Valle di muggio

Morbio Superiore sarà un «villaggio modello»

La frazione del Comune di Breggia, come Monte, è al centro di un progetto che mira a trasformarla in un paese a misura di anziano e all’insegna dell’intergenerazionalità
Per vivere bene. (Foto Zocchetti)
Lidia Travaini
12.04.2021 06:00

Non solo Monte, anche Morbio Superiore potrebbe presto diventare un villaggio modello. Forse poi altre località della Valle di Muggio seguiranno il loro esempio. Stiamo parlando dell’intenzione del Municipio di Breggia di mettere mano a luoghi strategici e centrali di Morbio Superiore creando zone (e occasioni) di incontro, svago e socializzazione che possano ottimizzare la vita comunitaria. E valorizzare l’intergenerazionalità. Quella che sta prendendo forma è ben più di un’idea. Il progetto è iniziato nel 2019 con una ricerca condotta in tutta la valle per capire come vivessero gli anziani e quale fosse la qualità della vita. Analizzati i risultati, i Comuni di Castel San Pietro e Breggia hanno deciso di tramutare la teoria in progetti concreti che migliorassero la qualità di vita e si concentrassero sugli spazi pubblici, dove la comunità può rinsaldarsi. Castello ha iniziato da Monte, Breggia da Morbio Superiore, affidando l’incarico di allestire un progetto allo studio di architettura StudioSER, di Rina Rolli e Tiziano Schürch.

L’appello alla popolazione
Il loro lavoro in questi giorni ha vissuto un passo decisivo: l’invio di un volantino a tutta la popolazione con l’obiettivo di raccogliere materiale e testimonianze storiche. L’invito è rivolto in particolare agli anziani e può sembrare anomalo per due architetti. «Prima di sviluppare un progetto con proposte concrete - dice Schürch - è importante dialogare con la popolazione, per avvicinarci al passato e capire come erano vissuti gli spazi del nucleo, quali erano i luoghi importanti e come sono cambiati». La volontà è «migliorare nel presente la qualità della vita con una visione intergenerazionale e approfittare della vicinanza con gli abitanti per rendere visibile e valorizzare la storia del nucleo e della località». Per capirlo i due architetti trovano fondamentale la presenza sul posto: «Incontrare persone, farsi raccontare piccole ma significative storie, vedere le loro fotografie è molto importante». Pandemia permettendo, naturalmente, la raccolta del materiale può anche avvenire senza contatto diretto, se gli anziani (e non) lo preferiscono. «Abbiamo notato che le persone si interessano, vedendoci in giro, chiedono cosa facciamo e hanno piacere di condividere le loro piccole, grandi storie. Abbiamo parlato con quattro anziani ancora prima di inviare il volantino». Chi desidera condividere materiale o ricordi può farlo entro fine mese, anche contattando la cancelleria.