«Non ho mai visto piovere così, nella sfortuna siamo stati fortunati»
«I partecipanti del torneo di calcio a Peccia sono stati sfollati». Così, ieri, la Polizia cantonale. Una bella notizia, in mezzo alla devastazione e a tanto dolore. Daniele Rotanzi, presidente del Comitato organizzatore della manifestazione, quando risponde al telefono tradisce una forte, fortissima emozione. «Quella di sabato su domenica è stata una notte difficile» afferma con una voce debole ancorché ferma. «Ci è andata bene» prosegue il nostro interlocutore. «Siamo stati sfollati ieri grazie all’intervento dei Superpuma dell’esercito».
Rotanzi, in seguito, si sofferma sulla persona dispersa. Secondo le prime ricostruzioni, questa persona si trovava proprio al torneo. Se n’è andata «poco prima che saltasse tutto». Da quando è salito in automobile «non abbiamo più avuto sue notizie. Ai suoi famigliari vanno tutta la nostra vicinanza e tutto il nostro supporto».
Detto della notte, complicata, anche l’attesa dei soccorsi di per sé è stata una sfida. Quantomeno, pensando alle linee telefoniche interrotte e all’assenza di elettricità. «Se pensiamo al mondo iperconnesso di oggi – spiega Rotanzi – passare da un momento all’altro a un’assenza quasi totale di comunicazioni è qualcosa a cui, è vero, nessuno di noi era più abituato. Eravamo, tutti, preoccupati pensando ai nostri cari che cercavano di contattarci. Questo è stato l’aspetto più difficile da gestire, forse. Per fortuna, però, eravamo isolati ma non del tutto. Assieme a noi c’erano alcuni militi del Corpo dei pompieri della Lavizzara che, via radio, hanno comunicato con il comando. Tramite alcune radio DAB, poi, abbiamo potuto ascoltare i notiziari della Rete1 e apprendere che la popolazione era stata informata circa la nostra situazione».
Le cose, sabato sera, sono precipitate all’improvviso. E questo nonostante la pioggia stesse colpendo da due o tre ore. «Ci stavamo divertendo, di lì a poco sarebbe dovuto salire sul palco Sebalter assieme al suo gruppo. In seguito, invece, sarebbe toccato a DJ Amos. Ha fatto in tempo a contattarmi per dirmi che, proprio in zona Piano di Peccia, il fiume era uscito. Quindi, è saltata l’elettricità. E lì, beh, abbiamo capito che la situazione in realtà era grave, se non gravissima. Prima che anche le linee telefoniche ci lasciassero, ho potuto parlare sia con i pompieri sia con la Polizia cantonale. Ci è stato detto di rimanere nel capannone. Ed è quello che abbiamo fatto. Fino all’arrivo degli elicotteri. I presenti sono stati tutti collaborativi e calmi, c’era anche un bimbo di tre, quattro anni».
Al di là della pioggia, fino a qualche ora prima il clima, al torneo, era di festa. E felicità, pensando al due a zero rifilato dalla Svizzera all’Italia. «Va detto che, tutta quell’acqua, io non l’ho mai vista in vita mia. Magari ti capita un temporale forte di un quarto d’ora, ma così mai, davvero. Comunque sì, stavamo vivendo una bellissima serata. C’era entusiasmo per quanto fatto dai rossocrociati. E il contrasto è stato pazzesco. Siamo passati dalla gioia più pura, quella tipica di un evento sportivo, al buio totale. Dalla spensieratezza alla preoccupazione. Verso la fine, quando il terreno su cui ci trovavamo, non molto lontano dal capannone, stava iniziando a cedere, è salita un po’ di ansia. Ma al di là di questo aspetto credo che, nella sfortuna, siamo stati fortunati a trovarci in quel posto. Relativamente al sicuro». A Rotanzi, infine, chiediamo se, e con che occhi, sabato guarderà la Svizzera. Se, allargando il discorso, è possibile ritrovare subito un briciolo di normalità: «Non saprei, non riesco a pensarci ora come ora, non dopo quanto accaduto».