Traffico

Neve, bel tempo, pochi soldi in tasca: il San Gottardo resta da bollino rosso

Il continuo rinvio della riapertura del passo e il tempo più clemente a Sud delle Alpi hanno messo a dura prova la pazienza dei turisti del Nord Europa davanti ai due portali – Ma ci sono altre cause, come i costi in aumento dei trasporti alternativi all’automobile
© Gabriele Putzu
Giona Carcano
29.05.2024 06:00

Il picco, quest’anno, è stato raggiunto durante il lungo fine settimana di Pentecoste, quando davanti al portale nord del San Gottardo la coda ha raggiunto 22 chilometri di lunghezza. In mezzo, quel giorno, anche la protesta degli attivisti per il clima, che si sono piazzati sulle corsie autostradali ritardando (o esasperando, a dipendenza dei punti di vista) i tanti turisti in attesa. Immagini che purtroppo non fanno quasi nemmeno più notizia. Perché da qualche anno a questa parte - pandemia esclusa - il traffico in quella zona c’è sempre. Uno, due, tre chilometri. Una costante, che durante i ponti di maggio cresce a dismisura per stabilizzarsi su alti livelli di intasamento durante l’intera estate. Insomma, al San Gottardo - ma in generale sul complesso dell’asse viario dell’A2 - le code sono una certezza.

Chiuso per manutenzione

La causa di questi disagi? «Certamente più di una», ci spiega Massimo Gonnella, portavoce del TCS. «In questo momento c’è però da tenere in conto la chiusura per lavori di manutenzione del tunnel dell’Arlberg, tra il Tirolo e il Voralberg». L’interruzione di questo importante collegamento, che si protrarrà fino al prossimo novembre, elimina infatti una possibilità nei tragitti di molti turisti del nord Europa. «Ciò comporta la deviazione di parte del traffico proprio sull’asse del San Gottardo, così come su altri attraversamenti alpini», sottolinea ancora l’esperto. Al di là degli aspetti puntuali, devono essere considerati anche quelli meteorologici, per definizione non prevedibili sul lungo periodo. «Un’altra causa delle giornate da bollino rosso va ricercata nella Pasqua», dice ancora il nostro interlocutore. «Quest’anno, ad esempio, la settimana di ferie è caduta molto in anticipo, e a cascata tutti gli altri ponti. Se a nord è ancora freddo, la voglia dei turisti di spostarsi al sud cresce. E questo può quindi avere un impatto sulle code». Come appena visto, sono tante le possibili ragioni.

Si parte nonostante tutto

Secondo Gonnella, inoltre, non bisogna dimenticare la lunga coda post-pandemica, che in parte ha cambiato le abitudini di tanti turisti. Oltre, come noto, alla chiusura parziale del tunnel di base del San Gottardo che ha allungato i tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria. E, di conseguenza, spinto molti a rimettersi al volante.

A monte, però, c’è un aspetto che sfugge alla comprensione di molti. Che cosa spinge i turisti, pienamente consapevoli della situazione che incontreranno ai due portali del San Gottardo, a mettersi comunque in viaggio? «Banalmente, lo mettono in preventivo», sorride l’esperto. «Così come altre zone ‘‘calde’’, penso in particolare alle dogane di Basilea o Chiasso, oppure ancora all’anello attorno a Milano». In generale, prosegue, un «sacrificio» del genere lo si fa solo quando si hanno a disposizione almeno quattro o cinque giorni di vacanza, «altrimenti per due giorni di ferie nessuno si metterebbe in testa di sprecarne uno in coda». La voglia di partire, di vedere il sole e di sentire un po’ di caldo sulla pelle, è comunque troppo forte per i turisti nordalpini. In particolare all’inizio della bella stagione. «Inoltre non va dimenticato un elemento importante», aggiunge Gonnella. «E cioè che non esistono problemi solamente al San Gottardo. In Svizzera, e per gli svizzeri, l’asse principale è quello, certo. Ma lungo la catena alpina ci sono molti altri punti critici. Lo stesso fenomeno si verifica ad esempio sul Monte Bianco, un traforo a pedaggio. In estate, poi, buona parte del traffico si sposta sull’A7 fra Lione e Marsiglia. Non sono rari fino a 50 chilometri di coda». Tuttavia, la percezione è diversa, rileva ancora l’esperto del TCS: al San Gottardo, con il sistema di regolazione del flusso di automobile tramite i semafori, i turisti sono fermi. «In Francia o in Italia, invece, spesso le code scorrono, anche se lentamente. Non si vedono persone scendere dall’auto come da noi».

Prezzi inaccessibili

La vettura rimane ancora il mezzo di trasporto preferito per chi parte in vacanza. Famiglie in particolare. «È una questione di costi», sottolinea ancora Gonnella. «Il treno, per un nucleo di 4-5 persone, può raggiungere prezzi molto elevati». Per non parlare dell’aereo: i prezzi dei voli sono letteralmente esplosi nell’ultimo anno, arrivando a costare in media un terzo in più rispetto a pochi mesi fa. «Viaggiare con l’auto molto spesso è quindi l’unica possibilità per le famiglie. Gli standard svizzeri sono diversi. Ma se guardiamo le targhe di chi è fermo davanti alla galleria del San Gottardo, ci accorgiamo che provengono da Paesi con un reddito pro capite nettamente inferiore al nostro. Senza l’automobile, queste persone non potrebbero permettersi nessun viaggio all’estero». Stare ore e ore in coda, dunque, è il sacrificio da fare per potersi permettere qualche giorno di evasione.

Cercare le alternative

Tornando all’attualità, e dunque alla situazione lungo l’asse viario del San Gottardo, bisognerà rassegnarsi alle scene descritte a inizio articolo. Nei prossimi mesi, infatti, la situazione non è certo destinata a cambiare. Nemmeno con la riapertura del passo, prevista quest’oggi. «L’apertura del passo contribuirà solo in misura minore a sgravare il traffico davanti ai portali», chiosa l’esperto. «Come TCS consigliamo di utilizzare rotte alternative. Il San Bernardino, ad esempio. Oppure, per chi abita a Berna o a Ginevra, i passi vallesani come il Sempione o il Gran San Bernardo». Code ci saranno anche in quelle zone, sì. «Ma mai come al San Gottardo».

© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu

E la strada del passo?

Secondo l’Ufficio federale delle strade (USTRA), le lunghe attese davanti ai portali del San Gottardo a cui stiamo assistendo da mesi sono da ricondurre principalmente al continuo rinvio della riapertura del passo. «La quantità di neve quest’anno era troppo importante per consentire un’apertura anticipata», spiega a questo proposito il portavoce Lorenzo Quolantoni. I lavori di sgombero sono però completi: oggi è prevista la riapertura della strada del passo. Per quanto riguarda invece i flussi di traffico, dai dati dell’USTRA non risultano particolari cambiamenti rispetto all’anno scorso. Confrontando la Pasqua, l’Ascensione e Pentecoste di quest’anno rispetto a quelle dello scorso anno, infatti, non si è verificato alcun incremento. L’unica eccezione riguarda il ponte dell’Ascensione, che ha fatto registrare circa 2.000 passaggi in più all’interno della galleria (il traffico giornaliero medio nel 2023 era stato di 20.771, mentre nel 2024 sono transitati 22.683 veicoli). Incremento anche delle chiusure temporanee del tunnel causa mezzi in avaria: da marzo a maggio 2023 erano state 39, quest’anno 55. Ciò si spiega con flussi maggiormente intensi. Più in generale, i dati del traffico medio giornaliero stanno raggiungendo il record del 2001 (quasi 19 mila passaggi in media). Per quanto riguarda le misure di gestione del traffico, l’USTRA e i Cantoni hanno l’obiettivo di «sfruttare la capacità della galleria del San Gottardo nel miglior modo possibile». Si tratta di consentire il passaggio a 1.000 veicoli all’ora, nelle due direzioni. «Per motivi di sicurezza, è essenziale evitare ingorghi nel tunnel», spiega l’Ufficio. «È per questa ragione che il traffico viene dosato». Un’altra misura che verrà presto riproposta è la corsia preferenziale per accedere direttamente al passo del San Gottardo (CUPRA), che verrà messa in campo a partire da sabato.