Turismo

Ma quale lago di Como, «Vogue» non ha dubbi: «Visitate Lugano»

La rivista di moda e viaggi pubblica un articolo in cui elogia le bellezze della perla sul Ceresio: «Dimenticate Como, andate a vedere questa città svizzera dallo stile italiano»
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Red. Online
22.01.2025 14:30

Tra Ticino e Lombardia fortunatamente i rapporti sono più che buoni. Così come quelli tra ticinesi e lombardi. Ma un po' di sana rivalità, fatta spesso di sfottò, è all'ordine del giorno, soprattutto quando si parla di calcio e turismo. Non è un segreto che Lugano a volte guardi a Como con un po’ di invidia, specialmente dopo l’arrivo di star di fama internazionale come George Clooney o, di recente, di VIP hollywoodiani attirati dalle imprese calcistiche della squadra lariana. Visitatori d’eccellenza che hanno dato una spinta esagerata al turismo, creando pure non pochi problemi di sovraffollamento. Eppure, la nota rivista Vogue sembra aver fatto una scelta controtendenza, con un articolo (dal titolo «Dimenticatevi il Lago di Como: ecco perché dovreste visitare questa affascinante città lacustre svizzera») che probabilmente farà rodere il fegato a non poche persone oltre confine.

Ma cosa dice la rivista statunitense sulla perla del Ceresio? Madeline Weinfield, l’autrice dell’articolo, scrive: «La piccola città di Lugano, quasi perennemente soleggiata, situata nell'unico cantone svizzero di lingua italiana (insieme ai Grigioni, ndr), il Ticino, si muove con eleganza sul sottile confine tra due identità: da un lato è saldamente radicata nella famosa efficienza e bellezza bucolica della Svizzera, dall'altro vanta uno stile molto italiano».

E ancora: «È un gioiello sottovalutato che abbraccia il lago di Lugano, la città è da tempo un rifugio per scrittori e artisti attratti dalla sua bellezza circondata da palme, colline alpine, dal caldo clima estivo e da un relativo senso di tranquillità». Vogue poi ricorda come durante la pandemia di coronavirus, «i viaggiatori della Svizzera settentrionale sono stati attirati dalla città e dal suo senso di isolamento, oltre che dal clima molto diverso dal resto del Paese».

Perché «Lugano è una festa per gli occhi. Il centro della città, grande come una cartolina, è un'area pedonale fatta per passeggiate lente, pasti prolungati e cappuccini rilassati. Edifici pastello e dai colori vivaci costeggiano le piazze e le vie laterali (...). La città, italiana nell'anima, non è estranea alle etichette di quel Paese (Gucci e Prada hanno due vetrine qui). Il lago è ovviamente il cuore pulsante, le panchine e un bel parco (il Ciani) rendono il lungolago l'attrazione principale».

Tra le eccellenze luganesi vengono citati gli spazi culturali, come il LAC, che «ospita spettacoli teatrali, di danza e musicali, ed è anche sede del MASI», o spazi d'arte più piccoli, tra cui Sonnenstube, Fondazione Gabriele e Anna Braglia, Museo Gipsoteca Giudici o quelle associate alle GAL (Gallerie d'Arte di Lugano).

Si parla delle colline vitivinicole favorite da un «microclima unico», perché, come spiegato dall’enologa ticinese Benedetta Molteni, «essere in Svizzera, ma molto vicino al confine italiano, ci dà un microclima che ha alcuni tratti alpini e alcuni mediterranei allo stesso tempo». Spazio anche agli eleganti hotel come il «lussuoso» Splendide Royal, fondato nel 1887, che negli anni ha ospitato personaggi famosissimi come «Angelina Jolie, Sophia Loren, Patti Smith, Stevie Wonder e la defunta Tina Turner, la quale viveva in Svizzera». La maggior parte delle camere dell’albergo, si legge, «si affacciano sul lago e sul monte più famoso di Lugano, il San Salvatore, ed è facile trascorrere ore a guardare barche e cigni». E poi c’è il The View di Paradiso, che «rappresenta il futuro», in quanto è «un hotel nuovo e decisamente contemporaneo», o ancora il Castello di Morcote, situato «sulle colline sopra il lago di Lugano, circondato da strade così silenziose che potresti pensare di essere immerso nella campagna», costruito «nel XVII secolo come convento», con la sua «tenuta vinicola di 370 acri» in cui si «coltiva uva sin dai tempi dei romani»

Parlando di cibo, Vogue si lancia subito sui classici, sottolineando l’accostamento della cucina elvetica a quella italiana: «La Svizzera è il Paese che ha dato al mondo la fondue, la raclette e i rösti», i «piatti tipici di montagna» che «si possono trovare in tutta Lugano, più verosimilmente nei piccoli ristoranti sulle colline fuori città». Ma «il fatto che la città si trovi nel cantone italofono significa che si possono trovare pasta e pizza che rivaleggiano con quelle della turistica Como, appena oltre il confine. È l'abbraccio di Lugano sia al lato svizzero che a quello italiano della sua identità a costituire la base della sua scena gastronomica».

Nonostante i piatti tipici della vicina Penisola, l’autrice nota che comunque «non si può visitare Lugano senza esplorare i suoi grotti, un tipo di ristorante tipicamente piccolo, a conduzione familiare e unico nel Canton Ticino, che serve piatti rustici e fatti in casa». Tra questi vengono citati il Grotto Figini a Collina d'Oro, che «serve piatti come coniglio selvatico e polenta serviti con funghi porcini e formaggio di montagna locale», il ristorante Vicania a Vico Morcote, dove la cucina del grotto è «servita in uno spazio elegante», con piatti tipici come «il ragù di cinghiale e il risotto con la zucca», che «vengono serviti all'interno vicino a un grande fuoco a legna, in inverno, o in un prato, in estate». E poi le pizzerie: Tango, in Piazza Riforma, e il Ristorante della Posta a Morcote. E spazio pure agli stellati Michelin: quello degli hotel The View e Splendide Royal (I due Sud), nonché il Meta, che ha «un menù mediterraneo e una sala da pranzo con vista sul lago» Ceresio.

Secondo la rivista di moda e viaggi, però, il «posto migliore per godersi la vista sul lago di Lugano, con un bicchiere di vino in mano, è lo storico hotel Villa Principe Leopoldo. Costruito nel 1868 come residenza privata per il principe prussiano Leopoldo von Hohenzollern, la villa in stile Belle Époque è ora un hotel a cinque stelle con un ampio prato arroccato sopra l'edificio principale». Poi vengono citati il Grand Café Al Porto nel centro di Lugano, «il posto più affascinante della città per un espresso o un cappuccino», la Gelateria di Lugano sul lungolago e la Casa Del Gelato a Morcote.

Dopo il profano, infine, si affronta il sacro, con due chiese che «meritano una visita»: la Cattedrale di San Lorenzo, «la cui facciata risale ai primi anni del XVI secolo», e la Chiesa di Santa Maria degli Angioli, che ospita «un affresco di Bernardino Luini, discepolo di Da Vinci, considerato un capolavoro del Rinascimento». Che sia meglio di Como oppure no, certo è che Lugano si è guadagnata una gran bella pubblicità sulla stampa internazionale.