Processo

Ludes, la presunta truffa scolastica sbarca in Pretura penale

In aula le gerenti della società privata dedita all’istruzione e allo sviluppo professionale, accusate di aver truffato 12 ex studenti di fisioterapia tra il 2016 e il 2018 dando loro informazioni ingannevoli – Ma che vi sia un reato ne dubita in primo luogo il procuratore pubblico
© CdT/ Chiara Zocchetti
Federico Storni
11.04.2025 06:00

La Ludes, società privata dedita all’istruzione e allo sviluppo professionale, fra il 2016 e il 2018 ha truffato dodici studenti di fisioterapia sottacendo loro che il diploma che avrebbero ottenuto presso un Istituto con sede a Malta non sarebbe stato riconosciuto o non sarebbe stato riconosciuto del tutto? La società avrebbe inoltre, a tutt’oggi, continuato a impiegare abusivamente la denominazione «università» e simboli svizzeri senza averne il diritto? Domande a cui risponderà oggi la giudice della Pretura penale Elettra Orsetta Bernasconi Matti, quando pronuncerà la sua sentenza sul caso. Alla sbarra vi sono i vertici della Ludes, quattro donne di 62, 51, 43 e 37 anni imparentate tra loro e difese rispettivamente dagli avvocati Luca Trisconi, Monica Marazzi, Luca Taddei e Fiammetta Marcellini. Le accuse a cui devono rispondere sono quelli di ripetuta truffa, ripetuto uso di segni pubblici e ripetuta infrazione alla Legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero. Caduta invece l’accusa, in quanto la querela al riguardo è stata ritenuta tardiva, di infrazione alla Legge federale contro la concorrenza sleale.

Il contesto

Nella vicenda ci sono due date importanti. La prima è il 2014, quando entra in vigore una modifica della Legge cantonale sull’università che vietava alle scuole non riconosciute da Confederazione e Consiglio di Stato l’uso del termine università. Modifica a cui la Ludes ha reagito spostando la sede nel Canton Zugo e (semplifichiamo un po’) aprendo una società di diritto maltese, la UCM, che ha poi ottenuto l’accreditamento provvisorio dall’Autorità maltese per il riconoscimento del bachelor in fisioterapia. O, per dirla con le parole di un’imputata nell’inchiesta: «Lo studente era immatricolato presso UCM e Ludes offriva i servizi logistici (corsi nella sede di Pazzallo, insegnanti, materiale di studio, eccetera)». L’altra data importante è il 2021, quando l’Autorità maltese ha «subito revocato l’accreditamento del percorso di studi a UCM a seguito di un audit». Una decisione che UCM sta tuttora combattendo nei tribunali dell’isola.

Per i dodici studenti questa è la prova che Ludes sapeva che la sua offerta formativa non era atta a ottenere un diploma automaticamente riconosciuto in Svizzera, contrariamente a quanto sarebbe stato lasciato intendere sul sito internet della società. Ieri, però, in aula il loro avvocato Agustín Bernasconi Zea si è di fatto trovato da solo a sostenere questa tesi. Il procuratore pubblico Daniele Galliano si è infatti rimesso al giudizio della Corte riguardo alla colpevolezza delle quattro donne, malgrado abbia emanato l’atto d’accusa nei loro confronti.

I dubbi sulla truffa

La cosa sorprende fino a un certo punto. Galliano aveva infatti già emanato due decreti d’abbandono per la fattispecie, poi impugnati con successo dai ricorrenti di fronte alla Corte dei reclami penali. E così ieri in aula il procuratore ha spiegato piuttosto i problemi giuridici del reato di truffa: «Credo che Ludes abbia cercato di continuare a operare come prima del 2014 - ha esordito - e il problema nasce dalla volontà di aggirare l’ostacolo con lo spostamento di sede e ricorrendo a denominazioni fuorvianti sul sito come strategia di marketing. È però un fatto che a differenza di altri casi Ludes offriva un servizio e il suo scopo non era solo quello di incamerare le rette degli studenti. Inoltre nessuno poteva sapere che le Autorità maltesi a un certo punto non avrebbero confermato il titolo di studio». Nemmeno vi sarebbe inganno astuto: «Gli studenti sapevano che scegliendo la Ludes, con tutto il rispetto, avrebbero scelto una strada più facile». Inoltre Galliano ha sottolineato come i diplomi ottenuti dagli studenti «seppur con qualche difficoltà sono poi stati riconosciuti in parte o completamente» da altri istituti e in vari Paesi. A tale proposito l’avvocato Trisconi ha ricordato come il diploma di fisioterapista non è automaticamente riconosciuto da nessuna parte, tant’è che anche a studenti SUPSI che hanno provato a farlo valere in Italia sono stati chiesti corsi integrativi, al pari degli studenti Ludes.

Per quanto riguarda l’uso del termine «università» e simili, Galliano ha ricordato che Ludes e DECS in questi anni hanno continuato a dialogare in proposito e che il Dipartimento cantonale che vigilia sulle scuole non ha comminato ammonimenti o richiesto interventi al riguardo.

«Un raggiro sofisticato»

Diversa la lettura - torniamo alla presunta truffa - dell’avvocato Bernasconi Zea: «I miei assistiti sono giovani studenti attirati a investire tempo e risparmi tramite un meccanismo costruito ad arte per apparire legittimo mentre era ingannevole. Era un raggiro sofisticato che rendeva difficile verificare la veridicità delle promesse di qualità fatte».

Dalle difese è invece stato fatto notare che la stessa autorità maltese considerava validi gli attestati conseguiti fino al ritiro dell’accredito, e che i siti internet non sarebbero stati ingannevoli, in quanto solo su quello della società maltese veniva offerto il corso di fisioterapia. Ancora Taddei: «Da Malta sono passati centinaia di studenti, e solo dodici si sentono truffati. E gli altri?».

Percorso di accreditamento

Qualunque sarà la decisione odierna, la Ludes si prepara a cambiare. Una nuova modifica delle legge cantonale prevede infatti l’accreditamento anche degli istituti esteri. Alla luce di ciò, la società ha fatto richiesta essa stessa - non vedendo il senso di fare accreditare gli altri istituti con cui lavora - di essere riconosciuta quale Scuola universitaria professionale privata. Per bocca dell’avvocato Trisconi, proprio nei giorni scorsi ha ottenuto un primo assenso di principio dal preposto organismo federale. La procedura può dunque proseguire e occuperà la Ludes per i prossimi mesi. 

In questo articolo: