La risposta

Ma Uber, quindi, pagherà i contributi sociali anche a Lugano?

Lo abbiamo chiesto direttamente all'azienda americana dopo quanto successo a Ginevra: ma l'approccio, sulle rive del Ceresio, pare differente
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Marcello Pelizzari
28.08.2024 19:45

Lo sbarco in Ticino, anzi (per ora) solo a Lugano. Un passato, anche recente, fatto di critiche, polemiche e cause legali. Una, in particolare, la ricordano tutti: intentata dal Canton Ginevra, ha costretto l’azienda a versare 3,8 milioni di franchi a mo’ di risarcimento. E poi le preoccupazioni dei tassisti «classici» e l’impatto, pensando in particolare ai turisti, che potrebbe avere il servizio sul territorio. Sì, l’arrivo di Uber sulle rive del Ceresio ha fatto e sta facendo discutere. Molto, moltissimo. Al punto da spingerci a contattare direttamente l’azienda per saperne di più.

Innanzitutto, come e quando è nata l’idea di puntare su Lugano? Nel comunicato diffuso in giornata, si parla fra le altre cose di «migliaia di utenti dal Ticino» che, nel 2023, avevano «aperto l’applicazione Uber per prenotare una corsa». Rimanendo delusi. «Nel corso degli ultimi mesi e anni – conferma Uber – abbiamo assistito a una crescente domanda dei nostri servizi in Ticino. Allo stesso tempo, Uber si è espansa in un numero sempre maggiore di città e ha costruito solide partnership con i tassisti in tutta la Svizzera. Ora, non vediamo l’ora di portare i nostri servizi anche in Ticino e di collaborare con le compagnie di taxi locali e i tassisti indipendenti per offrire una gamma ancora più ampia di servizi di mobilità a residenti e turisti».

Al momento, dicevamo, Uber sta concentrando i propri sforzi su Lugano e, citiamo, «sulla costruzione di solide collaborazioni con i conducenti e i portatori di interesse». È chiaro, però, che un servizio del genere potrebbe far gola ad altre città del cantone: «Riscontriamo chiaramente la domanda e l’interesse di clienti e autisti anche in altre parti del cantone, e faremo del nostro meglio per fornire i nostri servizi anche a loro nel prossimo futuro» si limita a dire l’azienda.

Ultima, spinosa questione. Quella di come etichettare gli autisti: a Lugano sono considerati dipendenti e, quindi, possono beneficiare altresì dei contributi sociali (versati da Uber) o lavoratori autonomi? «Uber è un intermediario e non assume gli autisti che utilizzano l’app Uber» conclude l’azienda. «Inoltre, non richiede alcuna esclusività né impone obblighi di uso agli autisti. Questi sono liberi di utilizzare l’app con la frequenza che desiderano, di utilizzare altre app o di dedicarsi ad altre attività. Come distributore di corse, collaboriamo a Lugano con autisti professionisti di taxi e operatori di noleggio con conducente, sia indipendenti sia impiegati da aziende di trasporto locale». Gli autisti indipendenti, prosegue Uber, «in virtù del loro status sono responsabili del rispetto dei vari obblighi inerenti al lavoro autonomo, compresa la previdenza sociale. Poiché la maggior parte di loro opera come autista professionista autonomo da molti anni, questi autisti sono ben consapevoli degli obblighi legali che comporta l’attività». E ancora: «Per gli autisti che sono impiegati da società di taxi o di trasporto locali, il datore di lavoro è responsabile degli oneri sociali e delle prestazioni».

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