Indonesia possono essere lontane geograficamente, ma sono vicine nel cuore e sono entrambe molto dinamiche».
Cassis, quindi, ha elencato i punti di contatto fra i due Paesi: «Due anni fa abbiamo festeggiato 70 anni di relazioni bilaterali e 50 anni di cooperazione economica; il nostro accordo di libero scambio all'interno dell'EFTA è entrato in vigore, dimostrando la nostra volontà di intensificare il nostro partenariato; il 15 febbraio scorso, il governo svizzero ha adottato una strategia per il Sud-Est asiatico, sottolineando che l'Indonesia è un partner prioritario nella regione, in tutte le nostre attività». Tradotto, «le relazioni bilaterali svizzero-indonesiane sono un successo e coprono una vasta gamma di questioni: formazione professionale e istruzione, accesso al mercato, investimenti sostenibili, crescita inclusiva, riduzione del rischio di catastrofi e diritti umani».
«Il nostro lavoro per garantire la nostra prosperità non è mai finito, né in patria né all'estero» ha concluso Cassis. «La nostra dinamica positiva non deve indurci a riposare sugli allori, perché nulla è più costante del cambiamento. Chi avrebbe potuto prevedere una pandemia globale o il ritorno della guerra in Europa? Nessuno. Eppure... Oggi tutto sta accelerando: in un ambiente così complesso, dobbiamo coltivare lo spirito dei nostri antenati». Ovvero, «la determinazione ad andare avanti insieme, uniti nella nostra diversità». E questo, ha ribadito il consigliere federale, «è anche il mio augurio di compleanno per il nostro 175. anniversario: dobbiamo mantenere intatta questa forza! Dobbiamo conservare lo spirito imprenditoriale di entrambi i nostri Paesi, il nostro desiderio di andare avanti, di innovare e di tenere aperta una porta verso un mondo liberale e pacifico».
14:36
14:36
Centinaia di giovani alla Festa nazionale sul Grütli
Nel suo discorso ufficiale sul Grütli (UR), la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha esortato le giovani generazioni a impegnarsi in politica e a farsi coinvolgere. Lo slogan delle festività del 1° agosto è #Jugendrütli.
In occasione del 175esimo anniversario della Costituzione federale, l'organizzatore della manifestazione, la Società svizzera di utilità pubblica (SSUP), ha dato la parola ai giovani. A suo avviso, non solo i giovani sono interessati dalle decisioni politiche, ma sono anche sotto rappresentati rispetto ad altri gruppi di età nelle votazioni e nelle elezioni.
Nei vari atelier proposti, la Federazione svizzera dei parlamenti dei giovani e la Federazione svizzera delle associazioni giovanili hanno discusso le opportunità associate alla partecipazione alla vita democratica, nonché i vantaggi e i limiti del sistema.
La Costituzione federale contiene tutto ciò che serve per realizzare la propria visione di una Svizzera ideale, ha detto la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, affermando che incontra spesso giovani che vogliono fare la differenza. «Dovremmo approfittarne. Dopo tutto, tutti noi vogliamo vivere in un mondo più sano e più giusto», ha proseguito aggiungendo: «C'è speranza nei giovani».
All'inizio della sua allocuzione, la consigliera federale ha ipotizzato l'età dei tre Confederati. All'epoca, nella zona vivevano due Werner Stauffacher, uno più anziano e l'altro giovanissimo. Quale dei due sarebbe stato più adatto al ruolo di uno dei tre padri fondatori, si è chiesta. «Ci vuole una vita di esperienza per lottare per un futuro migliore?».
La consigliera federale ha fatto appello alla società affinché dia ai giovani la possibilità di esprimersi. La generazione dei genitori dovrebbe anch'essa contribuire a costruire una società migliore insieme ai giovani.
Anche per i padri fondatori non è stata decisiva l'età anagrafica, ma il sentimento che li ha ispirati. «Un'irrefrenabile giovinezza deve averli spinti interiormente. Solo così potevano sognare con tanta passione un futuro migliore e più solido».
In conclusione, Baume-Schneider ha esortato a non lasciarsi influenzare troppo dalle immagini dipinte o scalpellate dei Confederati. «La nostra storia, i nostri simboli e la nostra Costituzione federale sono a disposizione di tutti», ha detto, «dei giovani, delle donne e dei cantoni che hanno aderito alla Confederazione molto più tardi».
14:03
14:03
Grande successo per i brunch in fattoria
In occasione dei festeggiamenti del Primo agosto, 261 aziende agricole hanno aperto oggi le loro porte per i tradizionali brunch in fattoria. Secondo l'Unione svizzera dei contadini (USC), nonostante il meteo due terzi degli eventi hanno registrato il tutto esaurito.
Come ogni anno, anche diversi consiglieri federali hanno colto l'occasione per rifocillarsi presso una delle tante aziende agricole che ospitano l'evento.
In una nota odierna, l'USC ha voluto ricordare la presenza, stamane, della numero uno del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Elisabeth Baume-Schneider in un caseificio a Muotathal (SZ), ma anche quella del ministro dell'economia Guy Parmelin sull'Alpe Seeweid, nei pressi dello Schwarzsee, nel Canton Friburgo.
Ieri il consigliere federale Ignazio Cassis, aveva invece partecipato ad un'escursione sul massiccio del Gottardo in compagnia di «circa 180 lettori» dei settimanali L'Illustré e Schweizer Illustrierte, dove sull'Alpe di Sorescia (Airolo) sono stati accolti con un brunch a base di polenta, luganighe e formaggio, ha dichiarato l'USC.
L'iniziativa a margine della Festa nazionale si svolge ormai già da 30 anni e intende offrire un'atmosfera accogliente e far scoprire la quotidianità agricola ai visitatori di tutte le età.
12:25
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Alain Berset: «La Svizzera è un Paese in movimento»
Di seguito il testo integrale dell'allocuzione del presidente della Confederazione Alain Berset:
«Gentili Signore e Signori,
mi trovo a Friburgo nell’Espace Jean Tinguely – Niki de Saint Phalle. Dietro di me potete vedere la famosa opera di Tinguely «Retable de l’Abondance occidentale et du mercantilisme totalitaire». Sentite come sferraglia, cigola e scricchiola? Come sibila, fischia e stride? Un mondo in perenne movimento.
Jean Tinguely descrisse il significato del movimento per la sua arte con queste parole: «Potevo continuare a lavorare su un quadro per mesi, senza mai riuscire a finirlo. Mi sentivo come paralizzato, come in un vicolo cieco. Finché il movimento non mi ha liberato dalla paralisi. Il movimento mi ha permesso infine di dire: Ecco, ce l’ho fatta.»
Come Paese, come società, ci troviamo oggi in una situazione analoga: tutti aspiriamo a una determinata idea, a una situazione chiara, a una realtà ben definita. Vogliamo preservare la Svizzera che conosciamo e apprezziamo. E quindi, come Tinguely, continuiamo a lavorare su un quadro, ma ci rendiamo conto di non riuscire a finirlo. Arriviamo così alla sua stessa conclusione: potremo dire «Ecco, ce l’abbiamo fatta» soltanto quando considereremo la Svizzera un Paese in movimento.
Signore e Signori,
una Svizzera in movimento – era proprio questa l’immagine del nostro Paese alla fondazione dello Stato federale moderno.Quest’anno celebriamo i 175 anni della Costituzione federale. La Costituzione è stata definita un «grande progetto» – ed è proprio così. Perché ha richiesto coraggio. Perché si è dato più peso alle opportunità che ai rischi. Perché riflette la convinzione che siamo noi gli artefici del nostro destino e non siamo semplicemente in balia delle circostanze.
Ma, Signori e Signore, celebriamo questa ricorrenza in tempi difficili. Guerra, crisi climatica, inflazione: l'incertezza è fonte di timori – ma può anche risvegliare la nostra creatività. Non dimentichiamo che anche la nostra Costituzione è nata in tempi difficili, dopo una guerra civile. Eppure, i padri costituenti dimostrarono di avere coraggio, fiducia nel futuro e fede nel progresso. Ma come celebrare al meglio i 175 anni della nostra Costituzione? Facendo chiarezza sulle possibilità di azione che abbiamo e sulla Svizzera che vogliamo.
Signore e Signori,
la Svizzera ha sempre avuto e continua ad avere successo, perché sa imparare, innovare e rimettersi in questione. Perché – come l’opera di Tinguely – è sempre in movimento. Nel 1848, dopo anni travagliati, ci è riuscito un grande progetto. All’epoca, abbiamo saputo osare molto.
Perché non osare molto anche oggi – soprattutto oggi? Insieme, otterremo molto!
Auguro un eccellente 1° agosto a tutti».
12:17
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L'omaggio di Google
Come ogni anno, Google omaggia la Svizzera con un «doodle» ad hoc per il primo agosto. Il motore di ricerca presenta la scritta rossa e mostra una bandiera elvetica che sventola. Cliccando sul logo, si apre una pagina informativa sulla Festa nazionale svizzera, con date, fatti e curiosità. Sullo sfondo, fuochi d'artificio animati producono vessilli rossocrociati.

12:07
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Albert Rösti in Ticino: «La Svizzera deve continuare per la sua strada»
Il consigliere federale Albert Rösti, recatosi in Ticino in occasione del Primo agosto, ha affermato che la Svizzera deve continuare a proseguire per la propria strada, esattamente come 175 anni fa, quando venne redatta la Costituzione nel 1848.
Nella sua allocuzione a Melide, il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha voluto ricordare come la Svizzera non abbia fatto ciò che che hanno fatto gli altri, «bensì l'esatto contrario. In tempo di monarchie ha scelto la democrazia. In tempo di schiavitù, la libertà».
Già nel 1848 la Costituzione conteneva disposizioni a tutela dei cittadini e sanciva, tra le altre cose, «la libertà di stampa, la libertà di associazione e il diritto di petizione», ha ribadito il ministro dell'Energia e dell'Ambiente.
«Ci siamo abituati a stare bene», ha proseguito Rösti. «Siamo talmente abituati che lo diamo per scontato. Certo, siamo ingegnosi, operosi e lavoriamo più degli altri. Siamo attivi, intraprendenti e le nostre aziende convincono per la qualità e l'innovazione. Ma non siamo gli unici ad essere operosi e innovativi. Eppure noi stiamo meglio» ha sottolineato il ministro bernese.
«Non si deve rinunciare a qualcosa di così prezioso. Abbiamo l'obbligo di trasmettere questo ordinamento liberale ai nostri discendenti. Il 1° agosto è sicuramente il giorno giusto per fermarci qualche istante a riflettere!», ha concluso nella sua orazione il consigliere federale.
Nel pomeriggio Rösti è atteso in due comuni solettesi, ovvero a Härkingen e Lüterswil-Gächliwil dove terrà altre allocuzioni.