Marko Tomic, no alla scarcerazione

Niente libertà condizionale per uno degli autori del delitto Tamagni - Annunciato il ricorso
Yasar Ravi: avanti fino al Tribunale federale. (foto Crinari)
Red. Online
09.06.2015 06:00

LOCARNO - «Certo, ci appelleremo al Tribunale federale. Non intendiamo accettare questa sentenza e, visto che abbiamo la possibilità di opporci, la contesteremo entro i trenta giorni che ci sono concessi per legge». Così Yasar Ravi, avvocato difensore di Marko Tomic, conferma al CdT la scelta di proseguire il cammino intrapreso con il ricorso inoltrato a settembre alla Corte dei reclami penali (Crp) contro la decisione del giudice dei provvedimenti coercitivi, Maurizio Albisetti, di non concedere al suo assistito la libertà condizionale. Un ricorso che, come riferito ieri dalla RSI, è stato recentemente respinto a causa di un residuo rischio di recidiva. Per questo, almeno per il momento, il ventiseienne deve rimanere dietro le sbarre, nonostante abbia ormai scontato i due terzi della pena. Ad oggi si trova al penitenziario di Witzwil (nel Canton Berna), dove beneficia del carcere aperto. Sta scontando la pena a dieci anni di prigione inflittagli nel gennaio del 2009 per l'omicidio di Damiano Tamagni, avvenuto a margine del Carnevale di Locarno, il primo febbraio del 2008.

Un caso che aveva fatto sensazione e del quale si era fra l'altro tornati a parlare lo scorso 27 maggio, quando il Consiglio comunale di Losone aveva bocciato con 17 voti contrari, 7 favorevoli e 6 astensioni la domanda di naturalizzazione presentata dalla madre del ventiseienne. E questo nonostante il messaggio Municipale proponesse l'approvazione della concessione dell'attinenza e la Commissione della legislazione avesse stilato un solo rapporto positivo. Firmato, però, con riserva da alcuni dei suoi membri. E sono stati proprio questi ultimi a sollevare i dubbi che hanno poi portato al voto negativo con scrutinio segreto. Ora la relativa risoluzione è stata pubblicata e vi sono 30 giorni di tempo per inoltrare eventualmente ricorso al Consiglio di Stato. Avendo la possibilità, come spiega al CdT Vincenzo Lava, capo dell'Ufficio cantonale dello stato civile, di sollevare censure di due tipi: «O di carattere formale, contestando cioè la procedura di adozione della decisione, oppure nel merito delle motivazioni che hanno portato al verdetto del Legislativo».

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