Ticino

L’Ordine degli avvocati tra presente e futuro

L’OATI si è riunito a Bellinzona – Tanti i temi affrontati: dalle modifiche al Codice di procedura civile alla Legge sulla trasparenza – Ribadita nuovamente la posizione favorevole all’acquisto dello stabile EFG - E sulla Giustizia ticinese in generale: «La mancanza di personale in alcuni settori è un problema oggettivo»
©Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
07.06.2024 20:44

Sono ormai quasi passati cent’anni da quell’ottobre del 1924, quando per la prima volta l’Ordine degli avvocati del Canton Ticino (OATI) si diede appuntamento a Bellinzona per la sua prima assemblea costitutiva. Da allora, va da sé, di cose ne sono cambiate parecchie. A quasi cent’anni di distanza, però, proprio oggi l’OATI si è data appuntamento a Bellinzona, nella sala del Gran Consiglio, per la sua assemblea annuale. Un momento per discutere con la categoria delle sfide che contraddistinguono questo periodo: dall’entrata in vigore delle modifiche dell’attuale Codice di procedura civile (CPC) prevista per il 2025 al progetto di Legge sulla trasparenza recentemente trasmesso al Parlamento federale, fino alla digitalizzazione della Giustizia, senza dimenticare l’acquisto dello stabile EFG (al voto proprio questa domenica).

La sfida della digitalizzazione

Tra le modifiche più importanti del CPC, ha rilevato il presidente dell’Ordine, Andrea Lenzin, figurano la possibilità per i Cantoni di istituire dei tribunali commerciali internazionali e la possibilità di svolgere udienze in videoconferenza. A questo proposito, Lenzin non ha lesinato qualche critica sulle nuove norme del CPCriguardanti le nuove tecnologie, sottolineando che da diversi punti di vista esse sono lacunose. E qualche lacuna è stata evidenziata pure in merito al progetto di Legge sulla trasparenza, voluto per conformare maggiormente le norme del diritto svizzero in materia di lotta contro il riciclaggio. Secondo l’OATI, infatti, «se alcune modifiche proposte vengono salutate con favore (...) il progetto presenta anche in questa sua nuova versione importanti criticità incompatibili con la tutela del segreto professionale».

Lo sguardo del presidente è poi stato rivolto anche all’atteso processo di digitalizzazione della Giustizia, con il progetto «Justitia 4.0», il cui aspetto centrale – ha ricordato Lenzin – riguarda l’adozione di una piattaforma centralizzata per ricevere, inviare e consultare gli atti giudiziari in ambito civile e penale. Progetto che, ha spiegato il presidente, «avanza secondo le previsioni». Tuttavia, ha evidenziato, «se da una parte l’utilizzo della piattaforma non comporterà particolari problemi per gli avvocati, poiché chiunque sia dotato di un sistema informatico aggiornato non avrà difficoltà ad utilizzare la piattaforma», dall’altra, «diverso è il tema della digitalizzazione degli studi d’avvocatura», sul quale l’OATI continuerà a fare sensibilizzazione.

Tra strutture e persone

Entrando nel «vivo» del tema più politico, l’acquisto dello stabile EFG, il presidente è tornato a ribadire la posizione favorevole dell’OATI. E questo per più motivi: perché «le strutture attuali sono giunte al termine del loro ciclo di vita» e l’attuale palazzo di Lugano «è in condizioni precarie», ma anche perché queste strutture devono poter «essere attrezzate dal punto vista tecnologico e della digitalizzazione». Per l’OATI, in sintesi, si tratta di «un’occasione irripetibile per porre rimedio a una situazione indegna dell’importanza che la Giustizia riveste in qualsiasi società civile».

Riguardo allo stato di salute della Giustizia ticinese, da noi interpellato Lenzin ha evocato in particolare l’annoso tema della mancanza di personale: «Globalmente non posso dire che la Giustizia ticinese non funzioni. Anche se evidentemente ci sono problemi, in determinati settori, legati ai tempi di evasione e quindi correlati al problema, ancora irrisolto dalla politica, della mancanza di organico». Un problema, ha chiosato, «oggettivo e che non può essere ignorato».