Nel PLR va in scena la fiducia

«Sono pronto a discutere di tutto, il che significa che sono pronto a discutere anche del mio mandato, se lo riterrete necessario». Si è presentato così davanti al Comitato cantonale il presidente del PLR Alessandro Speziali per il doveroso bilancio dopo le deludenti elezioni federali. Un appuntamento che ha visto i liberali radicali salvare i due seggi in Consiglio nazionale, ma fallire l’assalto e la riconquista del seggio storico al Consiglio degli Stati sfuggito nel 2019.
C’era attesa per le parole del presidente, ma anche per la reazione della sala, dopo giorni di rumors, rimbrotti e qualche scontro a distanza, come quello tra Natalia Ferrara e Moreno Colombo: con la prima a chiedere al chiassese di andarsene dal partito e lui a rispondere piccato, chiedendo rispetto. Ma c’era attesa anche per la risposta dei membri del Comitato cantonale. La presenza non è stata quella delle grandi occasioni, senza fare nomi (si rischierebbe di dimenticarne qualcuno) all’appuntamento sono mancati diversi tenori del partito, altrettanti candidati dell’ultima tornata elettorale e pure coloro che nelle ultime settimane sono stati particolarmente e criticamente presenti sui media. Compresi i nomi in vista dell’ala radicale, in prima linea nelle sue rimostranze, per la presunta deriva eccessivamente liberale data da Speziali al partito. In ogni caso, come si dice in questi casi, gli assenti hanno sempre torto e la voce dei presenti è stata incentrata sì sulla critica, ma sempre improntata sull’ottimismo, senza fare volare stracci o usare frasi reboanti. Tanti applausi e nessun fischio, men che meno tensioni. Alla fine il numero uno non è stato messo in discussione e la sua volontà di rilanciare il partito ha trovato un sostanziale consenso, ancorché non formalmente espresso. È stato una sorta di primo passo verso una presidenza-bis per Speziali. Ma lui lo sa: d’ora innanzi non potrà più sbagliare nessuna mossa.
Il numero uno ha descritto come «assolutamente insoddisfacente» la tornata delle Federali, invitando tutti a «un confronto diretto, guardiamoci in faccia a vicenda. Sono il primo ad essere arrabbiato e deluso». Rifiutandosi poi di «relativizzare i problemi», cosa che era avvenuta dopo le già deludenti Cantonali di aprile. Speziali ha ammesso di avere trascorso gli ultimi giorni dopo il ballottaggio della sconfitta per Alex Farinelli (ringraziato e applaudito per l’impegno) per «assorbire stimoli e suggerimenti». Insomma, Speziali ha dichiarato di avere ascoltato diverse persone per cogliere critiche e suggerimenti, «per dare una prospettiva al partito». Respingendo anche la richiesta di qualcuno di tenere la serata del Comitato cantonale di questa sera a Manno alla Sala Aragonite a porte chiuse. Lui non intende mollare: «Penso che un presidente possa lasciare la nave quando c’è bonaccia. Non certo quando il mare è mosso».
C’è voglia di elezioni
Il progetto di Speziali, come si dice talvolta in politica, può andare avanti, ma nei prossimi mesi, dopo le elezioni comunali, sono attese le prime mosse. Un congresso per cambiare in maniera puntuale alcune cose arriverà verosimilmente dopo l’estate. Speziali, rompendo una sorta di regola non scritta secondo la quale delle elezioni future si parla al più presto a due anni dall’appuntamento, ha già citato le Cantonali del 2027. Segno che la preparazione per quella sfida inizierà prima di quanto si possa immaginare.
Senza giri di parole
«Dobbiamo farci capire», ha poi detto il presidente, facendo riferimento a una delle critiche che sono emerse negli scorsi giorni. Questo per dire «che le prese di posizione raffinate, costruite con il bilancino, vanno bene». Ma poi c’è «la cronaca che non attende: le proteste di piazza e i problemi migratori a Chiasso». Agire prontamente e «denunciando i problemi per quelli che sono, senza giri di parole». Un approccio, ha riconosciuto Speziali, che il suo partito ha spesso confuso con il populismo: «Questo è un errore da parte nostra». Detto in termini chiari, da poi mettere in pratica, significa «cambiare atteggiamento, essere più popolari e più accessibili». E cosa serve? «Un bagno di umiltà (a me per primo!) e un bagno di realtà». Il significato di tutto questo è non guardare solo al Ticino del futuro: «Molti vogliono sapere cosa fa il PLR per loro oggi». Tra i rimproveri mossi a Speziali e la sua squadra, quello che il PLR sarebbe appiattito su una linea filogovernativa: «Il cambiamento in questo senso è già iniziato e dovrà proseguire».
Liberali o radicali?
Le due ali non sono mai state nominate, ma il presidente ha espresso la volontà di avere «discussioni più frequenti e anche più accese» e lui, per quella che ha descritto come «la nostra biodiversità politica», vuole «essere un ponte migliore tra le diverse sensibilità e anime». Ha poi respinto «certe polemiche un po’ autolesioniste, è il momento per un confronto sul tema delle nostre anime, di cui spesso sentiamo denunciare - a torto - l’estinzione. Perché, come ho già potuto dire ad alcuni di voi, abbiamo bisogno di far correre il cuore e la testa secondo le nostre sensibilità, vederle riconosciute nel dibattito».