Negli uffici di lastminute decollano le perquisizioni

«Lastminute.com è uno dei maggiori contribuenti di Chiasso e non possiamo che essere preoccupati. La notizia è stata accolta dal Municipio soprattutto con grande dispiacere». È questa la prima reazione della municipale Sonia Colombo Regazzoni in merito all’apertura di un’inchiesta nei confronti della società con sede principale nella cittadina di confine. A chiarire quanto è successo – anche perché come spiegheremo tra poco l’azienda si distanzia dalle accuse – sarà l’inchiesta immediatamente avviata e coordinata dal procuratore pubblico Claudio Luraschi, ma per il Comune quella venuta alla luce ieri mattina è una storia che non può che destare preoccupazione. «Seguiremo con molta attenzione la vicenda», aggiunge Colombo-Regazzoni; perché per il tessuto economico chiassese la perdita di un’azienda simile sarebbe un colpo durissimo. In passato la compagnia è già stata per più di un anno il maggior contribuente di Chiasso.
Si ipotizza il reato di truffa
I campanelli d’allarme sono suonati martedì quando la Polizia cantonale si è presentata nella sede chiassese della compagnia attiva nel settore dei viaggi. Agenti che hanno effettuato una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale. Tutti passi necessari affinché venga fatta chiarezza su una possibile truffa. Il fine ultimo infatti – spiegano Ministero pubblico e Polizia cantonale in una nota – è quello di comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale nell’ambito dell’ottenimento di indennità per lavoro ridotto». Sotto la lente degli inquirenti, quindi, vi sarebbe il corretto utilizzo degli aiuti forniti dalle autorità durante il periodo pandemico.
Fermate sette persone
Al termine dell’operazione di polizia – nata a seguito di un’attività investigativa sviluppatasi nel corso degli ultimi mesi – sono state fermate 7 persone, tutti cittadini italiani tra i 33 e i 57 anni, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. I reati ipotizzati dal procuratore pubblico Claudio Luraschi sono quelli di truffa e, in subordine, ottenimento illecito di prestazioni di un’assicurazione sociale o dell’aiuto sociale. Tra il marzo del 2020 e il febbraio del 2022, gli aiuti COVID ricevuti dall’intero gruppo – si parla di all’incirca 500 dipendenti – ammontano a 28,5 milioni di franchi.
«Comportamento rispettoso»
Tra le persone attenzionate dalla Procura vi sono anche l’amministratore delegato dell’azienda Fabio Cannavale e il direttore esecutivo Andrea Bertoli. È la stessa società a renderlo noto, sempre nella giornata di ieri. Società che, allo stesso tempo, respinge le accuse e si dice «fiduciosa che non siano stati commessi illeciti». Concetto ribadito anche dal presidente di lastminute.com, Laurent Foata: «Siamo certi che il management si sia comportato in modo rispettoso nei confronti delle istituzioni e dei dipendenti durante le circostanze drammatiche e senza precedenti della pandemia. L’azienda – conclude – lavorerà con le autorità svizzere per chiarire rapidamente la questione».