«Non è mai troppo tardi per imparare, dategli un'altra possibilità»

«Non è mai troppo tardi per imparare. Dategli un'altra possibilità». Così l’avvocata Luisa Polli ha risposto al procuratore pubblico Roberto Ruggeri che lunedì, nel chiedere 8 anni e 6 mesi di carcere per il 33.enne del Locarnese macchiatosi di un vasto traffico di cocaina, aveva citato l’adagio «Non c’è il due senza il tre ed il quattro vien da sé». Proprio il fatto che il suo assistito abbia finalmente capito gli sbagli commessi nel recente passato (quello che si sta celebrando è il quarto processo alle Assise criminali per spaccio di droga e riciclaggio di denaro), ha indotto la legale a chieder per lui una pena massima di 4 anni e 6 mesi, subordinatamente di 5 anni se la Corte dovesse revocare la sospensione condizionale per i restanti 243 giorni della precedente condanna. L’accusa, lo rammentiamo, aveva postulato una pena di 8 anni e 6 mesi. Come già sostenuto dal suo assistito durante il dibattimento, l’avvocata Polli ha ribadito che il quantitativo di cocaina importato dalla Spagna tra luglio e dicembre del 2023 è di 2,5 chili e non di 3 come sostenuto dall’accusa. Contestata del tutto, invece la vendita avvenuta precedentemente - dal novembre 2021 al maggio 2023 - di complessivi 2 chili di sostanza ad un’unica consumatrice: al massimo il 33.enne le avrebbe venduto 655 grammi, tenendo buone le dichiarazioni della donna, e soli 30 grammi, come ammesso invece dall’imputato. In tutto, il traffico di cocaina supererebbe di poco i tre chili, invece dei cinque indicati nell’atto d’accusa. Un quantitativo senza dubbio importante, che si aggiunge a 200 grammi di eroina e 480 grammi di hashish. E che ha permesso al 33.enne e alla sua compagna di vivere agiatamente. Compagna per la quale l’avvocato Nicola Matasci ha chiesto una pena non superiore ai 3 anni ed in parte sospesa così da consentire alla 21.enne di poter lasciare il carcere, dove si trova dal 19 dicembre 2023, al termine del processo. «Il suo ruolo nel traffico di eroina è stato del tutto marginale», ha sottolineato l’avvocato Matasci, il quale si è concentrato soprattutto sull’espulsione dalla Svizzera per cinque anni auspicata dalla pubblica accusa. Invocando la concessione di un caso di rigore, il legale ha parlato di conseguenze devastanti nel caso in cui la donna, giovanissima, dovesse far ritorno a Cuba, suo Paese di origine. Conseguenze devastanti non solo per lei, ma anche per la bimba avuta dal 33.enne che in ogni caso, sia che si trasferisse a Cuba con la madre sia che restasse in Ticino con la nonna paterna, vivrebbe lontana da uno dei due genitori. La sentenza è attesa a metà pomeriggio.