Vita notturna

Non sarà la solita discoteca: al posto del Bunker apre l'OHM

Il nuovo locale di via Trevano, che verrà inaugurato il 3 marzo, ha in programma anche workshop, musica dal vivo e installazioni artistiche – Il concetto di fondo è quello di combinare più discipline per farle dialogare tra loro, oltre a ovviare alla mancanza cronica di spazi a Lugano
Uno scatto della seconda sala del Living Room. © CdT/Archivio
Valentina Coda
08.02.2023 06:00

«Dopo ventuno anni scompare la storica culla della musica alternativa di Lugano», scrivevamo nel maggio del 2019 in merito alla chiusura del Living Room. Una discoteca (per chi non amava andare in discoteca) che ha lasciato un segno indelebile nella scena Luganese e nel cuore di chi la frequentava. Uno dei tanti motivi di questo attaccamento al club? Sicuramente il fatto che dal lontano 1998 è stato l’unico locale sulle rive del Ceresio a rimanere fedele al proprio nome in mezzo a una galassia di club che cambiavano insegne e gestione un mese sì e l’altro pure. A dicembre del 2019 scrivevamo «Chiuso il Living Room, ecco che apre il Bunker», arrivato al capolinea nel giugno del 2022. Oggi scriviamo «Al posto del Bunker apre OHM». Questa nuova apertura, però, ha un sapore diverso rispetto alle altre, perché si propone come risposta a un problema cronico per Lugano: la mancanza di spazi. E se il suo nome viene pronunciato in un certo modo sa un po’ di casa, di contenitore dove band, artisti, studenti, associazioni e collettivi avranno la possibilità di sentirsi liberi di esprimersi e combinare più discipline per farle dialogare tra loro. Ma sa anche di Living Room, perché è un club che non c’era.

«Esprimersi liberamente»

Il locale di via Trevano aprirà ufficialmente le porte venerdì 3 marzo e la società che lo gestisce si chiama Ohm Music and Entertainment Sagl. Una precisazione, però, è d’obbligo: non sarà solo una discoteca, ma anche uno spazio dove verranno proposti workshop, installazioni artistiche, performance e musica dal vivo. Il tutto anche durante la settimana. Un’assoluta novità a Lugano. E la forza del progetto risiede anche (se non soprattutto) qui, perché visto nel suo insieme non ha concorrenza, oltre a colmare una pressante esigenza.

«Lavorando nel campo della produzione e dell’organizzazione di eventi, negli anni abbiamo passato parecchio tempo a cercare uno spazio dove poterci esprimere – ci spiega uno dei coordinatori –. E ci siamo sempre resi conto che la maggior parte delle volte ci sono grandi idee, con tanto potenziale, ma mancano le strutture per realizzarle. L’esperienza maturata ci ha permesso di percepire tutti i punti di vista: da chi è sul palco, chi sotto e chi dietro le quinte. La consapevolezza che prova un artista, un organizzatore o il pubblico ci ha permesso di capire esattamente la sostenibilità del progetto e il concetto alla base, ovvero mettere a disposizione uno spazio, un contenitore, dove la gente si senta libera di esprimersi, come se fosse a casa». A livello estetico, il locale è stato sottoposto a un «leggero» make-up. Al netto di tutto, però, una domanda non possiamo evitarla. Analizzando la tendenza che prosegue ormai da decenni a Lugano, ovvero questa sorta di migrazione dei club traducibile in parole povere con «chiudo di qui e apro di là», con quale coraggio un gruppo di giovani affronta una sfida simile?

«Dall’offerta del locale si capisce subito quali sono le intenzioni del gestore – prosegue il nostro interlocutore –. Se la struttura non è solida non sostiene niente. A Lugano viene presentata sempre la solita cosa e lo stesso modello di intrattenimento. Non c’è mai un cambiamento o una modifica dell’offerta. Quello che abbiamo creato è un concetto totalmente diverso da quello che possiamo definire concorrenza, per il semplice fatto che non esiste a Lugano».

Di cambi nome e gestione

Con l’apertura del nuovo locale cogliamo l’occasione per fare una panoramica delle chiusure, aperture, cambiamenti di nome e di gestione delle discoteche a Lugano negli ultimi anni (i dati sono stati forniti dalla Polizia comunale, a cui i gestori devono notificare modifiche o altro, ndr). I locali che hanno subito più «movimenti» negli anni sono principalmente due. Il club di via Cantonale (oggi Jungle Club) ha cambiato due volte nome e tre volte gestione negli ultimi cinque anni. Quello di piazza Dante invece (oggi Liv Club) in cinque anni ha cambiato cinque volte nome, quattro dei quali sempre sotto la stessa gestione.

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