Mendrisio

L'UDC vuole avere un ruolo: «Legislativo primo obiettivo»

Il fronte democentrista (alleato con l'UDF) scopre le carte in vista di aprile – Sette i candidati per l'Esecutivo, tra cui Cerutti – Pasi: «Il Municipio è la seconda aspirazione»
Nella foto da sinistra Francesco Danielli, Tiziano Pasta, Roberto Pellegrini, Emma Soldini, Gabriella Pogliani, Massimo Cerutti e Orio Bianchi. © Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Lidia Travaini
22.01.2024 20:36

Annunciata da tempo ma parallelamente misteriosa fino all’ultimo minuto. È la lista per il Municipio di Mendrisio dell’alleanza UDC-UDF, la quale è stata svelata solo alle 18, proprio quando scadeva il termine per la consegna degli elenchi elettorali in vista delle Comunali di aprile. Data per assunta la presenza tra i candidati all’Esecutivo del municipale in carica Massimo Cerutti (che però ha cambiato «casacca»), l’incognita principale era la presenza o meno in lista del presidente sezionale Pierluigi Pasi. Ebbene, Pasi in lista non c’è, però ci sono altri volti più o meno noti. I 7 candidati al Municipio dell’alleanza UDC-UDF sono Massimo Cerutti, Orio Bianchi, Francesco Danielli, Tiziano Pasta, Roberto Pellegrini, Gabriella Pogliani ed Emma Soldini. Gli aspiranti a un posto in Consiglio comunale sono invece 17 (tra cui Pasi).

Ma con quali obiettivi si presenta all’appuntamento elettorale il fronte democentrista (allargato)? Lo abbiamo chiesto a Pasi, che per quanto concerne il programma di legislatura spiega: «L’UDC è il partito di centrodestra liberalconservatore: liberale in economia, conservatore dei valori del sistema istituzionale svizzero. A Mendrisio rispecchiamo coerentemente su scala comunale questo. Per noi un punto essenziale sono le finanze: frenare l’aumento della spesa, razionalizzare le risorse e mantenere una fiscalità ragionevole e attrattiva. I risultati della gestione comunale degli ultimi due quadrienni sono lì da vedere: nulla di buono all’orizzonte. Avere finanze sane, come vogliamo, significa potere essere progettuali per una Città attrattiva e vivibile, anche dal profilo urbanistico e ambientale; significa avere di che aiutare chi ha davvero bisogno. Occorre cominciare da lì, dalle finanze, non il contrario e dalle spese». Obiettivi questi, condivisi da UDF.

Il passo del montanaro

Come noto lo scioglimento della storica alleanza con la Lega dei ticinesi di Mendrisio sta facendo discutere, e lasciando qualche strascico. Alcune frasi del nostro interlocutore si inseriscono in questo contesto. Come quando chiediamo quali sono gli obiettivi in vista di aprile. «I nostri sono obiettivi a lungo termine, non solo elettorali o di “cadreghe” nelle commissioni. Per aprile, il nostro obiettivo dichiarato è ottenere una rappresentanza significativa in Consiglio comunale. Per la lista siamo soddisfatti, non abbiamo voluto strafare numericamente, siamo andati piano: una sorta di passo del montanaro di pianura. Insomma, il nostro obiettivo, come UDC, è di affermarci quale realtà partitica, con uno sguardo verso il futuro. Ottenere un seggio in Municipio è il secondo obiettivo della lista, ambizioso ma raggiungibile: offriamo a chi vota la possibilità di eleggere nell’Esecutivo una personalità di centrodestra. Nella nostra lista, tutte le candidate e tutti i candidati, che in alcuni casi hanno trascorsi in altri partiti, avranno lo stesso sostegno».

«Tutti sanno la verità»

Passiamo al controverso «divorzio» con la Lega, tematizzato anche durante la presentazione dei candidati al Municipio di quest’ultimo movimento politico. Oggi in Municipio siede un rappresentante della Lega, eletto nel 2021 con un’area di destra compatta. Gli scenari sembrano quindi molto aperti. Ci aspetterà una legislatura con un’area di destra disunita in Consiglio comunale? «Per come la vedo io, non si può parlare di un vero “divorzio” fra il partito UDC di Mendrisio e la Lega. Volendo stare alla sua metafora, direi che per ora la convivenza è sospesa a causa della mancanza di volontà di uno fra i due partner di garantire delle regole minime di serena convivenza. Per quanto ci riguarda, nessuna preclusione e nessuna disunione sui temi, anzi il contrario». Siete stati accusati di essere coloro che hanno chiuso la porta alla Lega, è davvero andata così? «Con la Lega ci siamo incontrati e abbiamo chiesto la garanzia, durante la campagna elettorale, di un rapporto personale fra candidati entro i limiti del rispetto delle persone: la risposta è stata «no, nessuna garanzia». Dunque, coerentemente abbiamo passato la mano, d’intesa con l’alleata UDF. Se questo equivale a chiudere una porta, allora sì l’abbiamo chiusa. Al di là dei giochi di parole e di prestigio di chi ci accusa di essere la causa della corsa separata, tutti a Mendrisio sanno dove sta la verità. Siamo un po’ dispiaciuti, ci interroghiamo sul perché di quel no della Lega, a chi abbia potuto beneficiare e a chi beneficerà. Ma la storia dei partiti è fatta anche dalle persone che li compongono, dalla loro intelligenza oltre che dalla loro capacità di vedere lontano. Crediamo che gli elettori ci premieranno».