«Lugano Marittima? Benissimo, purché non danneggi il mondo delle discoteche»
Scatta questa sera, di giovedì come da tradizione e per il quarto anno consecutivo, Seven-Lido. Ovvero, l'appuntamento della movida luganese organizzato dal gruppo Seven e, va da sé, dal Lido. Che cosa dobbiamo aspettarci, per questa edizione? Ne abbiamo parlato con Matt Petrone, dj della discoteca Seven nonché direttore artistico per il Lido di Lugano.
Una serata all’aria aperta, in riva al lago. Una serata, soprattutto, concepita durante il periodo del Covid: era stata una necessità?
«È vero, la nostra discoteca, a causa
del coronavirus, era stata a lungo chiusa o limitata in termini di capienza. La serata del giovedì, al Lido, con il passare degli anni è diventata un vero e proprio valore aggiunto. Personalmente, e anche da un punto di vista professionale, sono legato a entrambe le realtà: Lido e Seven. Nel 2021, unendo i puntini, assieme a Sandro Katta abbiamo pensato di proporre alla nostra clientela un evento che, a Lugano quantomeno, ancora non esisteva: una discoteca all'aperto. La risposta del pubblico, sin da subito, è stata massiccia. E questo nonostante non abbiamo mai ospitato artisti di grido o preparato impianti audio da far invidia, che ne so, a Ibiza. Parliamo di una serata nata e sviluppatasi in maniera spontanea e semplice. Per questo, credo, piace».
Oltre al Seven-Lido del giovedì l’estate di
Lugano è soprattutto Lugano Marittima, che cosa ne pensi?
«L’iniziativa
Lugano Marittima è molto bella e apprezzata, porta molte persone in città ed è
sicuramente un valore aggiunto. Eppure, per il bene delle altre attività “della
notte”, potrebbe essere ridimensionata, facendo così coesistere più luoghi e
spazi del centro. Il cosiddetto “LuMa”, venerdì e sabato, chiude alle due del
mattino, un orario importante, anche farlocco in un certo senso: infatti, se un
ragazzo o una ragazza il venerdì prende un aperitivo a Lugano Marittima e
decide di proseguire la serata li, difficilmente alle due avrà ancora la voglia
e la forza di andare in discoteca. Per quanto riguarda il giovedì di
Seven-Lido, invece, abbiamo scelto questa giornata poiché l’offerta di discoteche a
Lugano è minima, sicuramente non quanto venerdì e sabato. Credo che attività
all’aperto, come può essere Lugano Marittima, siano assolutamente da promuovere,
a patto che non si danneggi il mondo della notte “vera”: la discoteca».
Ecco, sei a Lugano da dieci anni: come è cambiato
il mondo delle discoteche?
«Facciamo
un passo indietro. Ho suonato il mio primo disco una domenica pomeriggio, a un evento per giovanissimi, quasi ventitré anni fa. Da allora, vi è stato un cambiamento
radicale: non dico che la discoteca non esista più, però c'è stato un
decadimento abbastanza forte nella volontà, secondo me, delle persone. Parlo di uscire,
divertirsi, andare nei soliti posti. Il pubblico odierno è disposto ad
assistere agli eventi, quelli che capitano raramente. In questo caso, il
pubblico fa di tutto per esserci: deve fare la storia per Instagram, no? Tre
settimane fa sono andato a Ibiza, io e i miei amici siamo rimasti sconcertati
dalla quantità di persone che anziché ballare o godersi l’evento sono immobili
e guardano lo show attraverso la telecamera del proprio telefono. Come se fosse importante registrare tutto. Il pubblico odierno, al contrario di quello di vent'anni fa che
si recava in maniera quasi devota al proprio club di fiducia, è meno abituato
ad avere la “routine” della serata in discoteca il venerdì o sabato. Deve
esserci la straordinarietà dell’evento per avere la fila fuori. Per questo
motivo l’offerta deve essere buona, se non eccellente. In caso contrario, duri poco. Io credo che le discoteche che rimangono nel tempo, che sopravvivono
ai primi mesi in cui è normale avere il boom,
sono quelle che chiami casa. Quelle che ti accolgono bene, quelle in cui conosci il personale e conosci la gente che arriva, quelle in cui ti trovi bene e non ci sono casini, quelle in cui la musica è
divertente. Spesso, inoltre, parliamo del mondo della notte come violento, ma tutto
dipende dall’offerta che il locale propone. Insomma, anche la proprietà ha le
sue colpe se ogni weekend succedono tafferugli fuori dal locale. Non può
essere solo colpa della clientela».
La discoteca Seven da anni convince nella
proposta d’intrattenimento. Questo anche grazie alle collaborazioni con le
associazioni studentesche dell’Università?
«Le
collaborazioni con le associazioni studentesche esistono da sempre. Quest’anno, in particolare, ci siamo interfacciati con dei ragazzi, FuoriCorso Lugano, davvero
bravi. L’utilizzo che hanno dei social è fresco e divertente. Di conseguenza, l'unione delle forze tra Seven e FuoriCorso è stata molto proficua: ne è venuto
fuori un progetto pulito, bello e giovane. Inevitabilmente, ritorno a dire
quanto detto in precedenza: a oggi, i clienti non si rovesciano da soli nella
pista da ballo, bisogna attirarli e questo succede solamente se vi è una
proposta valida. Ogni aspetto deve essere curato: musica, sicurezza, consumazioni
e comunicazione».