Mutano le rotte migratorie: confine sud sotto pressione
Da 2.873 in un mese, a 4.098 nelle 4 settimane successive. I mesi sono quelli di agosto e settembre, i numeri riguardano i soggiorni illegali registrati in Ticino. A diffondere le cifre aggiornate è stato l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), che sul territorio nazionale ha conteggiato in settembre un totale di 7.120 soggiorni illegali (vale a dire tentativi di entrare in Svizzera da parte di migranti irregolari, poiché sprovvisti dei necessari documenti). Una cifra che supera di circa 1.350 unità i casi registrati in agosto, quando erano stati 5.767 (e che supera anche il totale del mese di settembre dello scorso anno quando erano stati 6.677).
Il sensibile aumento misurato in settembre in Ticino parla in fondo di una situazione nota e spesso al centro della cronaca: quella della pressione migratoria al confine e della gestione dei profughi sul territorio. Le cifre mostrano tuttavia come il fenomeno si stia intensificando, non solo rispetto ai mesi precedenti (in luglio i soggiorni illegali in Ticino erano stati 1.486, in giugno 1.125, ma la pressione aumenta ogni anno tra la fine dell’estate e l’inverno), ma che l’intensificazione è più netta che in passato. Un anno fa in Ticino erano stati registrati 1.309 soggiorni illegali in agosto e 2.144 in settembre. «Secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM, a cui spetta l’analisi della situazione migratoria, ndr), l’aumento della pressione al confine meridionale in Ticino è dovuto principalmente a uno spostamento delle rotte migratorie all’interno dei Balcani – si legge nel commento alle cifre diffuse nelle scorse ore –. Se fino all’ottobre 2022 la rotta Serbia-Ungheria-Austria era la più importante per la migrazione dai Balcani verso l’Europa, attualmente è invece la rotta dalla Serbia all’Italia attraverso Bosnia, Croazia e Slovenia quella più utilizzata».
Tra le cifre diffuse dall’UDSC ci sono anche quelle riguardanti l’attività di passatore e le riconsegne alle autorità estere. I sospetti passatori fermati in settembre nel nostro Paese sono stati 37, lo stesso numero del mese precedente. Le persone riconsegnate alle autorità estere hanno invece toccato quota 781 (una cinquantina in più di agosto).
In cerca di soluzioni per l’asilo
Le statistiche aggiornate della Confederazione che sottolineano l’intensità della pressione ai confini meridionali ribadiscono anche di riflesso quello migratorio come un tema caldo e attuale. A maggior ragione nel Mendrisiotto. Ad aver portato d’attualità l’argomento nel nostro Distretto non sono solo i profughi che sono considerati illegali, ma anche i richiedenti l’asilo che soggiornano nei Centri federali d’asilo di Chiasso e di Pasture (coloro che depositano una domanda d’asilo). A questo riguardo abbiamo chiesto alla SEM una previsione di quanto accadrà alle nostre latitudini nei prossimi mesi. Alla luce dell’intensificarsi della pressione migratoria e dell’aumento di domande d’asilo che si aspettano le autorità (la SEM nel 2023 ne ipotizza 28.000 oppure, secondo uno scenario meno probabile 35.000).
Quasi a dimostrare la delicatezza del tema (e la facilità di strumentalizzazione di alcune notizie, osiamo aggiungere) da Berna sono tuttavia giunte quasi esclusivamente risposte interlocutorie. «Siamo alla ricerca di strutture provvisorie per i prossimi mesi in tutta la Svizzera. L’alloggio dei richiedenti l’asilo e delle persone in cerca di protezione è – e rimane – un compito comune, per cui sia la Confederazione che i Cantoni hanno bisogno di alloggi supplementari», spiega Anne Césard, portavoce della SEM. Tra queste potrebbe esserci La Perfetta di Arzo, ma anche la SEM non conferma ancora il suo imminente utilizzo a tale scopo: «La SEM e i Cantoni comunicano quando le soluzioni sono definitive, ma non quando sono in corso discussioni». Simile anche la risposta alla nostra domanda sul possibile aumento futuro dei letti a disposizione a Pasture, sfruttando sia il centro d’asilo attuale che quello in costruzione (che nelle intenzioni iniziali dovrebbe essere adibito ad uso amministrativo), una possibilità che non è stata accolta con favore dai Comuni di Balerna e Novazzano: «Le discussioni sono in corso», è la replica bernese.
Ad oggi i centri a disposizione sono quindi quello di Pasture, e i due di Chiasso (in via Motta 1B e in via Motta 7-11). Le persone alloggiate attualmente («i numeri possono cambiare ogni giorno», sottolinea Césard) sono in totale 606, per un grado di occupazione dell’85%. Sono così distribuite: 238 a Pasture (occupazione dell’86%), 114 in via Motta 1B (79%) e 254 in via Motta 7-11 (91%).