Bellinzona

Nei guai per una bocciatura

Un 15.enne si è presentato in classe con una pistola finta per «spaventare» una docente – L'arma è stata in seguito nascosta da un altro minorenne all'esterno della Scuola cantonale di Commercio – Ripercorriamo quei 30 minuti di apprensione vissuta da allievi e docenti
©Elia Bianchi
Alan Del Don
Irene Solari
03.06.2024 18:00

Che intenzioni aveva il giovane? Voleva intimidire, come sostiene? O era un assaggio di quello che avrebbe potuto fare in un secondo momento? Ruotano attorno alla risposta a questi inquietanti interrogativi quei trenta minuti scarsi di apprensione vissuti oggi, poco dopo le 11, quando è arrivata la segnalazione alla Centrale comune d’allarme da parte della direzione, dagli allievi e dai docenti della Scuola cantonale di Commercio (SCC) di Bellinzona. Un 15.enne residente in un Comune della nostra regione, alunno di prima, ha minacciato una docente in classe mostrandole il calcio di una pistola, che teneva nei pantaloni, che è poi risultata essere una fedele riproduzione. Che non avrebbe quindi potuto sparare. L’arma è stata in seguito nascosta all’esterno dell’edificio da un 16.enne, pure lui fermato. Entrambi sono cittadini svizzeri. Le ipotesi di reato nei confronti del primo ragazzo sono di minaccia e infrazione alla Legge federale sulle armi, quest’ultima vale pure per l’amico. L’inchiesta è coordinata dalla Magistratura dei minorenni.

Tutti in palestra, in attesa

Con la memoria si è inevitabilmente tornati indietro di sei anni, alla sventata strage sempre all’istituto cittadino. Stando a quanto ci risulta al 15.enne era stata prospettata la bocciatura nella materia insegnata dalla docente. Nessuno è rimasto ferito, anche grazie alla vasta operazione del Reparto interventi speciali della Polizia cantonale che ha fatto evacuare il complesso di viale Stefano Franscini a titolo precauzionale e circoscritto il perimetro per evitare che i due minori scappassero. Gli altri alunni hanno trovato riparo nella palestra del vicino Palasport e poi, prima di mezzogiorno, hanno potuto rientrare al loro domicilio in quanto nel pomeriggio non si sono svolte le lezioni. Tutto è fortunatamente andato per il verso giusto. Il sospiro di sollievo lo si è tirato, come detto, verso le 11.30. Come abbiamo riferito subito su cdt.ch, è stata un’insegnante ad annunciarci il fermo del 15.enne, avvenuto all’interno della SCC. La donna si trovava al sicuro, in palestra, assieme agli allievi. «Tutti stiamo reagendo bene e, più che altro, siamo rimasti sorpresi dalla particolare situazione. Fra la maggioranza dei ragazzi non noto né panico né preoccupazione», ci aveva confidato. 

Quei video a genitori ed amici

Effettivamente, anche dai video giunti alla redazione prima dell’evacuazione, gli alunni sono affacciati alle finestre dell’istituto e sembrano tranquilli. Attenzione: c’è stato pure chi ha avuto paura, ma il fatto che tutto si sia risolto in modo celere (e senza feriti) è stato, paradossalmente, d’aiuto. Non si è quasi avuto il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, insomma. Gli studenti hanno filmato con i telefoni cellulari gli inquirenti in azione. Non è chiaro se dalle immagini s’intraveda o meno il 16.enne che ha nascosto l’arma fra i cespugli. Di certo è stata una mattinata che non verrà dimenticata tanto facilmente. Altri video sono in seguito stati girati in palestra e all’esterno del Palasport e mandati a genitori ed amici.

Un’azione studiata a tavolino?

La direzione della SCC ha lasciato parlare i vertici del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. La direttrice Marina Carobbio Guscetti ha preso posizione dopo il secondo comunicato di polizia. Nel frattempo il giovane era già stato sentito dagli inquirenti. Il movente, come detto, parrebbe essere quello della prospettata bocciatura. L’episodio si sarebbe verificato in classe, una prima, che in quel momento si trovava al quarto piano. Scattato l’allarme, la Polizia è in seguito passata di classe in classe facendo uscire a passo di corsa gli studenti. E rieccoci all’arma. Numerosi allievi, che abbiamo interpellato nei dintorni della SCC, sostengono che il minore ce l’avesse. La Polizia cantonale, nel comunicato diramato verso le 13, aveva inizialmente parlato della «possibile presenza» di un’arma. Quasi tre ore dopo è arrivata la conferma che una pistola effettivamente c’era, ma era una riproduzione. Il 15.enne l’ha fatta intravedere all’insegnante e poi l’ha passata al 16.enne, che lo aspettava fuori dall’aula, che l’ha occultata. Sembra un’azione studiata a tavolino. I ragazzi avevano elaborato un piano? Dove hanno preso l’arma? Stando a quanto ci risulta, mentre veniva raccolta la versione del 15.enne, la Polizia ha proceduto ad una perquisizione al suo domicilio alla ricerca del computer portatile, di altri apparecchi elettronici e di eventuale materiale utile ai fini delle indagini e per inquadrarne la personalità.

La paura dei genitori

«Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci». Così il padre di un’allieva che abbiamo incontrato davanti all’entrata principale della SCC: «Sono venuto di corsa appena saputo quanto stava accadendo». Notizia che gli è arrivata da una chiamata della figlia mentre si trovava in palestra. Per fortuna sono giunte subito le rassicurazioni: «Sta bene, tra poco la fanno uscire e la porto a casa». E sono state diverse le voci di genitori scossi. «Non è possibile che ciò possa capitare in Ticino, di solito son cose che succedono negli Stati Uniti o lontano da noi...».

La vicinanza di Marina Carobbio

Nel tardo pomeriggio è giunta anche la vicinanza della direttrice del DECS Marina Carobbio, dopo un incontro con la direzione. «Oggi è stata una giornata di preoccupazione ed è per questo che sono venuta qui ad incontrare la direzione della Scuola cantonale di Commercio per esprimere la mia vicinanza alla direzione, così come a tutte le allieve e a tutti gli allievi nell’istituto, alle loro famiglie, ai docenti e al personale amministrativo scolastico». Da subito è stato organizzato un momento di sostegno e di accompagnamento da parte della direzione, ha spiegato Carobbio. «Domani ci sarà anche un incontro con tutti i docenti e gli allievi organizzato dalla direzione e che vedrà la presenza in sede del gruppo eventi traumatogeni, con la possibilità di incontro. In questo senso vorrei informare le famiglie e gli allievi che in caso di disagio o di bisogno, possono ricorrere alla direzione che li metterà in contatto con l’autorità preposta a un sostegno». La scuola, intanto, ripartirà già domani, ha poi confermato la direttrice del DECS che ha anche colto l’occasione per ringraziare tutto il personale della scuola, per la gestione di questa giornata, e la Polizia.