Progetto

L'ultimo mulino di Claro fra storia e sogni di rinascita

In funzione fino agli anni Cinquanta, l'opificio verrà ristrutturato restando fedeli alle sue origini – Si prevede inoltre uno spazio didattico con informazioni e fotografie – Il cantiere dovrebbe aprire nel marzo 2023
Oltre ai lavori di ristrutturazione veri e propri, sarà necessario liberare l'interno del mulino dalla vegetazione. © Anna Bronner
Lodovica Casari
21.07.2022 06:00

Presto il quartiere di Claro potrebbe tornare a vantare un mulino funzionante sul proprio territorio. Erano circa venti i mulini che a fine Ottocento erano situati nel paese, ma molti sono stati trasformati in rustici, grottini e case da vacanza, oppure sono stati abbandonati lasciando visibile soltanto qualche rovina. Tra quelli diroccati rientra il Morin da Casro, anche conosciuto come «Morin da Medeo» o «Morin da Paval», che dovrebbe essere oggetto di una ristrutturazione a partire dal prossimo anno. Situato nella parte alta della frazione di Cassero, quel che rimane dell’edificio appartiene ad un privato, ma diventerà presto proprietà dell’omonima associazione Morin da Casro, fondata nel 2019. Il presidente Nicola Sartore ci ha informati in breve sulla storia del mulino e sul progetto che ha ideato.

Il mistero ed il mugnaio

È stato impossibile risalire alla sua data di costruzione, ma basandosi su una ricerca storica sui mulini dell’ex Comune condotta da Mariuccia Marioni, su vecchi articoli di giornale e sui racconti dei suoi compaesani, Sartore ha potuto constatare che sicuramente il mulino era già in funzione nel 1895, perché incluso nel catasto delle acque pubbliche 1894-1896. Proprietà di colui che fu l’ultimo mugnaio del paese, Amedeo Polito, fu ristrutturato nel 1932, anno in cui venne sostituita la ruota esterna e vennero rifatti alcuni muri. Si è trattato dell’ultimo mulino rimasto in funzione in paese, che ha permesso alla popolazione di macinare granoturco e produrre farina fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. 

Testimonianza preziosa

Obiettivo dell’associazione, ci spiega il presidente, è di «recuperare e ricostruire il Morin da Casro, a testimonianza di tutti quei mulini che una volta sorgevano nel paese di Claro, ma a scopo principalmente didattico». A fine maggio 2020 l’associazione ha ricevuto la licenza edilizia per il progetto realizzato dall’architetto Alberto Battaglia.

Dopo diversi ritardi dovuti soprattutto alla pandemia, i lavori di ristrutturazione dello stabile dovrebbero cominciare nel marzo 2023. L’associazione sta ancora cercando di raccogliere i fondi necessari attraverso donazioni private e sostegni da parte della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e altre fondazioni analoghe, soprattutto in Svizzera interna, molto sensibili al tema. Il progetto, i cui costi sono preventivati in 235.000 franchi, prevede la ricostruzione del tetto in piode (oggi inesistente) e il rifacimento delle mura, del canale di adduzione dell’acqua e delle parti meccaniche del mulino, cercando nel limite del possibile di rimanere fedeli alle caratteristiche della struttura originaria. In un secondo momento è prevista la realizzazione di un’area didattica sul retro, dove verranno poste parti di vecchi mulini del paese e pannelli con fotografie e informazioni tecniche e storiche. A questo scopo verrà installato un piccolo impianto elettrico per garantire l’illuminazione e l’alimentazione del sistema di ingranaggi nel caso in cui la portata dell’acqua non dovesse essere sufficiente.