Mobbing al Tribunale cantonale penale: «Nel rapporto Galliani nessuna conclusione giuridica»
La Commissione amministrativa del Tribunale d’appello ha preso posizione, citiamo, sul cosiddetto «rapporto Galliani». L’ex procuratrice pubblica, lo scorso aprile, era stata incaricata dal Consiglio di Stato di svolgere accertamenti in merito alla segnalazione di mobbing presentata da una segretaria del Tribunale penale nei confronti di una sua collega. In un’interrogazione parlamentare, sempre di aprile, il deputato del PLR Matteo Quadranti aveva parlato di «mobbing di lunga durata (tra segretarie, tra segretarie e giudici, tra segretarie e giudici e/o cancellieri e viceversa), se non molestie sessuali, quantomeno apprezzamenti inopportuni, commistioni, vendette, ricattini e raccomandazioni sul ‘‘chi deve stare dalla parte di chi’’, protezionismi, faziosità e via dicendo».
«Dando seguito a una segnalazione inoltrata alla Sezione delle risorse umane da una collaboratrice del Tribunale penale cantonale per possibili molestie subite ad opera di una sua collega, con risoluzione del 30 aprile 2024 il Consiglio di Stato ha incaricato l’avv. Maria Galliani di procedere ad accertamenti preliminari a supporto dell’autorità giudiziaria di nomina» si legge nella nota appena diffusa. «Dopo avere proceduto a numerose audizioni e concluso l’incarico, l'avv. Galliani ha trasmesso le risultanze dei suoi accertamenti al Consiglio di Stato, che le ha poi a sua volta fatte pervenire per le proprie incombenze alla Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, nella persona del suo presidente, quale autorità di nomina della funzionaria segnalata».
I singoli membri della Commissione amministrativa, ad eccezione «naturalmente del rappresentante della Sezione di diritto penale del Tribunale d’appello», «hanno quindi potuto esaminare a turno il dossier allestito dall’avv. Galliani e si sono riuniti venerdì 20 settembre 2024 per discutere del medesimo e per valutare i prossimi passi da intraprendere. A scanso di qualsiasi equivoco, è bene sottolineare che il ‘‘rapporto Galliani’’ consiste esclusivamente nell’insieme delle risultanze di una serie di accertamenti compiuti dalla citata avvocata, intesi a chiarire la natura delle relazioni personali intercorse nel tempo tra la parte segnalante e la parte segnalata». In particolare, prosegue il comunicato, «esso non contiene alcuna conclusione giuridica in merito all’esistenza o meno di una situazione di mobbing. Nella misura in cui tali atti d’inchiesta costituiscono degli accertamenti preliminari dei fatti volti a permettere all’autorità di nomina di decidere se aprire un procedimento disciplinare/amministrativo nei confronti della persona segnalata e/o di altri collaboratori attivi presso il Tribunale penale cantonale, gli stessi sono naturalmente coperti dal segreto d’ufficio, ragione per la quale, pena la violazione di quest’ultimo, il loro contenuto non può assolutamente essere divulgato a terzi».
La Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, infine, «si sta adoperando affinché la questione di diritto del personale pubblico sorta a dipendenza della segnalazione sopra menzionata possa essere definita in maniera celere, fermo restando la necessità di rispettare le procedure e i diritti delle persone coinvolte».