L'intervista

«Lugano Marittima? Benissimo, purché non danneggi il mondo delle discoteche»

Assieme a Matt Petrone, dj della discoteca Seven nonché direttore artistico per il Lido di Lugano, affrontiamo i temi caldi della movida cittadina
Matteo Generali
13.06.2024 17:00

Scatta questa sera, di giovedì come da tradizione e per il quarto anno consecutivo, Seven-Lido. Ovvero, l'appuntamento della movida luganese organizzato dal gruppo Seven e, va da sé, dal Lido. Che cosa dobbiamo aspettarci, per questa edizione? Ne abbiamo parlato con Matt Petrone, dj della discoteca Seven nonché direttore artistico per il Lido di Lugano.

Una serata all’aria aperta, in riva al lago. Una serata, soprattutto, concepita durante il periodo del Covid: era stata una necessità?
«È vero, la nostra discoteca, a causa del coronavirus, era stata a lungo chiusa o limitata in termini di capienza. La serata del giovedì, al Lido, con il passare degli anni è diventata un vero e proprio valore aggiunto. Personalmente, e anche da un punto di vista professionale, sono legato a entrambe le realtà: Lido e Seven. Nel 2021, unendo i puntini, assieme a Sandro Katta abbiamo pensato di proporre alla nostra clientela un evento che, a Lugano quantomeno, ancora non esisteva: una discoteca all'aperto. La risposta del pubblico, sin da subito, è stata massiccia. E questo nonostante non abbiamo mai ospitato artisti di grido o preparato impianti audio da far invidia, che ne so, a Ibiza. Parliamo di una serata nata e sviluppatasi in maniera spontanea e semplice. Per questo, credo, piace».

Oltre al Seven-Lido del giovedì l’estate di Lugano è soprattutto Lugano Marittima, che cosa ne pensi?
«L’iniziativa Lugano Marittima è molto bella e apprezzata, porta molte persone in città ed è sicuramente un valore aggiunto. Eppure, per il bene delle altre attività “della notte”, potrebbe essere ridimensionata, facendo così coesistere più luoghi e spazi del centro. Il cosiddetto “LuMa”, venerdì e sabato, chiude alle due del mattino, un orario importante, anche farlocco in un certo senso: infatti, se un ragazzo o una ragazza il venerdì prende un aperitivo a Lugano Marittima e decide di proseguire la serata li, difficilmente alle due avrà ancora la voglia e la forza di andare in discoteca. Per quanto riguarda il giovedì di Seven-Lido, invece, abbiamo scelto questa giornata poiché l’offerta di discoteche a Lugano è minima, sicuramente non quanto venerdì e sabato. Credo che attività all’aperto, come può essere Lugano Marittima, siano assolutamente da promuovere, a patto che non si danneggi il mondo della notte “vera”: la discoteca».

Ecco, sei a Lugano da dieci anni: come è cambiato il mondo delle discoteche?
«Facciamo un passo indietro. Ho suonato il mio primo disco una domenica pomeriggio, a un evento per giovanissimi, quasi ventitré anni fa. Da allora, vi è stato un cambiamento radicale: non dico che la discoteca non esista più, però c'è stato un decadimento abbastanza forte nella volontà, secondo me, delle persone. Parlo di uscire, divertirsi, andare nei soliti posti. Il pubblico odierno è disposto ad assistere agli eventi, quelli che capitano raramente. In questo caso, il pubblico fa di tutto per esserci: deve fare la storia per Instagram, no? Tre settimane fa sono andato a Ibiza, io e i miei amici siamo rimasti sconcertati dalla quantità di persone che anziché ballare o godersi l’evento sono immobili e guardano lo show attraverso la telecamera del proprio telefono. Come se fosse importante registrare tutto. Il pubblico odierno, al contrario di quello di vent'anni fa che si recava in maniera quasi devota al proprio club di fiducia, è meno abituato ad avere la “routine” della serata in discoteca il venerdì o sabato. Deve esserci la straordinarietà dell’evento per avere la fila fuori. Per questo motivo l’offerta deve essere buona, se non eccellente. In caso contrario, duri poco. Io credo che le discoteche che rimangono nel tempo, che sopravvivono ai primi mesi in cui è normale avere il boom, sono quelle che chiami casa. Quelle che ti accolgono bene, quelle in cui conosci il personale e conosci la gente che arriva, quelle in cui ti trovi bene e non ci sono casini, quelle in cui la musica è divertente. Spesso, inoltre, parliamo del mondo della notte come violento, ma tutto dipende dall’offerta che il locale propone. Insomma, anche la proprietà ha le sue colpe se ogni weekend succedono tafferugli fuori dal locale. Non può essere solo colpa della clientela».

La discoteca Seven da anni convince nella proposta d’intrattenimento. Questo anche grazie alle collaborazioni con le associazioni studentesche dell’Università?
«Le collaborazioni con le associazioni studentesche esistono da sempre. Quest’anno, in particolare, ci siamo interfacciati con dei ragazzi, FuoriCorso Lugano, davvero bravi. L’utilizzo che hanno dei social è fresco e divertente. Di conseguenza, l'unione delle forze tra Seven e FuoriCorso è stata molto proficua: ne è venuto fuori un progetto pulito, bello e giovane. Inevitabilmente, ritorno a dire quanto detto in precedenza: a oggi, i clienti non si rovesciano da soli nella pista da ballo, bisogna attirarli e questo succede solamente se vi è una proposta valida. Ogni aspetto deve essere curato: musica, sicurezza, consumazioni e comunicazione».