Politica

Offensiva sul settore dell'asilo: «Ora servono regole chiare»

Dopo il caso di Rovio, tramite una mozione interpartitica (primi firmatari UDC e PS-FA) un gruppo di deputati chiedere più trasparenza, ma anche la creazione di un piano cantonale di collocamento e un controllo regolare da parte del Gran Consiglio
© CdT / Gabriele Putzu
Giona Carcano
21.03.2025 23:26

«Attorno alla politica di collocamento degli asilanti sembrerebbero non esserci direttive trasparenti, chiare ed accessibili a tutti». Lo stesso vale per il controllo sull’efficacia dei mandati conferiti dal Cantone alla Croce Rossa svizzera sezione del Sottoceneri e SOS Ticino. Puntano su un tema di stretta attualità le due mozioni inoltrate da Roberta Soldati (UDC) e Beppe Savary-Borioli (PS-FA), cofirmate anche da deputati di Lega, PLR, Verdi ed HelvEthica. Mozioni che, in sintesi, hanno un unico scopo: rimettere ordine nel settore dell’asilo ticinese. Per i deputati, «dev’essere premura dell’intero Gran Consiglio vegliare affinché i soldi dei contribuenti siano spesi in modo oculato, senza favoritismi o esclusioni arbitrarie». Non a caso, come vedremo, viene proposta pure la creazione di una sorveglianza ad hoc da parte di una commissione parlamentare. L’esempio più recente portato dai firmatari è quello di Rovio, dove l’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati intende alloggiare una quarantina di richiedenti l’asilo nel vecchio ParkHotel. Un caso «che ha sollevato perplessità sulle prassi e sulle modalità adottate dall’Ufficio». Ecco perché, secondo Soldati e Savary, nel settore «non sembrerebbero esserci direttive trasparenti». «Un fatto sorprendente è che, in taluni casi, con strutture alberghiere private non siano nemmeno stati conclusi dei regolari e seri contratti di locazione ad hoc, con tutte le formalità di rito», sottolineano i deputati. Lacune che si riscontrerebbero anche sulle questioni di responsabilità civile: «Le disposizioni contenute nel Codice delle obbligazioni non impongono la forma scritta per il contratto di locazione, tuttavia è opportuno, ritenuto l’impiego di denaro pubblico, che una certa formalità debba imporsi». Ma c’è di più. Per i granconsiglieri, «in modo inspiegabile», sembrerebbe che a volte i richiedenti l’asilo «vengano spostati da una struttura all’altra, senza un criterio definito». Inoltre, «sollevare criticità nei confronti dei servizi preposti da parte dei proprietari delle strutture sembrerebbe comportare lo spostamento degli asilanti presso un’altra struttura». Si chiede dunque al Governo di correggere il tiro «emanando direttive chiare e trasparenti» in questo ambito, specie nella procedura di bando pubblico per la ricerca di strutture. Anche il coinvolgimento degli Enti locali e della popolazione dovrebbe avere la priorità. Ma non solo. Si chiede pure la realizzazione di un piano cantonale di collocamento degli asilanti nelle strutture private che preveda anche le modalità di attuazione nei momenti di forte affluenza.  

Una valutazione periodica

Come detto, con una seconda mozione, nel mirino dei deputati sono finiti anche la Croce Rossa e SOS Ticino. Il Cantone, ricordano i deputati, fa capo a concorsi pubblici per il conferimento di mandati per perseguire gli obiettivi posti dalla Confederazione in materia di asilo. Concorsi «che si concretizzano con la sottoscrizione di mandati di prestazione specifici». In particolare, appunto, vengono citati quelli sottoscritti con SOS Ticino (da luglio 2024) e dalla Croce Rossa Sottoceneri (che dal 1987 ha sempre vinto il concorso). Soldati e Savary riportano in seguito quanto scritto sul sito del Cantone sui compiti e gli obiettivi delle due organizzazioni. Ma, fanno notare, «non è data a sapere la reale efficacia delle misure implementate da SOS e Croce Rossa e il raggiungimento o meno degli obiettivi fissati». Servirebbe, quindi, un maggiore controllo. Di qui, la richiesta di rendere pubblici i mandati di prestazione conclusi con le due organizzazioni. Per i deputati anche la durata dei mandati dovrebbe essere al massimo di 10 anni non prorogabili, a cui deve seguire l’allestimento di un nuovo bando di concorso. Inoltre, bisognerebbe pure rendere pubblici i rapporti intermedi, con conseguente «valutazione della reale efficacia delle attività» portate avanti dalle organizzazioni. E, nel caso in cui l’efficacia «non fosse performante, porre correttivi e fissare gli obiettivi da raggiungere». Fino a valutare eventuali modifiche contrattuali nel caso in cui si riscontrassero delle mancanze. Chieste, come detto, anche procedure di controllo regolari dei centri di accoglienza sotto la responsabilità della Croce Rossa da parte del Gran Consiglio, come ad esempio avviene già oggi per le carceri con la speciale Commissione parlamentare.