Lugano come Berna? I getti d’acqua sono più vicini

La Piazza della Riforma a Lugano presto potrebbe assomigliare alla Piazza Federale di Berna. Accogliendo la mozione «Getti d’acqua in centro città» del consigliere comunale indipendente Giovanni Albertini, il Legislativo ha incaricato il Municipio di redigere un progetto di fattibilità e individuare delle zone per indire un concorso internazionale volto a selezionare un progetto artistico con l’installazione di getti d’acqua. Il Municipio, nel messaggio poi respinto, proponeva invece di accogliere parzialmente la mozione e aspettare che si individuasse l’assetto generale del lungolago con il Master Plan.
Alla mozione, passata con 33 voti favorevoli e 2 contrari al termine della seduta di martedì sera, la Commissione edilizia aveva dato preavviso positivo. «I giochi d’acqua e le fontane - si legge nel rapporto - sono un elemento architettonico, urbanistico ed ornamentale con un fattore artistico di ampio effetto». Numerose, in Svizzera e non solo, sono infatti le città conosciute per i loro zampilli: Basilea con la Tinguely, Ginevra con il Jet d’eau e Berna con, appunto, i getti d’acqua davanti a Palazzo federale sull’omonima piazza. «A Lugano abbiamo il lago, - dice Albertini - ma non lo sfruttiamo abbastanza: getti d’acqua e fontane sono un passo in questa direzione». L’idea prevede un’installazione che permetta di portare refrigerio nei mesi più caldi e di diventare una vera e propria attrazione turistica. «Come accade a Berna, - spiega il nostro interlocutore - il getto deve poter essere spento d’inverno e quando sulla piazza sono previste manifestazioni».


La luce verde alla mozione - ci dice Albertini - «è una grande soddisfazione anche perché arriva dopo parecchi tentativi volti a ripristinare le fontane sul lago e/o a portare i getti d’acqua in città». Iniziative, secondo i promotori, che contribuirebbero al rilancio turistico di Lugano rendendola più attrattiva. In molti sognano da anni di rivedere i getti situati un tempo di fronte al vecchio Kursaal (eliminati nel 1998 per far posto al San Carlino, l’opera temporanea firmata Mario Botta), tra questi diversi consiglieri comunali che, sull’arco di una ventina d’anni, hanno tempestato i vari Esecutivi con interrogazioni e mozioni. Albertini è solo l’ultimo in ordine di tempo, prima di lui ci sono stati - per ricordare solo alcuni nomi - Antonella Pan-Fassora e Stefano Fraschina.
E a proposito di fontane, due anni fa il Legislativo aveva accolto la mozione di Albertini per ripristinarle sul lago ma il Municipio, - si evince dalla risposta all’interrogazione di sollecito sul tema - sta prendendo tempo aspettando il Mandato di studi paralleli per l’elaborazione di un Master Plan del comparto lungolago e centro (il messaggio è stato approvato a giugno). Per bypassare questa difficoltà, l’indipendente ha però inoltrato una mozione per installare fontane danzanti temporanee sul lago (da posarsi probabilmente su dei galleggianti) per accompagnare gli eventi cittadini: l’idea è piaciuta al Municipio ma slitterà di un anno a causa della pandemia e l’ultima parola, in ogni caso, spetterà al Consiglio comunale. L’ok alla mozione del 2018 era riuscito però a rompere il ghiaccio politico creatosi attorno al progetto che risale a molti anni fa. Nel 2014 un cittadino l’aveva bloccato ricorrendo con successo al Tribunale amministrativo cantonale. Tragicomico l’episodio decisivo della contesa legale: la perizia fonica fatta allestire dalla Città considerava una fontana con 100 fori invece dei 130 previsti nella domanda di costruzione. Parliamo di una differenza irrisoria – l’impianto avrebbe generato 36 decibel di giorno e 41 di notte: il rumore di una normale conversazione – ma per i giudici era stato più che sufficiente.


Con la decisione di martedì qualcosa si muoverà e i getti d’acqua potrebbero essere un primo passo nella giusta direzione. Come si legge nel rapporto dell’Edilizia, «la Città di Lugano non ha più seriamente investito nelle proprie fontane cittadine. Le principali fontane monumentali sono state erette nel XIX Secolo e da allora, fatta eccezione per la nuova fontana realizzata in Piazzetta della Posta, non si è più pensato alla posa di nuove strutture». Secondo i commissari, infine, gli zampilli «possono portare un valore aggiunto artistico alla città» ed essere «un nuovo e caratterizzante elemento a favore della sua vocazione turistica».