Malattie reumatiche del ginocchio: quali sono e come prevenirle

In Ticino, come in tutto il mondo occidentale, l’artrosi del ginocchio è molto frequente e porta spesso ad interventi ortopedici. Con la pandemia, inoltre, molte problematiche fisiche, specialmente negli anziani, sono peggiorate. Ma quali sono le patologie reumatiche più diffuse e come si possono prevenire? Ne parliamo con il dottor Nicola Keller, membro del Comitato della Lega svizzera contro il reumatismo.

Dottor Keller, quali sono le malattie reumatiche del ginocchio più diffuse?
«La patologia più frequente del ginocchio è l’artrosi, una malattia degenerativa che consiste nell’invecchiamento dell’articolazione con il consumo progressivo della cartilagine. L’artrosi può causare anche handicap importanti, che, oltre alle terapie conservative, possono portare all’intervento chirurgico protesico. A dipendenza dell’età e della situazione specifica del paziente, ci sono poi le patologie infiammatorie, come le artriti. Ci sono sia patologie locali, che colpiscono unicamente il ginocchio, sia sistemiche, che interessano tutte le articolazioni, in modo più o meno importante, e tra queste anche il ginocchio. Quando si parla di artriti, il discorso diventa più ampio, perché ce ne sono varie forme. Quelle che colpiscono più frequentemente il ginocchio sono la pseudogotta (condrocalcinosi), causata da depositi di cristalli di pirofosofato di calcio nell’articolazione che possono scatenare una reazione infiammatoria. Questa è più diffusa negli anziani con già delle preesistenti degenerazioni artrosiche. Vi sono poi molte altre forme di artriti che possono pure coinvolgere il ginocchio, come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriatica o la gotta (quest’ultima causata da cristalli di acido urico). È importante sottolineare che le patologie del menisco sono anch’esse principalmente di origine degenerativa e sono perciò causate da una degenerazione progressiva del menisco. I menischi sono due semicuscinetti che fanno da ammortizzatore nel ginocchio e, questi, con gli anni si consumano. In passato i pazienti che avevano tali problemi venivano spesso operati al menisco, oggi è un tipo di intervento che non si fa più, perché ci si è accorti che serve a bene poco, soprattutto quando la lesione meniscale è associata a una lesione osteocondrale, cioè della cartilagine. In questi casi non è in genere indicato intervenire sul menisco. Lesioni meniscali vanno invece operate dopo traumi acuti, soprattutto in giovani sportivi oppure quando il ginocchio resta bloccato per l’interposizione del frammento di menisco lesionato. Va sottolineato che sono due patologie differenti: una è traumatica e può interessare anche il giovane, l’altra invece è degenerativa ed interessa in genere la persona anziana. Nel secondo caso si tende a non più intervenire ma a trattare il ginocchio in modo conservativo, con qualche eccezione».
A che età si presentano generalmente le problematiche del ginocchio? Possono colpire anche i giovani?
«Più si va in là con gli anni, più si rischiano problemi al ginocchio. La patologia di tipo degenerativo in genere colpisce dai 60 anni in su, mentre prima si possono verificare problemi al ginocchio di tipo degenerativo dopo traumi e conseguenti danni osteocondrali. Se un paziente ha infatti subito un trauma al ginocchio o un pregresso intervento, allora può sviluppare un’artrosi precoce già molto prima. Un’altra possibilità di artrosi precoce può essere legata alla malformazione dell’arto, come nel caso del ginocchio varo (detto anche ginocchio a O) o del ginocchio valgo (detto a X), che porta a un sovraccarico anomalo dell’articolazione. Questo sovraccarico può causare un’artrosi precoce del ginocchio. Le patologie infiammatorie del ginocchio, a dipendenza della loro causa, possono invece colpire ad ogni età, anche i bambini».
Com’è la situazione in Ticino?
«In Ticino, come d’altronde in tutto il mondo occidentale, il problema di artrosi al ginocchio è molto frequente e porta spesso ad interventi ortopedici. Dopo quella per l’artrosi dell’anca, l’operazione più frequente è proprio quella per l’artrosi del ginocchio. Mentre l’intervento all’anca si fa generalmente anche in età meno avanzata, perché è relativamente più semplice e dà quasi sempre buoni risultati, quello protesico al ginocchio si cerca di posticiparlo, anche dopo i 70 anni. Si prova prima ad affrontare il problema con misure conservative, ad esempio con infiltrazioni o con misure fisioterapiche. Questo perché l’intervento è abbastanza invasivo, con un recupero relativamente lento e può dare risultati meno buoni di come si aspettava il paziente».
La pandemia ha accentuato questi problemi fisici?
«La pandemia ha provocato un peggioramento generale delle condizioni psichiche e fisiche dell’anziano. Dal punto di vista psichico è stata devastante per ovvi motivi: ho pazienti che sono stati chiusi in casa anche un anno senza vedere nessuno. Pure l’aspetto fisico non è stato risparmiato, le persone in là con gli anni abituate a fare passeggiate o ginnastica di gruppo sono rimaste ferme. La perdita di queste attività essenziali ha peggiorato tutte le problematiche, evidentemente non solo quelle del ginocchio, ma tutte quelle legate ai dolori del sistema locomotore. Il lockdown ha inoltre notevolmente inficiato sullo stato psicofisico della popolazione, soprattutto quella anziana. Anche i giovani sono comunque stati colpiti dagli effetti della pandemia, anche se loro soprattutto sotto l’aspetto psichico».
Come si possono prevenire le patologie del ginocchio?
«Bisogna stare attenti al peso, fare movimento e tenere un’alimentazione sana. Il sovrappeso è uno dei fattori di rischio principali per lo sviluppo dell’artrosi al ginocchio, e anche questo è un problema peggiorato con il lockdown e la conseguente impossibilità di muoversi. Tanti hanno preso chili, si sono chiusi in casa e hanno cucinato (e mangiato) di più, ciò che ha portato ad un peggioramento delle patologie articolari soprattutto degli arti inferiori, in particolare del ginocchio. Inoltre è fondamentale praticare attività fisica, sia dal punto di vista cardiovascolare che per la tonificazione muscolare. È importante sottolineare che l’artrosi va trattata con il movimento, non è assolutamente vero che chi ne è affetto non deve muoversi. Questo principalmente per due motivi. Uno: per migliorare la muscolatura, che è essenziale per stabilizzare l’articolazione. Due: per migliorare la vascolarizzazione dei tessuti, perché la cartilagine del ginocchio, non essendo vascolarizzata, viene nutrita dai tessuti periferici. L’inattività può solo far peggiorare il processo degenerativo artrosico, oltre che far aumentare il dolore. Il movimento infatti contribuisce ad aumentare la produzione di endorfine, ossia gli ormoni che il nostro corpo rilascia per controllare il dolore. Ginnastica medica, camminate, bicicletta o cyclette, che sollecita meno l’articolazione e più la muscolatura, sono attività essenziali per gli anziani. E poi occorre seguire un’alimentazione corretta, che può ridurre il processo infiammatorio. Io, ai miei pazienti, consiglio la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdure, poca carne rossa (ricca di sostanze proinfiammatorie), preferendogli quella bianca o il pesce. Poi bisogna cercare di non esagerare con caffè e alcol, ed evitare le sigarette: il fumo, oltre a causare malattie respiratorie, ha un influsso negativo pure sulle patologie degenerative ed infiammatorie del sistema locomotore. C‘è però una componete che non possiamo influenzare: la familiarità. L’artrosi del ginocchio, come quella delle mani, ha infatti un’importante componente genetica. Per cui occhio all’albero genealogico!».