Città

Lugano e movida, un tavolo per due

Autorità comunali, polizia e locali notturni si sono incontrati dopo l’ultima aggressione – L’obiettivo è rafforzare la collaborazione per evitare che episodi simili possano ripetersi – Sul tavolo anche un filo diretto con le forze dell’ordine e l’invito a segnalare persone potenzialmente pericolose
©Gabriele Putzu
Nico Nonella
17.08.2022 06:00

Movida e autorità cittadine sedute allo stesso tavolo. Un passo necessario per porre un freno ad alcuni eccessi – leggasi alterchi e aggressioni – che si sono verificati di recente a margine della vita notturna luganese. L’ultimo episodio, come noto, l’accoltellamento di una ragazza nella notte tra il 10 e l’11 luglio in via al Forte. Episodi di questo genere hanno lasciato il segno soprattutto a livello di percezione soggettiva della sicurezza. Sotto osservazione, visto che non è la prima volta che avvenimenti del genere si verificano nei pressi di discoteche o esercizi pubblici, sono finiti anche gli stessi locali notturni, insieme alle misure da loro messe in campo. Per questo le autorità cittadine hanno deciso di incontrare i gestori in modo da capire insieme che cosa può essere fatto affinché le serate possano svolgersi senza particolari problemi.

Tutti «in rete»

E sul tavolo le prime proposte concrete sono già arrivate. Nel corso di questo primo “vertice”, svoltosi una decina di giorni fa, le parti hanno concordato sulla necessità di una maggior collaborazione. «L’incontro è stato costruttivo, senza accuse e senza l’intento di criminalizzare qualcuno. Vogliamo evitare che pochi casi isolati gettino un’ombra sul divertimento notturno a Lugano, che funziona bene e ha operatori seri», premette al CdT la capo Dicastero sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi. Di qui, dunque, la sua idea di “mettere in rete” tutti gli attori coinvolti: polizia da un lato, movida dall’altro. La parola chiave è e resta “collaborazione”. «Troppo spesso la polizia viene chiamata a fatti già avvenuti, quando ormai è troppo tardi», afferma la capodicastero Sicurezza. L’invito ai gerenti è dunque quello di fare prevenzione, «collaborando insieme tra locali notturni e polizia, e allertando le forze dell’ordine quando ci sono le prime avvisaglie di una situazione problematica e potenzialmente a rischio di degenerare». Ossia quando ci sono tutti i segnali che un avventore possa diventare particolarmente molesto o, peggio ancora, pericoloso. «Questo non vuol dire però che la polizia farà dentro e fuori delle discoteche per controllarle, sostituendosi alla sicurezza dei locali, ma è chiaro che se i soggetti che sono soliti creare problemi vengono segnalati alle autorità o diventano noti, allora è più facile intervenire e prevenire», precisa Valenzano Rossi. Tornando alle novità sul tavolo, sappiamo che dall’incontro è scaturita l’idea di un “contatto diretto facilitato” tra la vita notturna e forze dell’ordine, come per esempio una e-mail dedicata per le segnalazioni di situazioni potenzialmente pericolose.

Diritti, doveri e diffide

Un filo diretto che si aggiunge agli strumenti già a disposizione degli esercenti. Tra cui le diffide, uno strumento che non sempre è utilizzato fino in fondo. «Spesso vengono comunicate informalmente alle persone interessate, mentre l’auspicio è che questo strumento venga utilizzato in maniera più incisiva, in modo che la diffida diventi formale, con relativa comunicazione alla polizia degli avventori diffidati. In questo modo dovrebbe quindi essere escluso che possano rientrare nei locali». E pure le stesse diffide potrebbero essere messe “in rete” e condivise tra i locali. Ma non solo. Durante l’incontro si è cercato anche di fare chiarezza sui limiti, sui diritti e sui doveri dei locali notturni rispetto all’obbligo di evitare problemi di ordine pubblico. «Una discoteca o un locale notturno possono senz’altro rifiutare l’ingresso a persone che ritengono potenzialmente rischiose o moleste. Allo stesso modo, possono rifiutarsi di servire alcolici a un avventore ubriaco o gravemente alterato», rammenta Valenzano Rossi. «Inoltre, la sicurezza non va garantita solo all’interno ma anche nelle immediate vicinanze». Ovviamente nessuno si illude di poter eliminare tutti i problemi e di aver trovato soluzioni miracolose in un colpo solo. Saranno senz’altro necessari ulteriori incontri, per migliorare la reciproca collaborazione e identificare le misure – conclude la capodicastero – «per garantire un divertimento sano e sicuro in città».

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