«Odori sgradevoli ma sostanze nocive nella norma»

Gli abitanti di Osogna non devono temere per la propria salute. Lo garantisce uno studio indipendente chiesto dal Municipio di Riviera sull’impatto di AlpiAsfalt, la società che produce miscele bituminose nella zona industriale del paese, e contro cui alcuni cittadini lottano da oramai cinque anni, con lamentele anche recenti per gli odori sgradevoli generati. Dalle misurazioni effettuate dalla ditta specializzata KBP GmbH di Berna emerge sì che la zona a sud/sud-est dell’impianto (nucleo del paese) è quella più soggetta al problema a causa del sistema dei venti di valle, ma in generale, e anche per le altre aree residenziali, «tutti gli inquinanti rispettano i valori limite di emissione precauzionali indicati dall’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico». Anzi, i valori di ossidi d’azoto, monossido di carbonio, polveri sottili e benzene sono «ben al di sotto dei limiti prescritti dalla legge». Anche di fronte ad un eventuale aumento della produzione futura - che la società non esclude ma che dovrà passare per una domanda di costruzione - le proiezioni degli specialisti assicurano che i valori sarebbero rispettati nelle zone residenziali del paese, e questo fino al triplicamento delle emissioni. Insomma, ci sarebbe di che stare tranquilli.
Quei picchi che sono legali
Le notizie sono meno positive per quanto riguarda gli odori. I quali presentano effettivamente dei picchi eccessivi, ma solo per quanto riguarda i giorni di funzionamento dell’impianto. Essendo che questi sono attualmente limitati, le normative sono formalmente rispettate. Questo potrebbe cambiare qualora si concretizzasse l’ipotetico aumento della produzione (oggi si tratta di 15.000 tonnellate di asfalto all’anno prodotte in circa 150 ore di funzionamento; in futuro potrebbero diventare 44.000 per un totale stimato in 440 ore di attivazione dell’impianto). Il tutto andrà dunque riverificato, tenendo comunque conto che «secondo le raccomandazioni federali un impatto fino al 10% delle ore annue (equivalente a 876 ore) è accettabile». Rimane da vedere se, al di là di quanto dice la legge, la popolazione toccata sarà pronta a chiudere un occhio, o meglio a chiudere le finestre nei giorni di funzionamento dell’impianto.
Il Cantone: «Nessun pericolo»
Conclusioni analoghe erano giunte già dalle prime misurazioni effettuate nel 2019 e nel 2020 dal laboratorio esterno Carbotech su richiesta della Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo (SPAAS) del Dipartimento del territorio. Il monitoraggio era stata effettuato in tre periodi dell’anno e in quattro posizioni diverse. Ebbene, dalle analisi era emerso che le sostanze più preoccupanti per la salute (gli idrocarburi policiclici aromatici, IPA) «non sono stati riscontrati in nessun periodo e in nessun punto». Soprattutto nei siti vicino all’impianto sono invece presenti i composti organici volatili (COV), ma in maniera minima e giudicata non significativa. In questo senso il Cantone aveva concluso che «ad Osogna non è presente una situazione preoccupante per quanto riguarda l’inquinamento locale e quindi anche per la salute pubblica».
L’Esecutivo: «Terremo sotto controllo»
Il Municipio di Riviera promette comunque di continuare a monitorare la situazione. «Siamo particolarmente sensibili alle preoccupazioni manifestate e alla salvaguardia della qualità di vita della popolazione», ha affermato ieri di fronte al Legislativo riunito a Cresciano il capo del dicastero Sicurezza pubblica Fulvio Chinotti. Lo ha fatto a nome dell’Esecutivo completando la risposta all’interpellanza presentata nell’ottobre 2019 dai consiglieri comunali Patrizio Pellanda e Alessandro Moro, a cui era stata fornita una replica solo parziale in attesa appunto dei risultati dello studio indipendente. In tal senso, «anche se le analisi effettuate evidenziano che l’impianto di AspiAsfalt rispetta ampiamente i limiti di esposizione alle sostanze nocive, il Municipio continuerà a tenere sotto controllo la situazione, monitorando i dati delle annuali misurazioni delle emissioni. Inoltre si adopererà, in accordo con la SPAAS, per la regolare misurazione degli IPA e dei COV anche nel corso degli anni a venire». L’Esecutivo ribadisce che «quando l’impianto è in funzione lo stesso provoca eccessivi picchi di odore sgradevole, con le conseguenze che questo comporta sulla qualità di vita della popolazione». Un superamento della concentrazione di odori che «è all’origine di questo disagio». Il Municipio si dice quindi «particolarmente preoccupato per questa situazione che potrebbe peggiorare nel caso di un ipotetico aumento della produzione di asfalto», e assicura il proprio impegno «affinché questa problematica sia costantemente monitorata».
Tra licenza edilizia e pianificazione futura
Nel contempo l’Esecutivo promette di far rispettare quanto contenuto nella licenza edilizia dell’impianto, in particolare il divieto di superamento della quota di produzione di 15.000 tonnellate di miscele bituminose, con riutilizzo di un massimo di croste d’asfalto frantumate pari a 525 tonnellate. Inoltre, nell’ambito delle considerazioni e delle decisioni che scaturiranno in sede di elaborazione del Programma d’azione comunale (PAC), il Municipio «potrà fare delle riflessioni sulla possibilità di proibire la realizzazione di nuovi impianti simili sul territorio comunale (con riferimento implicito al progetto di Iragna contrastato da tutti i partiti ndr.) vincolando quanto definito mediante una variante di Piano regolatore o inserendolo direttamente nella revisione globale».
