«Non c'è tempo da perdere»
Quelli del 7 agosto scorso sono attimi che la popolazione di Lumino non vuole più rivivere. Il destino, beffardo, ha voluto che a distanza di 70 anni - proprio lo stesso giorno - la natura tornasse a seminare il panico. Il maltempo di otto mesi fa ha portato distruzione ma, fortunatamente, e solo per miracolo, non vi sono state vittime. Anche se, va detto, una casa non è purtroppo ancora agibile. Il Municipio si è adoperato celermente negli interventi d’urgenza. Ora, grazie alla consulenza degli specialisti, ha approntato un masterplan di oltre 140 pagine che ha individuato 20 misure da implementare. L’investimento lordo previsto è di 7 milioni di franchi. Si procederà in tre tappe e l’ultimo cantiere dovrebbe concludersi nel 2026.
«Servono tutte le risorse»
«Lo diciamo apertamente: questa è la priorità numero uno della corrente legislatura, benché ovviamente non verranno tralasciati gli altri dossier. Gli abitanti di Lumino sono abituati a convivere con questi fenomeni, certo. Ma vogliamo che in futuro possano continuare a dormire sonni tranquilli. Bisogna confermare la rapidità di intervento dimostrata finora, mettendo in campo tutte le risorse a disposizione nel minor tempo possibile». Nicolò Parente è sindaco dal 16 maggio scorso. Un’estate come l’ultima non vuole assolutamente che si ripeta. Ecco pertanto che, assieme ai colleghi, ha «radiografato» la situazione dopo quanto accaduto. Un evento eccezionale che, va detto, capita ogni 30-100 anni. La prima constatazione è stata che le ultime grandi opere di premunizione sono state eseguite tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. Nel frattempo però il paese è cresciuto, vi è stato uno sviluppo demografico importante, sono state costruite numerose abitazioni e il bosco non è più stato curato come prima. Non a caso l’Esecutivo sottoporrà presto al Legislativo l’adozione del Piano di gestione forestale.
L’analisi ha evidenziato «20 situazioni di deficit degne di essere approfondite prima di poter dare avvio alle fasi di realizzazione vere e proprie. Entro fine giugno, tra l’altro, il Cantone ci trasmetterà l’aggiornamento del Piano delle zone di pericolo». Secondariamente è stato elaborato il corposo documento di lavoro che suggerisce opere (manufatti ex novo o rafforzamento/ampliamento di quelli attuali) riguardanti i riali Buseno, Valentra, Bruga, Carrale di Cima e Grande nonché il fianco della montagna e le immediate vicinanze. In totale, ribadiamo, si ipotizza una spesa di 7 milioni, di cui 2,5 a carico del Comune. Parallelamente da un mese sono iniziati i lavori di ricostruzione della vasca di contenimento Valentra; il cantiere procede senza intoppi e dovrebbe concludersi a fine maggio.
Il via libera del Cantone
L’impostazione strategica del masterplan è stata condivisa dai preposti uffici cantonali, i quali ritengono tuttavia «relativamente ambiziosa» la tempistica. La prima delle tre fasi studiate riguarda il consolidamento del rapporto e la progettazione, per la quale il Consiglio comunale il 25 aprile prossimo sarà chiamato a stanziare 750.000 franchi. Una decina di giorni prima il Municipio incontrerà la popolazione direttamente toccata dal maltempo del 7 agosto per illustrare nel dettaglio come intende procedere. «Grazie alla tabella di marcia delineata sarà possibile elaborare un preventivo di costo più accurato e, di riflesso, i progettisti saranno in grado di ottimizzare anche l’investimento finanziario nel suo complesso», ha puntualizzato oggi di fronte alla stampa Nicolò Parente. Non ci addentriamo nelle singole misure contenute nel documento di lavoro. In ogni modo si sta valutando la realizzazione di tre nuove vasche di contenimento per complessivi 6.500 metri cubi circa. Altri provvedimenti riguarderanno il rinforzo degli argini, il rialzo dei francobordi, il rifacimento del ponte su via Rampighetta, i canali di gronda e le briglie. Da notare che, per completezza d’informazione, il plenum ha già dato luce verde a due crediti per quasi 1,5 milioni per il ripristino ed il potenziamento delle opere di premunizione.
Rivisto il concetto di sicurezza
In attesa che, fra quattro anni, Lumino sia più sicura, è indispensabile controllare costantemente la situazione. Il Legislativo nella seduta di fine mese dovrà dunque accogliere pure un ulteriore messaggio per 55 mila franchi. Come ha spiegato il vicesindaco nonché capo del Dicastero economia, turismo ed edilizia privata Alessandro Spano, si tratta da un lato di aggiornare il Piano d’emergenza comunale (approntato nel 2016) e, dall’altro, di implementare degli strumenti di monitoraggio preventivo. Aquesto proposito si prevede la posa di un radar meteo e di un sistema di videosorveglianza (tre videocamere) per migliorare la prontezza d’intervento in caso di evento alluvionale: «Una decisione maturata dopo gli approfondimenti svolti con il nostro Presidio territoriale, con i consulenti e con i funzionari dell’Ufficio dei corsi d’acqua. Alla luce di quanto successo e sulla base delle informazioni ora a disposizione va infatti rivisto l’intero concetto di sicurezza».
Una notte da incubo
Il nubifragio abbattutosi su Lumino il 7 agosto 2021, poco prima delle 21, ha generato costi fra i 4,5 e i 5,3 milioni di franchi. La strada è stata invasa da acqua e materiale lungo le vie Bellinzona, Fornaci, Rampighetta, Alla Cava, del Battistone, Cappelletta, Caraa da Pian e Carrale di Cima nonché in zona Bassa di fuori e di dentro (dove c’è l’omonimo grotto, per intenderci). Danni ingenti a fondi privati e pubblici, alle opere (come la vasca Valentra), alle sottostrutture ed al patrimonio boschivo. Fortunatamente non vi sono stati né feriti né vittime.