«Non abbiamo parole: è un dramma troppo grande»

«Non ho parole. Proprio non riesco a capacitarmi di quanto accaduto». Ha la voce rotta dall’emozione. E, comprensibilmente, poca voglia di parlare. Quanto successo tra venerdì e sabato a Gerlafingen, Comune di 5.000 abitanti nel canton Soletta, è un dramma troppo grande. Immenso nella sua brutalità, che ferisce il cuore. Una mamma cresciuta nel Bellinzonese - ma di origini straniere, come appurato dal nostro giornale - avrebbe ucciso le sue due bambine in età scolare. Ignote al momento le cause del terribile gesto. La donna, sulla quarantina, è stata subito arrestata. Il padre delle povere piccole è pure lui ticinese, nato e cresciuto ad Airolo. La dichiarazione riportata all’inizio dell’articolo è quella di un suo parente, che il CdT ha interpellato oggi.
«Il papà tornava spesso con le bambine»
Di fronte ad una tragedia simile, tuttavia, è impossibile trovare le parole. L’uomo, ancora scosso per l’accaduto, ricorda che «il padre delle bambine, nonostante avesse lasciato da tempo il paese altoleventinese per trasferirsi Oltralpe, aveva mantenuto un forte legame con Airolo. Era solito tornarvi proprio insieme alle due figlie, in particolare durante l’inverno per sciare a Pesciüm». Ciò che l’uomo, di professione ingegnere, aveva fatto anche durante le ultime vacanze natalizie. Un periodo spensierato, malgrado le restrizioni imposte dalla pandemia. Con le piccole aveva trascorso qualche giorno di allegria sulle piste della stazione invernale. «Chi si sarebbe mai potuto immaginare un destino tanto crudele per le bambine», chiosa il parente del capofamiglia.
Si erano trasferiti a Gerlafingen da poco
Il padre degli angioletti volati troppo presto in cielo, stando a quanto abbiamo accertato, è nato e cresciuto ad Airolo, dove vivono ancora diversi suoi familiari. Gli studi lo hanno in seguito portato a trasferirsi, come molti ticinesi, nella Svizzera tedesca. Lì ha messo radici, ha trovato lavoro nel canton Berna e, dopo una relazione finita male, aveva incontrato quella che sarebbe poi diventata la madre delle sue due bambine. A Gerlafingen la famiglia si era trasferita da poco, dopo aver lasciato il piccolo villaggio di Meinisberg (nel canton Berna). Entrambe le comunità - come riportato nelle ultime ore da diversi media svizzero tedeschi - sono attonite. Anche le autorità dei due paesi si riferiscono ai ticinesi come ad una coppia normale, ben integrata, e in particolare con la moglie sempre pronta a dare una mano alle altre mamme a scuola e nelle attività extra-scolastiche. Cosa è passato, dunque, nella sua testa per arrivare ad uccidere le piccole? Impossibile fornire, ora, una risposta a questo interrogativo. C’è chi sostiene che nella coppia ci fossero degli screzi, che non tutto funzionasse più a meraviglia come prima. Ma sono soltanto voci, non confermate né smentite dal Ministero pubblico solettese. Così come quelle che affermano che la donna, negli ultimi tempi, soffrisse di depressione. Al momento sono speculazioni, anche queste. Solo lei può sapere cosa l’ha spinta a compiere un delitto così crudele ed efferato, che lascia sgomenti.
Sgomento ad Airolo
Anche il sindaco di Airolo Franco Pedrini, contattato dal CdT, non ha voglia di parlare. Si dice scioccato dalla tragica notizia che in poco tempo ha fatto naturalmente il giro del paese: «Non riesco veramente a capire come si possa arrivare a compiere un gesto simile, come una mamma possa togliere la vita alle proprie figlie». Di più non aggiunge, se non un messaggio di cordoglio per i parenti duramente colpiti dal dramma. Nel nostro giro di telefonate fra la comunità del Comune altoleventinese ci siamo imbattuti, comprensibilmente, in numerosissimi «no comment». Molti rammentano i sorrisi delle bambine quando andavano ad Airolo a trovare i parenti. La loro vitalità. La loro allegria. La gioia di vivere che adesso si è trasformata in lacrime per coloro che ne serberanno per sempre il loro ricordo. In Ticino ma non solo, come testimoniano le candele e i peluche posati nel quartiere dove vive la coppia.
L’inchiesta procede spedita, ma dagli inquirenti solettesi non trapela nulla. Non vengono rilasciate dichiarazioni ai media sulle persone coinvolte. Quello che è certo è che la donna è stata arrestata. Nelle prossime ore verrà nuovamente interrogata dalla Procura per capire il movente della tragedia e le modalità della stessa. Il decesso delle bambine sarebbe avvenuto tra venerdì sera e sabato mattina, quando il marito era assente.