Le cifre

Padroncini e distaccati in ritirata, ma gli interinali preoccupano

Cala nel 2022 il lavoro notificato in Ticino - Renzo Ambrosetti: «I numeri indicano una flessione incoraggiante per il mercato del lavoro ma non dobbiamo abbassare la guardia» - Nicola Bagnovini: «Sull’andamento ha influito anche il decreto del superbonus 110% promosso in Italia»
©CdT/Chiara Zocchetti

Sembrano lontani i tempi in cui, per tentare di arginare l’arrivo in Ticino di padroncini e lavoratori distaccati, si ricorse a una pubblicità in tv. Era il 2014, anno nel quale il numero di distaccati e indipendenti esplose, toccando rispettivamente quota 9.800 e 4.900. Un balzo in avanti che spinse l’economia ticinese a scendere in campo unita «contro la concorrenza sleale», promuovendo una campagna pubblicitaria per suggerire ai consumatori di preferire le imprese ticinesi a quelle straniere. «Investire nel giardino del vicino può essere pericoloso», veniva ricordato. «Oggi il trend è diverso, più incoraggiante, ma non deve essere un motivo per abbassare la guardia», commenta Renzo Ambrosetti, presidente dell’Associazione interprofessionale di controllo (AIC). Anche perché, rileva anche Nicola Bagnovini, segretario dell’AIC e direttore degli impresari costruttori (SSIC-Ticino), «se non è forse più la spina nel fianco che rappresentava una decina d’anni fa, il fenomeno non va comunque sottovalutato, e soprattutto va mantenuta alta la guardia nella lotta contro gli abusi: continuare a combattere la concorrenza sleale e a preservare la professionalità e l’etica professionale delle imprese serie in Ticino».

Le statistiche

Le cifre relative al 2022, pubblicate ieri dall’Ufficio cantonale di statistica (USTAT), confermano il calo, tanto dei lavoratori distaccati (scesi di 228 unità rispetto al 2021, a quota 6.749) quanto dei padroncini (-69 unità rispetto al 2021, 2.362). Una flessione, ricorda Ambrosetti, iniziata nel 2020, quando scoppiò la pandemia, e confermata anche lo scorso anno: «Nel nostro cantone, uno dei fattori che ha inciso maggiormente sul calo è da ricondurre agli incentivi concessi in Italia per la costruzione e la ristrutturazione delle abitazioni. Per cui, una serie di artigiani che entravano in Ticino per lavorare, oggi non si rivolge più al nostro mercato». A questo si somma poi la situazione «stagnante» dell’edilizia, che ha generato meno richieste di impiego.  Guardando i dati, in effetti, le persone notificate nell’edilizia e nel genio civile nel 2022 sono state 3.914: 631 in meno rispetto al 2021 e addirittura 5.418 in meno rispetto a dieci anni fa. Crollati anche i giorni di lavoro, passati dai 95.200 del 2021 ai 76.396 (-19,8%) dello scorso anno. «Nel 2022 abbiamo assistito in Ticino a una flessione congiunturale nell’edilizia privata e nell’artigianato a causa dell’aumento dei costi e della reperibilità di parecchi materiali da costruzione», ricorda infatti Bagnovini. «Anche l’aumento significativo dei tassi ipotecari e la generale incertezza causata dal conflitto in Ucraina - aggiunge - hanno contribuito a “frenare” gli investimenti privati nell’edilizia».

Infrazioni in calo

Ma non è tutto, perché a influire sui dati sono anche i controlli. «Come AIC ci occupiamo di 22 rami economici e lo scorso anno abbiamo fatto verifiche sul 90% delle notifiche arrivate», rileva Ambrosetti. Il risultato? Una diminuzione, seppur leggera, delle infrazioni riscontrate, passate da 447 nel 2021 a 354 nel 2022. «Sintomo del fatto che, negli anni, qualcuno in più ha imparato la lezione e sa che se intende venire in Ticino a lavorare deve anche sottostare alle regole del gioco. Non è soltanto una verifica, ma funge anche da deterrente», sostiene Ambrosetti. E se l’operazione di controllo funziona, c’è anche un’accresciuta sensibilità da parte della popolazione. Secondo Bagnovini, infatti, «i ticinesi hanno capito che il sostegno all’economia locale porta benefici all’intero nostro sistema sociale, economico e formativo. Pure la reperibilità delle ditte a lavori ultimati è stata capita dai committenti ticinesi, soprattutto in termini di garanzia di buona esecuzione e di interventi futuri».

Il nuovo focus

Tutto bene, quindi? Non proprio. Perché se le cifre di distaccati e padroncini sono incoraggianti, c’è un altro fenomeno in piena espansione: la crescita di persone notificate alla voce «Assunzioni d’impiego presso un datore di lavoro svizzero». Si tratta, in sostanza, di persone assunte da ditte o agenzie di collocamento interinali per un brevissimo tempo, 90 giorni al massimo. Il loro numero è raddoppiato negli ultimi dieci anni, passando da 8 mila a oltre 16 mila, ed è cresciuto di mille unità tra 2021 e 2022 (da 15.201 a 16.222). «E proprio qui stiamo cercando di indagare», dice Ambrosetti. Sì, perché l’ipotesi è che negli anni ci sia stato un travaso tra le categorie. «Sospettiamo che una parte dei lavoratori che in passato entrava come distaccato o padroncino, oggi passa tramite le agenzie di collocamento», sostiene Ambrosetti. E quindi? «Quindi assistiamo a una precarizzazione del mercato del lavoro. Se una volta le aziende assumevano a tempo indeterminato, oggi le ditte preferiscono reclutare personale “a tempo”, facendo capo alle agenzie di collocamento anche per una questione di praticità». Insomma, i contratti di lunga durata stanno lasciando il posto a contratti più brevi. «Si assume personale per il tempo necessario a far fronte a un aumento, puntuale, del lavoro, ad esempio nel caso in cui entri una commessa importante». Come per ogni fenomeno - gli fa eco Bagnovini - «il rischio è quello delle proporzioni, che devono restare nelle corrette dimensioni. Tali soluzioni non devono infatti rappresentare opzioni per aggirare le nostre regole».

Uno su tre opera nell’edilizia e nei rami affini

Ma cosa dicono, nel dettaglio, i dati pubblicati dall’Ufficio cantonale di statistica? Innanzitutto appare in flessione non solo il numero di persone notificate, ma anche i giorni di lavoro. Lo scorso anno, sono stati in totale 680 mila, in calo di 5.780 unità rispetto al 2021 (-0,8%). Ma questo, ancora una volta, vale solo per distaccati (-14 mila giorni di lavoro, ossia -15,4%) e indipendenti (-833 giorni di lavoro, pari a -1,6%). Gettando invece uno sguardo ai settori di attività, il 31,5% dei padroncini lo scorso anno ha operato nell’ambito dell’edilizia, il 12,7% nel ramo dell’artigianato e l’11,4% in quello del commercio. Per quanto riguarda i lavoratori distaccati, invece, il 34,4% è stato impiegato nel settore dell’artigianato e dell’industria, il 31,2% in quello dell’edilizia e il 12,1% nel commercio. Da segnalare, infine, l’importante quota raggiunta dal personale a prestito. Su un totale di 25.333 persone notificate, questo comparto conta ben 4.600 persone, pari al 28,5%.

I controlli del Cantone

Sul fronte dei controlli,  anche l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro tiene alta la guardia. «Per quanto riguarda il lavoro notificato, verifichiamo sistematicamente tutte le richieste di lavoro nei settori privi di un contratto collettivo», commenta Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia. Si tratta, prosegue, «di un controllo massiccio, sostenuto da una capacità ispettiva importante». Tra i compiti dell’ispettorato, ricorda Rizzi, figura anche il controllo dei livelli salariali, nell’ambito della legge sul salario minimo e dei contratti normali di lavoro (CNL).