Rancate

Nel Castello di Cantone il regno dell’agriturismo

Ristrutturazione completa e ricostruzione degli edifici crollati nel tempo - Il nucleo nella zona della Rossa è al centro di un progetto che mira alla creazione di una struttura agrituristica di alta qualità pensata per amanti del vino - Interventi anche nella vicina grotta
© CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
17.10.2020 06:00

Un luogo misterioso, associato a un personaggio controverso vissuto nel Seicento detto «il Mago di Cantone», oggi parzialmente crollato e utilizzato quale deposito, potrebbe presto tornare all’antico splendore. Stiamo parlando del nucleo rurale in territorio di Rancate noto come Castello di Cantone, che in futuro potrebbe diventare un punto di riferimento per il mondo vitivinicolo.

Il primo passo

Le basi per concretizzare questo ambizioso disegno sono in pubblicazione da ieri a Mendrisio e hanno la forma di una domanda di costruzione per un Piano di quartiere (la richiesta edilizia è consultabile fino al 30 ottobre). Un passo necessario per porre le premesse per un’edificazione integrata nel paesaggio in modo ordinato e armonioso».

Ricostruzione di quanto non c’è più, ristrutturazione e valorizzazione «con l’obiettivo primario di sviluppare una struttura agrituristica che sia il punto di forza dell’attività vitivinicola» (il nucleo è immerso nei vigneti di un’azienda vitivinicola che porta il nome del castello, ndr), si legge nell’incarto.

La ricerca storica

Per sviluppare il progetto è stata fatta anche una ricerca storica, con la volontà di capire quale forma e aspetto avesse in passato il castello, per poterli replicare. «Il nucleo necessita di una ristrutturazione con il recupero, il più possibile (restauri conservativi) della sostanza esistente, la ricostruzione di quanto perso, con la cura e la scelta di materiali pregiati richiesti per tali opere. È importante, in questo ambito, recuperare le strutture come allo stato originale nel nucleo con corte negli anni 50 del secolo scorso (il castello è stato abitato fino a quel periodo, ndr). Per ridare al nucleo il fascino e la giusta importanza. Questa ristrutturazione permetterebbe inoltre un riscontro finanziario, importante per coprire gli investimenti: un ritorno possibile utilizzando l’intera volumetria del nucleo storico e la sua corte».

Gli interventi

La tenuta in cui si colloca il nucleo si estende per oltre 20 ettari. Il progetto non si limita al rcupero del nucleo, quindi alla zona edificata, bensì del comparto in generale, comprendendo interventi di carattere paesaggistico e naturalistico.

Gli edifici

Il Piano di quartiere suddivide il nucleo in sei diversi edifici (o blocchi, come si li definisce nell’incarto), alcuni ancora esistenti, altri crollati o bruciati.

L’edificio principale, quello più alto degli altri e tuttora esistente - «l’edificio più importante dell’area e come tale verrà trattato» - ospiterà al piano terra «zone ricevimento, accoglienza e convivialità» e degli appartamenti ai piani superiori (per i proprietari e il personale).È previsto anche il recupero della scala settecentesca presente sul retro, si sottolinea.

Il secondo blocco, quello che «chiudeva» la corte e distrutto qualche decennio fa da un incendio, sarà ricostruito «mantenendo le caratteristiche esterne del nucleo». Ospiterà una ventina di camere per gli ospiti.

Nella parte di nucleo denominata «Barchessa», un po’ discosta rispetto agli edifici centrali, sarà creata una zona fitness e relax e un’area convegni. In altri due piccoli edifici, dopo la ristrutturazione, saranno invece create delle abitazioni. La vecchia stalla poi sarà rinnovata mantenendo le sue caratteristiche architettoniche e ospiterà una barricaia, una foresteria e degli spazi amministrativi.

Nel sottosuolo

Per quanto riguarda le edificazioni il progetto sarà completato da un’autorimessa interamente interrata, una rimessa agricola anch’essa interrata, una cantina sotterranea e un intervento nella «Grotta del mago» che tornerà ad avere la funziona di una sorta di cantina. La grotta, ubicata poco distante dal nucleo, è considerata un bene culturale di interesse locale. «Con la volontà di ristrutturare l’intero comparto di Cantone, vi è anche l’idea di intervenire sulla Grotta del Mago col fine di ripristinare la situazione originaria che nel corso degli anni è venuta a mancare, e quindi l’utilizzo della stessa quale cantina naturale per l’affinamento dei vini».

L’ambiente

Per quanto concerne l’ambiente circostante i principali interventi all’orizzonte sono la piantumazione di ulivi per la produzione di olio, la valorizzazione dello stagno esistente e dell’ex cava di tufo.

L’enoturista

«Sul territorio manca una realtà che possa offrire una risposta concreta alla sempre più crescente richiesta di un enoturismo incentive», si legge nell’incarto. L’idea però è di proporre al turista - anzi enoturista - «un’esperienza unica di benessere assoluto circondato dalla natura, un luogo dove poter ascoltare il proprio corpo e riuscire a riconciliarsi con se stessi».