Lugano: senza riscaldamento e presto forse anche al buio

Un palazzo senza più riscaldamento, e-mail infuocate e una denuncia penale per scasso e violazione di domicilio. Sono gli ingredienti di una storia ambientata in una palazzina di via Maraini a Lugano che vede protagonisti, loro malgrado, gli inquilini dello stabile recentemente acquistato da una società di ristrutturazione edilizia con sede a Zugo, la Narva Group SA. Tra loro ci sono la consigliera comunale Laura Méar e l’avvocato Alessandro Pescia, che ci hanno raccontato la situazione in cui si trovano da qualche mese, tra caloriferi freddi e il rischio di restare senza luce. «I problemi sono nati con l’arrivo dell’autunno e l’esigenza di avere un servizio da parte del locatore: il riscaldamento», spiega Pescia. La palazzina è stata acquistata da Narva nell’estate 2020 e agli abitanti è arrivata subito la disdetta del contratto di locazione. Questa è stata contestata perché inoltrata fuori dai termini di disdetta e si è arrivati ad un accordo davanti all’Ufficio di conciliazione: tutti devono lasciare lo stabile al più tardi entro settembre 2021.


A inizio ottobre gli abitanti sono rimasti per la prima volta senza riscaldamento per diversi giorni. «In un momento dove in molti lavoriamo da casa non è certo stato il massimo», dice Pescia. La stessa situazione si è riproposta a novembre, quando Pescia - facendosi portavoce degli altri inquilini - ha contattato il CEO della società per chiedere informazioni sulla prossima fornitura di nafta. «In risposta, - racconta - mi è stato chiesto quando avrei lasciato l’appartamento. Il locatore non ha preso posizione sulla fornitura ma si è limitato a insistere sull’esigenza che io me ne andassi». Nello scambio di e-mail, che abbiamo potuto visionare, alla domanda su quando era previsto il rifornimento di nafta, il CEO ha risposto «Just get out» («Se ne vada») e allegato il link al portale immobiliare homegate.ch. Un atteggiamento che ha lasciato senza parole i sette inquilini, tra cui vi sono famiglie e anziani, alcuni nella palazzina da decenni. A pesare, dice ancora Pescia, «è anche l’assenza di un referente diretto». Con il trasferimento della proprietà, infatti, è decaduto anche il contratto di amministrazione dello stabile previamente in essere. Dopo un rifornimento a novembre, «attualmente - spiega Laura Méar - la nafta è nuovamente in esaurimento». Anche questa volta a nulla sono servite le richieste di Pescia. «Mi hanno risposto di non avere tempo», spiega. «La loro è un’attitudine vessatoria che alla lunga è pesante e ti esaspera, spingendoti a lasciare l’appartamento prima del termine di disdetta. Considerato pure come il coinvolgimento delle Autorità giudiziarie non può garantire risultati immediati».


In via Maraini anche l’elettricità potrebbe presto essere un problema: la vecchia amministrazione continua a ricevere le bollette delle AIL e il trapasso di contratto non sembra essere mai avvenuto. Nei giorni scorsi è arrivato un dipendente delle AIL - ci dicono i due - per i rilevamenti del contatore a fronte della disdetta formulata dalla precedente proprietà, aggiungendo che qualora il contratto non venisse ripreso da quella attuale avrebbero dovuto «staccare la spina» negli spazi comuni (bloccando così la caldaia).

Ma non è tutto. Veniamo alla denuncia per scasso. Méar racconta che la nuova amministrazione le aveva fatto pressioni per poter effettuare un sopralluogo nel suo appartamento. «Non siamo però riusciti a trovare un accordo per incontrarci - ci dice - e la cosa è morta lì. Il giorno dopo però, era la sera di venerdì 13 novembre, sono rientrata a casa e la porta del mio appartamento era aperta: era stata forzata, la serratura distrutta. Mi sono presa un enorme spavento: vivo lì da anni e non era mai successo niente del genere. Ho subito chiamato la polizia e sporto denuncia penale contro ignoti per scasso e violazione di domicilio. Da casa non è stato rubato nulla». Unica buona notizia di questa storia è che i vicini avrebbero identificato alcune persone che si aggiravano nel palazzo con un piede di porco di colore blu, come le macchie di vernice trovate sulla porta. Starà ora all’inchiesta della magistratura stabilire se gli episodi sono collegati o si è trattato solo di una coincidenza. «Io da quel giorno fatico ad addormentarmi», conclude la consigliera comunale.


L’operato di Narva Group aveva fatto parecchio discutere l’anno scorso a Chiasso quando, dopo aver acquistato lo storico palazzo Carpano, aveva prima intimato con un preavviso di 90 giorni le disdette ai sedici inquilini, molti di loro anziani che vivevano lì da 30-40 anni, e dopo li aveva lasciati senza riscaldamento, senza ascensore e senza pulizie negli spazi comuni. Su segnalazione del consigliere comunale Giorgio Fonio, nel palazzo di piazza Boffalora era intervenuto il Municipio. «Ci siamo impegnati per far prorogare la disdetta e fornire la nafta», ci spiega il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni. «E abbiamo aiutato gli anziani a trovare un’altra sistemazione», aggiunge. Ora palazzo Carpano è vuoto e sono in corso i lavori di ristrutturazione.
Non solo palazzo Carpano. A Chiasso la Narva Group SA ha acquistato recentemente una palazzina in via Soldini. Come si evince dal sito internet della società, attiva da un ventennio e che si definisce «la principale società di ristrutturazione edilizia in Svizzera», in Ticino sono in corso progetti di ristrutturazione anche a Ponte Tresa, Melano e nel quartiere di Gandria a Lugano. In totale in Svizzera, si legge sempre sul portale online, la società ha all’attivo 36 progetti di rinnovamento per 508 appartamenti.
In Svizzera interna i media si sono occupati di Narva in più occasioni. Ad esempio nel 2014 per il caso del quartiere «piccola Istanbul» a Gerlafingen, dove la disdetta era stata intimata a una cinquantina di famiglie.