Il confronto

Meglio Lugano o Como? Ecco cosa pensano i turisti

Su diversi forum si discute su quale sia la destinazione più attrattiva: il Lario colpisce per il suo fascino, mentre il Ceresio è apprezzato per la qualità dei servizi
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«A Lugano c’è un sistema di trasporti pubblici migliore», «Como è più bella», «Il Lario è più affascinante», «Lugano è più cosmopolita e i suoi abitanti sono abituati a parlare inglese con gli stranieri», «A Como tutto è meno caro, non c’è dunque paragone». Ci siamo messi a curiosare online – e a questo riguardo sono state molto utili le discussioni trovate su Reddit.com – per capire come all’estero, soprattutto negli USA, si parla di Lugano. Più che altro per capire se – e come – viene percepito il dualismo tra Como e Lugano. Per capire cioè come in Nordamerica reagiscono a questa domanda: «È meglio Como o è meglio Lugano?». Due città gemelle, con più o meno le stesse dimensioni e gli stessi panorami, distanti 32 chilometri e facenti parte della stessa area metropolitana. Ma separate da un confine. Turisticamente le differenze sono però importanti. Lugano si difende bene, ma Como è una potenza. E negli Stati Uniti sembra esserci – complici George Clooney e diverse produzioni hollywoodiane – una vera e propria adorazione per la città sul Lario. Per l’Italia in generale e per Como in particolare.

Troppo grande?
Ma come ne esce Lugano in questo confronto? Vero, un paio di discussioni su Reddit o TripAdvisor non rappresentano probabilmente valido un campione scientifico, ma è sempre interessante leggere quello che, oltreoceano, pensano di noi. «Io non salterei a piè pari Lugano – scrive per esempio un utente di Akron, in Ohio – solo perché non è Como». «Lugano – risponde QQ2 da New York – è molto bella, ma estremamente più cara. Vi consiglio di stare a Como, o meglio ancora a Menaggio o Varenna, dove il lago è più bello, e semmai organizzare la visita di un giorno in Svizzera con il bus. Ma evitate la domenica o i giorni di festa, perché troverete tutto chiuso». «Se è brutto tempo a Lugano c’è probabilmente più da fare». Ma c’è anche chi commenta un po’ a caso. «Io andrei a Como. A Lugano sono passata in treno e l’ho vista dall’alto. Mi sembrava un po’ troppo grande». Ma poi c’è anche chi è di parte, come Bobo97, statunitense che vive a Morcote: «Como è sopravvalutata. Meglio Lugano, ma anche Locarno è bella».

Il brivido della frontiera
Quel che sembra emergere da molte risposte è che, perlomeno per il pubblico nordamericano, la frontiera viene vista turisticamente più come un atout che come una limitazione del viaggio. L’attraversamento del confine, per un viaggiatore non abituato ai confini, sembra essere vissuto come qualcosa di, citiamo, thrilling. Emozionante. «Potete visitare due laghi – spiega un utente – e passare un giorno in Italia e quello seguente in Svizzera. E la differenza si nota». Tirando le somme, in ogni caso, a vincere la sfida sembra essere Como, con Lugano che si deve «accontentare» del turismo di giornata. Del resto, sul Lario, a grandi linee, i pernottamenti sono cinque volte superiori rispetto a quelli registrati nel Luganese.

La stessa aria
Che il turista non si limiti a una delle due destinazioni è uno spunto di riflessione per chi, da una parte e dall’altra, è attivo nella promozione del territorio. «Il nostro sguardo deve andare oltre il perimetro del lago – commenta Giuseppe Rasella, consigliere di giunta nella Camera di Commercio di Como-Lecco con delega al turismo – Dovremmo creare una collaborazione più proficua fra Lario e Ceresio: sarebbe un valore aggiunto per ambedue le realtà. Gli operatori già lo fanno, consigliando gli ospiti che hanno il desiderio naturale di vedere cosa c’è oltre il confine». E fra le istituzioni? Teoricamente – e logicamente – dovrebbe valere lo stesso principio, ma politicamente non è facile da applicare: ognuno, un po’ ovunque, tende a voler pubblicizzare il suo «prodotto», non quello di un vicino che viene percepito soprattutto come un concorrente (non è evidente instaurare una collaborazione fra due destinazioni dello stesso Paese, figuriamoci fra quelle di due Paesi diversi). «Non credo sia un’utopia – dice sempre Rasella – Ho parlato con diversi imprenditori di Lugano e più volte è emersa la volontà di creare una collaborazione fattiva. Fra di noi ci sono differenze importanti, è vero, ma alla fine respiriamo la stessa aria. E dal punto di vista economico abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Insieme, per esempio, potremmo puntare a prolungare la permanenza dei turisti che arrivano da Paesi lontani». E magari, nella valorizzazione del territorio, Ceresio e Lario potrebbero imparare qualcosa di prezioso l’uno dall’altro.