Bellinzona

Operai comunali e pompieri insieme: uno scenario che riprende il volo

Il Dicastero opere pubbliche aggiornerà il progetto per la realizzazione della sede dei Servizi urbani all’ex Birreria di Carasso, includendo anche la caserma - Sembra intanto perdere un po’ di quota l’idea del Centro di pronto intervento unico
La sede attuale dei pompieri di Bellinzona in via Mirasole. © CdT/Chiara Zocchetti
Simone Berti
Alan Del Don
18.01.2023 06:00

Per chi segue la cronaca cittadina da oltre un decennio l’acronimo «MEP» non suonerà certamente nuovo, benché non se ne parli da un po’. Si tratta del progetto lanciato dall’allora Municipio di Bellinzona per realizzare all’ex Birreria di Carasso un centro che riunisse i nuovi magazzini dei Servizi urbani comunali, l’ecocentro e i pompieri, dalle cui iniziali esce appunto MEP. Un progetto multimilionario che avrebbe risolto i rispettivi problemi delle tre «attività», ma che per vari motivi, anche di priorità finanziaria, non è mai andato in porto. Questo, almeno, per quanto riguarda i magazzini (che rimangono nella vetusta sede storica nel quartiere Vela) e i pompieri (pure rimasti in città, nella caserma di via Mirasole su cui si è dovuto intervenire per adeguamenti non più procrastinabili). L’ecocentro è invece stato costruito ed è in funzione. Uno su tre, insomma.

Un’area strategica

Ma ora quella vecchia idea potrebbe riprendere quota. L’area dell’ex Birreria è ritenuta strategica dall’Esecutivo cittadino per contenuti di carattere logistico e di servizio. Motivo per cui - anche di fronte al difficoltoso decollo del progetto per un Centro di pronto intervento, di cui diremo in seguito - lo stesso Municipio insieme all’Ufficio tecnico comunale ha ripreso in mano il dossier. «Si tratta di aggiornare il progetto in considerazione delle nuove necessità di spazio, le altrettanto nuove esigenze di carattere tecnico e le norme edilizie», conferma al CdT Henrik Bang, a capo del Dicastero opere pubbliche. Oltre ai magazzini e alla caserma dei pompieri potrebbero poi entrare in linea di conto altri contenuti, ma su questo non ci si sbilancia, al momento. Fatto questo aggiornamento - che si trova alle battute iniziali e che decreterà la fattibilità o meno dell’operazione - si tratterà poi di allestire il preventivo e infine di preparare un messaggio da sottoporre al Consiglio comunale. «Per l’Esecutivo non è invece più un tema quello del Centro di pronto intervento - risponde Bang -. L’ipotesi è irrealizzabile, dato che richiede costi elevati, inoltre ci sono problemi legati al terreno». Come vedremo, un sedime confacente era stato individuato a Camorino ma sullo stesso si è innescato un tetris di esigenze.

I magazzini dei Servizi urbani di Bellinzona, nel quartiere Vela. © CdT/Archivio
I magazzini dei Servizi urbani di Bellinzona, nel quartiere Vela. © CdT/Archivio

«Le esigenze evolvono»

Che si stia lavorando all’opzione di Carasso per la caserma lo conferma il comandante dei Pompieri di Bellinzona Samuele Barenco, il quale preferisce tuttavia non addentrarsi in considerazioni di carattere politico: «Non spetta a me, è una domanda da rivolgere al Municipio». Può invece esprimersi sulla situazione attuale della sede di via Mirasole a cui si è più volte dovuto mettere mano, in attesa di una soluzione definitiva. «Come fatto sinora, si prosegue tramite compromessi - afferma il comandante -. È chiaro che più il tempo passa e più le esigenze dei pompieri evolvono, anche a livello di effettivi e veicoli, e più questi compromessi diventano impegnativi. Ma d’altra parte si cerca sempre di fare il meglio».

In stand by

Intanto, forse anche in considerazione del fatto che l’opzione Carasso per la caserma prende quota, non ci sono certezze per il futuro Centro di pronto intervento, che unitamente proprio ai pompieri avrebbe dovuto riunire sotto lo stesso tetto anche la Croce Verde, la Polizia comunale, la PCi e l’Azienda multiservizi. Anzi: lo scenario pare sfilacciarsi. Numerose, negli ultimi anni, le alternative vagliate per la realizzazione. In prima fila sembrava ci fosse l’ipotesi di Camorino, su un terreno di proprietà della Confederazione nei pressi degli svincoli autostradali, vis-à-vis il garage Winteler, poco distante dagli uffici della Sezione della circolazione. Un sedime che avrebbe dovuto essere messo a disposizione nell’ambito del collegamento A2-A13, il cui progetto è però nel frattempo cambiato. E pertanto il fondo non serve più integralmente all’Ufficio federale delle strade. «Effettivamente è così. Noi l’abbiamo bisogno, solo in minima parte, quale deposito per il materiale per le delimitazioni dei cantieri ed eventualmente per la compensazione così da evitare espropri - puntualizza il capo della filiale cittadina dell’USTRA Marco Fioroni -. Negli ultimi mesi da parte del Cantone e della Città, interessati al terreno, non abbiamo tuttavia più avuto nessun riscontro». I preposti uffici cantonali hanno infatti messo gli occhi su quella parcella per l’area permanente per i nomadi svizzeri in sostituzione di quella al Seghezzone di Giubiasco. Apprezzata sì, ma non ottimamente attrezzata.

Tra i vari enti alla ricerca di una moderna sede c'è anche la Croce Verde.
Tra i vari enti alla ricerca di una moderna sede c'è anche la Croce Verde.

Vari interessi

In quello che somiglia sempre più ad un mosaico, proprio il Seghezzone era stata un’altra soluzione presa in considerazione dall’Esecutivo della capitale per edificare la «cittadella dei servizi». C’è da superare la concorrenza del Cantone, che ritiene quell’area idonea per insediarvi un polo formativo sociosanitario (Scuola specializzata superiore in cure infermieristiche, Scuola specializzata per le professioni sanitarie e sociali e una scuola media). E ciò in un’ottica lungimirante, considerando che il quartiere che si svilupperà a tappe nei prossimi tre lustri alle ex Ferriere Cattaneo di Giubiasco sarà proprio improntato, pure ma non solo, sulle cure mediche ed infermieristiche oltre a contenuti congressuali ed imprenditoriali. In una mozione presentata la scorsa primavera il Centro ha inoltre rilanciato l’idea di via Tatti per il centro multiservizi della Turrita, che piace alla Croce Verde (alla pari della Saleggina dove entro il 2030-2032 verrà costruito l’ospedale regionale) stufa di aspettare. L’ambulanza si è pure mossa in solitaria cercando di trovare finalmente una sede al posto di quella non più idonea di via Rodari. Non si dovesse trovare un accordo con la Città e gli altri enti di pronto intervento, ecco che potrebbe farsi largo la soluzione extra muros, magari a Castione, a poche decine di metri dallo svincolo autostradale. L’ipotesi Birreria? Alla Croce Verde non piace molto, in virtù delle difficoltà di avere un accesso privilegiato all’A2 per i mezzi di servizio.

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