Il caso

Lugano tende la mano a Bellinzona per evitare il «derby della cultura»

Ambedue le città sono in corsa separatamente per diventare Capitale Svizzera fra cinque anni
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
13.04.2025 22:00

Tra i vari derby che infiammano il nostro cantone, questo forse si poteva evitare. Lugano - sostenuta da Mendrisio e Locarno - e Bellinzona sono entrambe in lizza per diventare «Capitale Culturale Svizzera 2030». Le città ticinesi dovranno battere la concorrenza di Aarau, Sciaffusa, Thun e Zugo.

Avrebbero più possibilità presentandosi unite? Non lo sapremo mai, anche se il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco spera ancora che la capitale istituzionale e quella economica possano convergere nello stesso progetto. «Secondo me sì, possiamo ancora evitare questo ‘derby’. La nostra mano è tesa verso Bellinzona: la cosa importante di questo progetto è l’opportunità di mettere in evidenza il Ticino».

A sostegno della sua tesi, il municipale cita due fatti. «Il discorso sulla capitale culturale svizzera era nato dalla Conferenza cantonale della cultura: un tavolo dove siedono tutte le città. Si era iniziato a parlarne lì, poi avevamo intavolato una discussione con Mendrisio e Locarno perché l’idea era quella di proporre un progetto ‘di lago’. Tuttavia, abbiamo sempre detto di essere aperti ad altre partecipazioni».

Badaracco fa poi un esempio sportivo. «Per organizzare la Festa federale di ginnastica, che è la più grande in assoluto, ci siamo candidati insieme a Bellinzona, Locarno e Mendrisio, e abbiamo già costituito un’associazione a questo scopo». In altre parole: uniti, volendo, si può.

Teoricamente, tornando alla cultura, c’è ancora tempo per una candidatura unica ticinese: il termine è la fine di quest’anno. Politicamente, è tutta un’altra storia.

Chiaramente poi si dovrebbe vincere: un dettaglio non da poco. La risposta arriverà entro la metà del 2026. «Se partecipassimo con tutte e quattro le città insieme - aggiunge Badaracco - potremmo sopportare tutti meglio il budget necessario per questo progetto, che ammonta a 23 milioni di franchi. Sull’altro piatto della bilancia c’è comunque un indotto sul territorio che sarebbe fortissimo, in primis a livello turistico».

In ogni caso, seguendo l’approccio già utilizzato con successo per il LAC, Lugano intende coinvolgere enti, fondazioni e privati interessati a partecipare all’iniziativa e disponibili a cofinanziarla.

Sarebbe, questa partnership multipla, una chiave per convincere il Consiglio comunale a sostenere il progetto, se la regina del Ceresio dovesse effettivamente aggiudicarselo. Con o senza Bellinzona al suo fianco.

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