Mendrisiotto

Non solo fuoco per i pompieri: allarmano le precipitazioni

Un terzo degli interventi dello scorso anno dei pompieri del Distretto ha riguardato eventi riconducibili all'acqua, maltempo in primis – Oltre diecimila ore d'azione per i 144 militi agli ordini del comandante Corrado Tettamanti
©Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
12.04.2022 06:00

Parola chiave: «Consolidamento». Il Centro Soccorso Cantonale Pompieri Mendrisiotto – la realtà nata tre anni fa dall’unione dei pompieri di Mendrisio e di Chiasso – continua a rafforzarsi. Anche perché le sfide non mancano. Lo sa bene il comandante Corrado Tettamanti che da quarant’anni (undici dei quali da «capo») indossa la divisa ed è in prima linea, pronto a intervenire nel caso sia lanciato un allarme al 118. Di sfide, come detto, ce ne sono parecchie: le detta un territorio come quello del Mendrisiotto – «attraversato da due arterie, ferrovia e autostrada, di valenza internazionale» –; i cambiamenti climatici che portano a lunghi periodi di siccità (come quello che stiamo attraversando) e di forti precipitazioni; la società e l’urbanizzazione che evolvono (il raggio d’azione comprende più di 50.000 abitanti); il grado di prontezza che dev’essere sempre più performante. Per i pompieri il lavoro ci sarà sempre. Lo attestano anche i dati illustrati ieri al Centro di Pronto intervento di Mendrisio – nell’ambito della presentazione del rapporto d’attività dell’anno appena trascorso –: il 2021 è stato l’anno della rinascita. «Rinascita nel senso che l’attività, dopo aver risentito della condizione generale a causa della pandemia, è in netta ripresa» ha spiegato il presidente della delegazione consortile (nonché capodicastero sicurezza pubblica di Mendrisio) Samuel Maffi.

Diecimila ore sul campo

E, in effetti, i numeri confermano la marcata ripresa dell’attività: l’anno scorso militi del Centro Soccorso pompieri hanno effettuato 665 interventi per un totale di 10.332 ore d’azione. A farla da padrone gli interventi di lotta contro il fuoco (238) e quelli legati agli allagamenti (214). Un dato quest’ultimo, che fa riflettere: il 32% degli interventi ha infatti riguardato l’acqua: «Le alluvioni del luglio scorso per fare un esempio, fanno evidentemente pensare a quello che sta succedendo nell’ambito dei cambiamenti climatici» ha sottolineato il comandante. Oltre al fuoco e al maltempo, i pompieri sono anche intervenuti in 28 occasioni per salvataggi, 8 incidenti, 131 inquinamenti e 36 eventi naturali. Centro di soccorso attivo anche per quel che concerne i servizi resi a terzi (173). Tra questi è inclusa l’attività di disinfestazione, compito che i pompieri svolgono su «mandato» dei Comuni: l’anno scorso sono stati 77. «Si tratta soprattutto di interventi per disinfestazione da imenotteri» ha spiegato Tettamanti: pompieri all’azione per eliminare nidi vespe e calabroni ad esempio da abitazioni, canne fumarie o solai (le api vengono invece salvate, così come i rettili).

Oltre cento militi

Dicevamo in apertura d’articolo che il consolidamento continua ad essere un fil rouge dell’intera organizzazione. «Una delle difficoltà sempre più presente, anche a livello Cantonale, è quella legata alla copertura del picchetto nelle fasce feriali diurne – ha commentato Maffi –. Sono sempre meno i militi che possono lasciare il posto di lavoro per rispondere alle mobilitazioni di intervento e questo ci ha costretto a correre ai ripari». Entro la prima metà di quest’anno, dunque, verranno assunti altri due pompieri professionisti portando così il numero a cinque. Si aggiungeranno quindi ai 144 militi (la stragrande maggioranza sono volontari) già operativi, tra i quali figurano anche quattro donne.

«Prevenire la paralisi»

Il prossimo arrivo di due professionisti getta dunque lo sguardo al futuro e il 2022 è ricco di progetti. Tra questi, ha elencato il comandante, figurano, appunto, il potenziamento e consolidamento delle figure professionali, la formazione continua – «grazie alle ditte della nostra regione che ci permettono di esercitarci creando scenari sempre più vicini alla realtà» – e il perfezionamento del materiale a disposizione. Sul campo, invece, una delle sfide preannunciate che attende il Centro di soccorso è il cantiere lungo l’autostrada A2 iniziato alcune settimane fa a nord dello svincolo di Mendrisio (i due viadotti detti del Campaccio): «Avremo a disposizione nuovo materiale e saremo pronti a intervenire in ogni momento perché dovremo cercare di prevenire un’eventuale paralisi del Mendrisiotto».