Nuova spallata al Parco urbano
Probabilmente la memoria ci fa cilecca, ma non ci ricordiamo negli ultimi 15-20 anni un caso simile. Lunedì prossimo, nella prima seduta dell’anno, il Consiglio comunale di Bellinzona dovrà esprimersi sulla richiesta di revoca del credito di 1,4 milioni di franchi approvato... dallo stesso Legislativo il 30 giugno 2020 per la realizzazione del «Café» al Parco urbano. La proposta è stata formulata dai capigruppo de il Centro (Gabriele Pedroni), di Lega-UDC (Sacha Gobbi) e del PLR (Tiziano Zanetti). Da notare l’assenza di Lisa Boscolo (Unità di sinistra): il dicastero Opere pubbliche, d’altronde, da un biennio, è affidato al municipale socialista Henrik Bang. Fatti due calcoli, in ogni modo, se tutti gli esponenti dovessero votare secondo le indicazioni di partito, quanto auspicato dovrebbe passare con tranquillità.
L’indispensabile equilibrio
Il 2023 politico all’ombra dei castelli è dunque destinato ad aprirsi con una sorpresa. Che sarebbe altresì un segnale chiaro dei due partiti storici e della destra all’Esecutivo in un periodo in cui la Città è alla costante ed indispensabile ricerca dell’equilibrio fra la necessità di investire (in primis nei progetti strategici, per favorire lo sviluppo socioeconomico) e quella di risparmiare per far quadrare i conti. Nella fattispecie a finire sotto la lente è nuovamente il Parco urbano all’ex campo militare.
Un progetto che a più riprese è stato oggetto di interpellanze ed interrogazioni, specialmente da parte dell’allora PPD. Adesso i fari sono stati accesi sulla terza tappa, ossia il cosiddetto «Café du Parc», un ritrovo nel cuore del polmone verde situato accanto al bagno pubblico dallo stile architettonico moderno. I lavori avrebbero dovuto iniziare nei primi mesi del 2022. Ma il primo colpo di piccone è stato «congelato» a causa delle ristrettezze economiche della Turrita. Il Municipio ha in seguito approfondito i costi delle singole parti e i dettagli tecnici dell’opera.
«Le premesse sono cambiate»
Secondo Pedroni, Gobbi e Zanetti la realizzazione dell’esercizio pubblico, «già timidamente condivisa se non addirittura ritenuta superflua da parte del Municipio stesso e poi ancora riportata, non appare decisamente più una priorità». Per i tre capigruppo - anche alla luce dell’evoluzione «della società e degli eventi», soprattutto dopo la pandemia - è questo il momento di «ritornare su decisioni prese sulla scorta di premesse diverse». Il perché è presto spiegato. Il Parco urbano, oggi, è circondato da bar e ristoranti; ergo, i frequentatori hanno l’imbarazzo della scelta. In conclusione, come abbiamo riferito all’inizio, non edificare il «Café» comporterebbe un risparmio di 1,4 milioni, «un importo non trascurabile in un momento storico divenuto improvvisamente piuttosto difficile».
Mezzi pubblici gratis? No
La seduta di Legislativo di lunedì 27 febbraio avrà quale primo punto all’ordine del giorno la proposta di risoluzione presentata da Matteo Pronzini (Verdi-FA-MPS-POP) attraverso la quale si chiede al Municipio di presentare un rapporto dettagliato per evitare che si ripeta quanto capitato alla casa anziani di Sementina durante la prima ondata pandemica. I cui vertici, ricordiamo, sono stati parzialmente condannati in Pretura per non aver rispettato alcune direttive emanate per arginare la diffusione del coronavirus. Nei prossimi mesi verrà però celebrato il processo d’Appello. Dopo aver discusso il credito supplementare di quasi 4 milioni per le nuove Elementari di Sementina ed altri crediti, i consiglieri comunali si chineranno su cinque mozioni.
Innanzitutto quella di Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini (MPS-POP), presentata a fine settembre 2020, che auspica il trasporto pubblico gratuito nel comprensorio della Turrita. Ebbene, l’Esecutivo nelle sue osservazioni invita il plenum a respingere la richiesta, così come preconizzato dalla maggioranza della Commissione della gestione (tutti i partiti tranne la destra e Verdi-MPS). La misura «non si giustificherebbe sia per l’enorme impatto finanziario, sia perché il sussidio sarebbe elargito senza distinzione alcuna, né in base al bisogno pratico, né a quello socioeconomico». La forchetta della somma aggiuntiva si aggirerebbe, secondo la prima stima, fra i 13 e i 25 milioni.