Metti i giovani al centro
«Ci si mette del tempo a diventare giovani», sosteneva Picasso, che fin dalla tenera età fu avvicinato all’arte dal padre, pittore ed insegnante di disegno. Ad 8 anni realizzò il suo primo dipinto. Un talento precoce, sbocciato presto e coltivato in seguito con dedizione pressoché maniacale. Il riferimento al grande maestro spagnolo non è casuale. A Bellinzona da oramai due decenni abbondanti si parla di realizzare un centro giovanile, ma concretamente si è mosso poco o nulla. Anche perché di solito il tema rifà capolino nell’imminenza delle elezioni comunali (o a causa dell’abbattimento della casetta ex Zoni all’ex campo militare nel dicembre 2017) e poi, in sordina, sparisce quasi completamente dall’agenda politica.
L’argomento è giocoforza tornato d’attualità con la nascita della Città aggregata, che oggi conta oltre 45.500 abitanti, con l’obiettivo di edificare una struttura aperta anche alla cultura e alla socialità da affiancare al progetto itinerante denominato «Social truck» lanciato quattro anni or sono e alle altre offerte presenti sul territorio (come lo Skate Plaza accanto allo stadio Comunale, che festeggia un lustro di vita, oppure altre iniziative ludico-formative nei singoli quartieri). Stando a quanto appreso dal CdT, fra le ipotesi al vaglio del Municipio in pole position ci sarebbe l’ex Stallone, che molti ticinesi conoscono soprattutto per il parcheggio dietro BancaStato.
Un’offerta complementare
Di proprietà del Comune, il complesso su due piani in via Lavizzari accoglie nei propri spazi società ed associazioni quali ad esempio la Civica Filarmonica della capitale (la sede è stata inaugurata nel 1977), la Scuola bandistica regionale del Bellinzonese ed il gruppo Mamma bambino nonché mezzi e materiale della Città. Attraverso una mozione, inoltrata negli scorsi giorni, Ronald David e Giulia Petralli (Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti) chiedono di ristrutturare e di risanare energeticamente l’ex Stallone per poi destinarlo «alla politica giovanile, culturale e associativa della Città». Nelle intenzioni dell’Esecutivo ci sarebbe proprio questo e proprio lì. C’è insomma la volontà di creare una struttura che possa rispondere non solamente alle esigenze e ai bisogni di ragazze e ragazzi, ma che sia altresì aperta alla socialità in senso lato. Un’offerta complementare a quanto previsto nell’ambito del restyling dell’ex oratorio di Giubiasco (destinato a diventare un luogo di ritrovo intergenerazionale) e che possa in un certo senso ovviare alla rinuncia all’acquisto dell’ex ospedale di Ravecchia, che avrebbe dovuto accogliere uffici comunali (in primis del Dicastero opere pubbliche) e spazi per attività associative e culturali.
«Chiaro segnale all’Esecutivo»
Che ci sia la necessità di dover offrire alla fascia più giovane della popolazione bellinzonese un centro ad hoc, d’altronde, è emerso anche lunedì sera nella seconda parte della seduta di Legislativo. Praticamente tutti i partiti sono d’accordo sul fatto che non bisogna più tergiversare. È stata però respinta la mozione (con 38 no, 8 sì e 5 astenuti), presentata sempre dagli ecologisti Ronald David e Giulia Petralli, che chiedeva di insediare il Centro giovani all’ex Birreria di Carasso. Un complesso, quest’ultimo, che come abbiamo riferito lo scorso 18 gennaio ospiterà invece i Servizi urbani e con ogni probabilità anche la nuova caserma dei pompieri.
«Da parte di questo consesso è giunto un segnale chiaro all’indirizzo del Municipio: vanno cercate al più presto delle soluzioni per i giovani, coniugando diversi tipi di esigenze. Adesso occorre lavorare tutti assieme per individuare l’alternativa migliore», ha affermato David. Il tema delle politiche giovanili, gli ha fatto eco la collega di gruppo Petralli, «non può più essere trascurato. Servono risposte concrete ed investimenti». Dal canto suo Michela Pini (PLR) ha posto l’accento sull’importanza di «offrire ai giovani degli spazi di incontro per momenti di svago e culturali», mentre Marguerite Ndiaye Broggini (il Centro) ha rilevato con un po’ di amaro in bocca che «ci si lamenta che quando i giovani sono in centro fanno rumore, ma poi quando sembra farsi largo una soluzione lontana dal salotto buono ecco che si presenta sempre un problema». Secondo Lorenza Röhrenbach (Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti) «il Social truck non è sufficiente. L’Esecutivo deve identificare un luogo idoneo senza se e senza ma. Siamo già in ritardo». Infine il neoconsigliere comunale Michele Egloff (Unità di sinistra) ha guardato oltre, auspicando che il Municipio elabori una «strategia inerente la politica giovanile, culturale e sociale».
Favorire l'integrazione
Un centro di socializzazione interculturale per favorire l’integrazione. Come già fatto da altre città svizzere, anche Bellinzona in collaborazione con il Cantone sta intanto valutando la realizzazione della struttura. «Si tratta di mettere in rete e di supportare se del caso logisticamente le associazioni che già operano in questo ambito sul territorio», ha risposto il Municipio all’interpellanza presentata dal gruppo Verdi-FA-MPS-POP-Indipendenti (prima firmataria Giulia Petralli). Inizialmente verranno messe a disposizione le aule delle scuole di Daro, dove verranno organizzati dei corsi di integrazione. In un secondo tempo «si valuterà la possibilità di trovare una sede unica e centrale per l’organizzazione delle attività di socializzazione e integrazione che sono promosse sul territorio, ma spesso non coordinate e in modo disorganico tra loro».
Infine, ultimo punto, si mira a promuovere periodicamente un cosiddetto «Tavolo della solidarietà e dell’integrazione» così da poter mettere in contatto tra loro i vari attori. In merito alla possibilità di concedere il diritto di voto e di eleggibilità ai residenti di nazionalità estera dopo 10 anni di domicilio nella capitale, l’Esecutivo osserva che ciò è un argomento che esula dall’autonomia decisionale comunale, trattandosi di un tema prettamente politico-partitico: «Al Comune spetterebbe solamente la sua attuazione».