Nel futuro dell'ex cava un'oasi ricreativa
Sono passati otto anni da quando il Consiglio di Stato bocciava l’idea di costruire una «Lelgio bis» nei terreni dell’ex cava, poco sotto il nucleo storico del borgo capriaschese, creando così un vuoto pianificatorio. Vuoto che il Comune di Capriasca ora propone di colmare dando una nuova destinazione all’area: in parte sito per attrezzature comunali, e in parte oasi ricreativa, con la posa di infrastrutture legate allo svago e allo sport (e dei servizi igienici). Per un investimento stimato di 1,3 milioni di franchi.
Fuori dall’area grigia
Fino all’anno scorso l’area è rimasta in una zona grigia - spiega il vicesindaco e capodicastero Sviluppo territoriale Manuel Borla. - Poi, sollecitato anche da un’interpellanza, il Municipio ha incontrato gli abitanti di Lelgio, che da anni chiedevano un riordino e una pianificazione ordinata dell’area, per capire quali fosse le loro intenzioni, i loro interessi e i loro bisogni. Dopodiché abbiamo dato mandato al pianificatore che ha presentato di recente una variante che tiene conto anche dei bisogni del Comune. La proposta destina due terzi del comparto a un’ampia area verde e di svago, e un terzo - più discosto e non visibile dal nucleo di Lelgio - al deposito materiale». Il Comune, che già ora utilizza parte dell’ex cava per il deposito di scarti vegetali e vi ha posizionato il silo del sale - intende continuare con queste attività (e regolarizzarle), oltre a posare un deposito per l’Ufficio tecnico e permettere la raccolta di rifiuti riciclabili (escludendo però qualsiasi tipo di lavorazione sul posto dei rifiuti).
Parco giochi, campo da calcetto
L’oasi naturale, invece, prevede indicativamente il ripristino a verde di ottomila metri quadrati di terreno, nonché la creazione di un parco giochi, di un campetto da calcio o da basket (che in inverno - a determinate condizioni meteo - potrebbe diventare pista da pattinaggio), e di un campo da bocce. La parola chiave, a questo stadio, è però «indicativamente». Al momento si sta infatti parlando di pianificazione (la variante è all’albo a Capriasca da ieri): per decidere esattamente i contenuti bisognerà procedere con un progetto apposito e attendere che la nuova destinazione cresca in giudicato.
Il quartiere sfumato
La variante ha il merito di sbloccare una situazione che si trascina da diverso tempo e di provare a restituire alla popolazione un’area oggi non particolarmente attraente, ma è di certo - e non poteva essere altrimenti - quasi agli antipodi con quel che poteva essere. Nel 2012 (ma l’idea è almeno di un decennio prima) il Comune proponeva infatti di crearvi «un insediamento di qualità e innovativo dal punto di vista, sociale, urbanistico ed ecologico». In particolare, si prospettava un’offerta abitativa diversificata per categorie sociali, tipo di famiglie e classi d’età, nonché un’offerta di spazi comunitari, all’aperto e chiusi, «ben dimensionati diversificati e facilmente fruibili». Il tutto con modalità di costruzione rispettose dell’ambiente e un massiccio ricorso alle energie rinnovabili. Come noto, però, ricorda il Municipio ancora nel 2021, «tale proposta non è purtroppo stata accolta dal Consiglio di Stato poiché a suo dire dal profilo paesaggistico il nuovo insediamento avrebbe costituito un doppione rispetto al nucleo esistente ed inoltre, viste le dimensioni ragguardevoli della superficie proposta, un’edificazione avrebbe portato ad un aumento considerevole dei residenti, senza che la nuova zona fosse ben allacciata agli altri insediamenti abitativi a valle, né al trasporto pubblico, rimanendo piuttosto discosta dai centri scolastici, sportivi e ricreativi».