Luganese, il centro di compostaggio è in fermentazione
Così come gli scarti vegetali col giusto trattamento pian piano si possono tramutare in terriccio ricco di sostanze nutritive, valorizzandoli, così il progetto cantonale di installare un centro di compostaggio di valenza regionale fra Taverne e Ponte Capriasca (dove già da tempo opera una ditta attiva in quest’ambito) sta pian piano fermentando. Negli scorsi giorni il Consiglio di Stato ha infatti chiesto l’approvazione del Piano d’utilizzazione cantonale (PUC) per l’area, vale a dire lo strumento pianificatorio che getta le basi per la realizzazione del centro.
Ventimila tonnellate l’anno
Tramite il PUC il Cantone «predispone la possibilità per tutti i comuni del Luganese di valorizzare al meglio gli scarti vegetali di cui devono garantire la raccolta e lo smaltimento, con metodi e infrastrutture conformi alle disposizioni di legge, anche considerata la situazione attuale non sempre ottimale». In questo senso, continua il messaggio, «Il PUC pone tutti i vincoli pianificatori atti a permettere la sostenibilità ambientale dell’impianto, minimizzandone gli impatti, e la sua integrazione armoniosa nel paesaggio». Il prospettato centro potrà trattare un massimo di 20.000 tonnellate di scarti organici l’anno.
Nei prossimi mesi il PUC sarà discusso in Gran Consiglio e, se approvato, sarà pubblicato. Sarà poi possibile interporre ricorso e fare un referendum.
Questione di naso
Il progetto, va detto, non fa l’unanimità. In fase di consultazione si era formato un gruppo interpartitico a Ponte Capriasca contrario alla sua realizzazione. Gruppo preoccupato per le esalazioni - che dicono essere già presenti oggi (il prospettato centro avrà però il divieto esplicito di compostaggio a cielo aperto) - nonché per l’aumento del traffico. Preoccupazione, quest’ultima, condivisa dai Comuni interessati. Per il Governo, forte di uno studio, l’aumento di camion e furgoni sarà però marginale: 106 movimenti al giorno, mentre oggi sono 60.
La petizione sospesa
Il gruppo interpartitico aveva anche lanciato una petizione in cui si chiedeva di trovare un’altra zona nel Luganese per costruire il centro (si suggeriva Sigirino). Causa pandemia, ci ha spiegato un membro del gruppo, non è però ancora stato possibile consegnare le «diverse centinaia» di sottoscrizioni. Il gruppo valuterà il da farsi nelle prossime settimane.