Lugano, città accogliente
A suonare la sveglia di una Lugano bella e in parte ancora addormentata (per chi ha fatto le ore piccole le 11 di mattina è presto) ci ha pensato il rullo dei tamburi del Corpo Volontari Luganesi, che ha guidato il tradizionale corteo di Capodanno partito da piazza della Riforma. Prima una breve tappa in piazza Manzoni, poi la sfilata sul lungolago. Le divise blu hanno fatto strada ai municipali, al Corpo Civici Pompieri, alla Civica Filarmonica di Lugano e alla popolazione fino a Palazzo dei Congressi, dove si è svolta la cerimonia ufficiale con le autorità politiche, civili, religiose e i cittadini. Un corteo che quest’anno – con tutte le differenze del caso – potrebbe essere paragonato a quello dei tifosi prima di una partita di calcio. Un esempio scelto non a caso, visto che l’ospite di questa edizione è stato il mister del FC Lugano, Mattia Croci-Torti.
Tra calcio, istituzione e ricordi
In un anfiteatro gremito, il sindaco Michele Foletti e il «Crus» si sono raccontati in una doppia veste: quella di tifoso e personaggio politico e rispettivamente quella di luganese «acquisito» e allenatore. Ed è proprio dalle prime parole che è nato il concetto diventato poi uno dei fili conduttori della cerimonia: l’accoglienza. Mattia Croci-Torti è infatti il primo momò ospite del tradizionale evento cittadino del primo dell’anno. Emozionato e «grato» a Lugano per averlo «adottato negli ultimi anni», il Crus si è sentito «onorato di poter salire sul palco e rivolgermi a una città che mi ha dato tanto». Di accoglienza ha parlato anche Foletti snocciolando un dato che «a volte viene dimenticato». «Lugano ha il 40% di abitanti stranieri: è una città aperta dove tutti vivono in armonia e in pace. Penso sia una delle grandi doti della nostra città e dei cittadini».
Gli esempi calcistici si sono sovrapposti a quelli istituzionali per tutto l’arco del dibattito tra Foletti e Croci-Torti. Il sindaco, durante il suo intervento, ha utilizzato la metafora della panchina e dei giocatori a disposizione – che «l’allenatore ha e il Municipio no» – per spiegare che «durante la Legislatura bisogna cercare di andare d’accordo e mettere in campo il meglio delle proprio capacità. Non è scontato, poi, andare alla stessa velocità: i municipali vengono da percorsi diversi, spesso da partiti politici diversi e con idee diverse, ma piano piano lavorando insieme si impara a conoscersi e a trovare soluzioni. Si arriva alla fine dei quattro anni che spesso basta uno sguardo per capirsi». Infatti, gli ha fatto eco il Crus, «se si vuole vincere come squadra bisogna trasformare gli obiettivi individuali in collettivi». A proposito di obiettivi collettivi, in sala è stata proiettata la fotografia che ritrae i giocatori bianconeri sul balcone di palazzo Civico dopo aver riportato «a casa» la Coppa Svizzera nel 2022. Una fotografia che unisce sia Foletti sia Croci-Torti, ma più in generale i ticinesi, perché in quel momento si stava festeggiando «la vittoria di tutti».
Infine, il messaggio di augurio a tutti i cittadini di Lugano da parte del sindaco. La speranza, per Foletti, è che «si possa continuare tutti insieme a lavorare per il bene di questa città, per farla crescere e per renderla ancora più accogliente cercando anche di valorizzarla. Forse dobbiamo renderci conto, noi luganesi, che viviamo veramente in una città stupenda che offre tantissimo e soprattutto nella quale si vive bene».