Giudiziaria

Lui guida ubriaco, lei tira il freno a mano: incidente e passeggera condannata

La donna ha provato ad argomentare sino al Tribunale federale il fatto di non aver avuto altra scelta per fermare il conducente, ma senza successo – Per i giudici poteva limitarsi a minacciare di fare quanto poi messo in opera
Federico Storni
06.09.2023 19:30

No, tirare bruscamente il freno a mano per fermare il guidatore ubriaco non era l'unica scelta. E pertanto quella decisione, agli occhi della legge, deve essere punita. Specificatamente con una pena pecuniaria sospesa e una multa.

L'insolita storia - non capita spesso che a essere condannato per reati relativi alla guida sia un passeggero - risale a una notte di agosto del 2018, ma la si apprende oggi dal Tribunale federale che vi ha messo la parola fine. Confermando la condanna di prima istanza inflitta alla passeggera autrice del gesto. Costei, viene argomentato, non può essere assolta in quanto aveva alternative meno pericolose per ottenere il suo scopo, che era quello di scendere da quella vettura. Ad esempio il limitarsi a minacciare di tirare il freno a meno per convincere il guidatore a fermarsi. Cosa che non ha fatto, da cui la condanna penale.

Quanto al perché volesse scendere da quel veicolo: il guidatore era fortemente ubriaco (aveva un tasso alcolemico compreso tra 1.83 g/kg e 3.22 g/kg) e stava accelerando. La passeggera ha affermato di dover agire a quel punto con urgenza, presa dallo spavento, in una situazione di pericolo imminente. Avrebbe anche provato a chiedere al conducente di frenare, ma senza successo. Si sarebbe dunque trovata in uno stato di necessità in cui ha preso «un rischio calcolato» per scongiurare il pericolo per la sua incolumità e per quello di terze persone. Questo anche perché il tratto di strada in valle Maggia in cui si trovavano era diritto, privo di guardrail e con dei campi ai lati, cioè senza particolari ostacoli.

Argomentazioni che non hanno però convinto nei tre gradi di giudizio, tant'è che sono state respinte. Per i giudici la passeggera doveva appunto lanciare un monito al conducente, anziché procedere come ha poi fatto, compiendo una manovra che, anche in quel determinato contesto, è stata ritenuta pericolosa per sé e per altri (un'auto di un amico seguiva a cinquanta metri): «La passeggera ha tirato il freno a mano improvvisamente, quando l'autovettura aveva raggiunto una velocità di 60 km/h ed era in fase di accelerazione. Il blocco delle ruote posteriori, che ha lasciato sulla strada tracce di frenata per una lunghezza di 32 metri, ha cagionato la perdita di controllo della vettura, che è uscita di strada ed ha colliso con il terrapieno riportando ingenti danni alla parte anteriore». È stata «una manovra dagli sviluppi incontrollabili, e pertanto pericolosa». Giuridicamente, decidendo di tirare il freno a mano, la donna «è intervenuta nella guida alla stregua di un conducente, e ha violato gravemente i suoi doveri fondamentali di prudenza, mettendo in serio pericolo la sicurezza della circolazione stradale. Considerata la gravità dell'infrazione, dal profilo soggettivo la ricorrente ha agito senza riguardi, realizzando gli estremi di una grave infrazione alle norme della circolazione»