Mendrisio

L’ultimo superstite del nucleo: in vendita la storica attività

Il proprietario del Garni Bar Sport ha deciso di mettere sul mercato l’intero stabile e di conseguenza la struttura ricettiva dopo 67 anni – Chiacchierata con Willy Cereghetti tra ricordi, fatiche e il Magnifico Borgo che fu
©CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
26.06.2024 06:00

«Andando al luogo indicato si può fare il paragone tra il paesaggio di allora e quello di oggi», recita la descrizione del gioco Mendrìs… e pö Parìs! della Corporazione Patrizi di Mendrisio, che attraverso dieci cartoline fa rivivere il Magnifico Borgo di un tempo. Noi andiamo in piazza del Ponte nel 1955. Il tram serpeggia ancora per le strette vie del nucleo storico, anche se il voto popolare deciderà per l’allargamento della strada lasciando spazio ai grandi magazzini Jelmoli. Due anni, una manciata di mesi più tardi e qualche metro più in là, prende avvio l’attività alberghiera che risulterà essere, fino a qualche mese fa, l’unica superstite di quella Mendrisio e del suo nucleo storico: il Garni Bar Sport della famiglia Cereghetti. L’attività, così come l’intero palazzo, è stata messa in vendita dopo 67 anni.

Che baccano quelle campane

Il 15 marzo del 1957 il Dipartimento cantonale di Polizia rilascia la patente di gerente a Marina Cereghetti, madre di Willy, l’attuale proprietario. Rileva l’attività – all’epoca si chiamava «Pensione Sport» – e vivono in affitto a «Casa Beroldingen», l’edificio storico del 19.esimo secolo. «Era una Mendrisio tutta recintata, la strada non c’era e dalla piazza fino a San Giovanni il nucleo era chiuso», ricorda Willy. Il lavoro non mancava, ai tempi. In verità, non è mai mancato alla struttura ricettiva, che ha sempre funzionato tutto sommato bene nonostante il mondo attorno cambiasse e spostasse abitudini, genti e necessità. Da quello stabile passavano operai, rappresentanti, e dormivano anche «tutte le "ballerine" che lavoravano al Paradiso Notte». La sfida più difficile? Far fronte ai rintocchi delle campane, molto poco graditi dagli ospiti della struttura. «Prima suonavano anche di notte, a tutte le ore ogni mezz’ora. In estate, quando i clienti aprivano le finestre, era un bel problema. A colazione, poi, reclamavano». Willy Cereghetti acquisterà lo storico stabile nel 1991. Il 12 aprile dello stesso anno diventerà gerente del Garni Bar Sport e porterà avanti l’attività di famiglia fino a quando qualche acquirente si farà vivo per comprare lo stabile, e quindi rilevare l’attività. Dopo aver vissuto per tutta la vita al Garni e aver visto le varie facce del nucleo storico – come «lo spopolamento del centro dell’ultimo decennio» – sente il bisogno di fermarsi. Il tempo passa e le faccende quotidiane sono diventate fatiche. Vari acquirenti si sono fatti avanti per rilevare l’attività, ma la struttura ricettiva è sprovvista di cucina, motivo per cui si chiama Garni (camera con colazione). E questo fattore sembra frenare un po’. Al netto, rappresenta l’ennesimo pezzo perso di quella Mendrisio che fu.

Fontana-Lupi: «Bisogna avvicinare il centro»

Essendo il Garni Bar Sport l’ultima storica struttura ricettiva del nucleo, ci siamo chiesti quale sia lo stato di salute delle attività storiche nel Mendrisiotto. Vari ritrovi di un tempo stanno ormai cedendo il passo alla modernità, possiamo quindi parlare di impoverimento identitario? Abbiamo girato questi spunti alla direttrice di Mendrisiotto Turismo, Nadia Fontana-Lupi. «Sono ancora presenti diverse attività di un tempo: pensiamo all’Albergo Svizzero di Capolago, al Mövenpick di Chiasso oppure al Conca Bella di Vacallo. Sono strutture che resistono con cambi generazionali, mentre l’Hotel Serpiano è un esempio di passaggio attraverso imprenditori. Il cambio generazionale è sempre un punto critico, se negli anni non si fanno determinate mosse per preparare questo passaggio ci si trova con una porta chiusa». Per Fontana-Lupi, a Mendrisio non mancano strutture ricettive, piuttosto mancano al centro storico, che «avrebbe bisogno di essere avvicinato. Una volta c’era l’Albergo Commercio, una struttura bellissima in un punto strategico, come piazza del Ponte, che dovrebbe essere valorizzata, magari con un attrattore. L’albergo, però, non faceva più parte dell’offerta di quella Mendrisio». Il Garni, sottolinea la direttrice, è l’ultimo baluardo del centro storico, «ma in albergo ci vai per due motivi: perché devi dormire o perché all’interno e intorno alla struttura c’è una sensazione di benessere. Con una posizione come quella del Garni, dove hai benessere perché sei nel nucleo e la dimensione della struttura è medio-piccola, si potrebbe pensare a un boutique hotel».