Sant'Evasio

Nel futuro della masseria potrebbe esserci un campus

Un gruppo svizzero sarebbe interessato ad acquistare lo storico complesso rurale per restaurarlo e ridargli vita – Le discussioni con Campione d’Italia sono in corso – Il sindaco Canesi è fiducioso
© CdT/Chiara Zocchetti
Bernardino Marinoni
13.06.2024 06:00

Sant’Evasio, ultima opportunità. A Campione d’Italia, dove il Comune è proprietario della masseria ubicata a Pugerna - una exclave dell’enclave - la volontà è quella di cogliere la proposta formalizzata nei giorni scorsi da un gruppo svizzero interessato all’acquisizione e al rilancio dell’antico insediamento che in territorio di Arogno versa in stato di abbandono. Non si tratta di una banale cessione, conferma Roberto Canesi, sindaco di Campione: «In un certo senso è subordinata ad un progetto di restauro e ristrutturazione per ridare vita al compendio di Sant’Evasio. L’obiettivo dichiarato è quello di ricavarne un campus: il luogo ha requisiti storico-ambientali perfetti per soggiorni di studio e vacanza riservati a giovani», compresi quelli campionesi che godrebbero di un accesso privilegiato, a parte quello letterale, poiché tra gli impegni del gruppo interessato all’acquisto figura anche il ripristino integrale del sentiero tra la masseria e l’enclave (cui verrebbe garantito il diritto perenne di attingere alla fonte di Sant’Evasio).

Verso una rigenerazione

Pure rientrando nell’ambito della cessione di beni immobili comunali dettata dalle necessità di bilancio, la masseria di Pugerna resta nel cuore degli amministratori di Campione d’Italia: ricevuta in dono nella prima metà degli anni trenta del secolo scorso da un medico di Arogno, ma campionese d’origine, e per quanto i sogni di gloria di un passato ancora prossimo (si era perfino ventilato di farne la sede della biblioteca di Giovanni Spadolini) siano del tutto svaniti, cedere Sant’Evasio non poteva troncare un legame realmente antico. Va considerato, sulla scorta soprattutto degli studi di Dario Banaudi, che quei terreni erano stati campionesi in epoca longobarda per poi diventare beni parrocchiali di Arogno e tornare infine tra le proprietà dell’enclave che, fino a dieci anni fa, vi aveva fatto un conto esagerato.

Nel 2014 la stima, per l’eventuale cessione della masseria, era di 3,75 milioni di franchi. 111.000 metri di superficie, certo, ma l’anno scorso l’offerta del Comune di Arogno ne aveva ricondotto il valore a un’offerta di 85 mila franchi che i nuovi acquirenti hanno praticamente raddoppiato. E di fronte a questa cifra, con le appendici di cui si è detto, l’Amministrazione comunale campionese è più che bendisposta. «Gli oneri di restauro-ristrutturazione per noi sarebbero insostenibili - riconosce Canesi - mentre la rinascita della masseria costituirebbe un generale beneficio: ho ragione di ritenere che anche ad Arogno non dispiacerà la rigenerazione di Sant’Evasio». Le due amministrazioni comunali naturalmente ne discuteranno in tempi brevi, ma tutto lascia prevedere che i resti della costruzione rurale, comprendente un tempo un’antica piccola chiesa, sulla strada da Arogno a Pugerna, sopra lo sperone di terreno pianeggiante dal quale si gode una vista incomparabile sul Ceresio, offrano a nuovi sguardi quella bellezza, riconsegnando alla storia, come da auspicio dell’architetto Banaudi, un «monumento importante della memoria di quei luoghi».

Quel patrimonio residenziale

Non solo Sant’Evasio. Sono 63 gli alloggi – diversissimi per ampiezza e collocazione, costituiscono il patrimonio residenziale del comune di Campione d’Italia – di cui si occuperà il nuovo regolamento per la locazione (al momento gli appartamenti disponibili sono 16) approvato dalla maggioranza consiliare dell’enclave nella lunga seduta di martedì sera di cui è stato argomento esclusivo. Trenta articoli in sostituzione di un regolamento antiquato, così da corrispondere alle esigenze della Campione reduce dall’esodo della passata crisi e all’attuale crescente richiesta di abitazioni con l’obiettivo di tutelare i meno abbienti e i soggetti più deboli. Da notare la proposta del consigliere autonomo Sergio Aureli: assicurare ai cittadini svizzeri la stessa possibilità dei campionesi di accesso al patrimonio residenziale del Comune dopo 5 anni di residenza nell’enclave, ma come per tutti gli extra UE la maggioranza ha stabilito che di anni ne occorreranno 15.

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