Non solo una biblioteca ma un’oasi per l’architettura

Per molti rimane ancora il «vecchio ospedale», ma Palazzo Turconi a Mendrisio ormai dal 1996 ha una diversa destinazione nell’ambito dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana. Dal 1. marzo scorso è la nuova sede della Biblioteca dell’istituto, prima situata nello stabile in legno a mezzaluna accanto allo stesso Palazzo Turconi. E proprio ieri è stato il gran giorno dell’inaugurazione ufficiale con gli interventi del rettore dell’USI Boas Erez, del consigliere di Stato Manuele Bertoli, del sindaco Samuele Cavadini e del professore dell’Accademia Christoph Frank. È stato un importante momento ufficiale che ha preceduto le visite agli spazi situati al primo piano guidate dalla responsabile della Biblioteca Angela Windholz e dal progettista Marc Collomb.
Piattaforma di ricerca
I lavori di ristrutturazione dello stabile sono iniziati nel gennaio 2019 e sono costati 7 milioni di franchi.
La nuova sede si estende su circa 1.800 metri quadrati, dispone di 110 postazioni di studio individuali e di 4 sale studio per lavori di gruppo. Negli scaffali a libero accesso trovano posto la collezione generale, le biblioteche d’autore e una vastissima collezione di riviste di architettura, arte, design, fotografia, restauro, pianificazione urbana, territoriale e di progettazione del paesaggio (in totale circa 180.000 volumi). In sale appositamente climatizzate sono conservati i volumi antichi, le collezioni di grafica e quelle di fotografia.
La Biblioteca offre inoltre accesso ai servizi di swisscovery, la nuova piattaforma di ricerca che riunisce il patrimonio di 475 biblioteche accademiche svizzere e dà accesso all’intero repertorio di documenti scientifici custoditi in Svizzera: oltre 30 milioni tra libri e periodici, e più di 3 miliardi di articoli in formato elettronico
Triplice missione
In 25 anni la Biblioteca dell’Accademia è diventata una delle più importanti in Svizzera dedicate all’arte e all’architettura. Il cospicuo e sistematico acquisto di nuove pubblicazioni garantisce un incessante aggiornamento in merito alle posizioni architettoniche e artistiche, mentre importanti lasciti di fondi librari storici, di biblioteche d’autore e acquisti di fondi speciali documentano la storia del dibattito disciplinare.
La Biblioteca risponde a una triplice missione: di biblioteca didattica in quanto centro informativo della facoltà di architettura, di biblioteca scientifica per gli istituti di ricerca dell’università e di biblioteca speciale che garantisce la conservazione delle testimonianze della cultura architettonica e artistica, in particolare del Ticino, della Svizzera e dell’Europa meridionale.
Trasformazione riuscita
Palazzo Turconi fu ideato in origine come ospizio per i poveri grazie alle disposizioni testamentarie lasciate per iscritto a Parigi nel 1803 dal conte Alfonso Maria Turconi. Fu però costruito solo verso la metà dell’800 su un progetto dell’architetto neocalssico Luigi Fontana, originario di Muggio. Inaugurato nel 1860 per un secolo svolse la funzione di ospedale cantonale per il Mendrisiotto. Ma la realizzazione di una biblioteca all’interno di un edificio di grande valore storico e culturale rispetta la memoria del monumento? Secondo gli esperti, l’edificio «ha dimostrato una grande capacità di trasformazione, in primo luogo come spazio didattico per gli atelier di progettazione, e poi come luogo di studio e di ricerca dove il libro diventa il protagonista privilegiato. Nel caso di Palazzo Turconi, il principio organizzativo è semplice. Si raggruppano i volumi (libri) al centro degli spazi, al riparo dai raggi diretti del sole, e li si porta alla finestra per aprirli e consultarli intorno alla corte centrale che diviene così la sala di lettura su cui sono rivolti tutti gli sguardi. Dal proprio posto a sedere individuale si appartiene così alla comunità dei fruitori di questo luogo».