Genestrerio

Palazzine al posto del grotto, per la Città la risposta è no

L’Esecutivo ha negato la licenza edilizia per il progetto che prevede la realizzazione di 5 palazzine (e 43 appartamenti) sul terreno che ospitava anche l’ex grotto Vallera – Un’area affacciata sul Laveggio che si intende rinaturare
Un progetto presentato la prima volta nel 2018. © CdT/Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
02.05.2024 06:00

La risposta, in estrema sintesi, è «no». In via Vallera a Genestrerio – sulle ceneri di quello che una volta era il rinomato grotto Vallera e i suoi dintorni – le cinque palazzine per un totale di 43 appartamenti e annessa autorimessa non si possono costruire. È di questo avviso il Municipio di Mendrisio il quale, negli scorsi giorni, non ha concesso la licenza edilizia. Il progetto – ripresentato dopo una prima domanda di costruzione pubblicata nel 2018 – non è quindi stato approvato. Ad istanti e proprietari dei fondi, ora, rimangono 30 giorni per far valere le proprie ragioni, ricorrendo al Consiglio di Stato.

A nulla – salvo ricorso ed eventuale successo – è dunque valsa la presentazione di un progetto rivisto e ridimensionato. Anche perché, si considera, l’importanza – a vario titolo – dell’area entra in contrasto con la possibile nuova edificazione. Che più parti avrebbero battagliato, al fine di opporsi alle costruzioni, è cosa nota: oltre ai vicini – patrocinati dall’avvocato Gianluca Padlina – si sono opposti i Cittadini per il territorio, Pro Natura Ticino e il Consorzio depurazione acque Mendrisio e dintorni. E anche il Cantone – nello specifico il Dipartimento del territorio – ha presentato formale opposizione. Troppi, a mente degli opponenti, i motivi per i quali le cinque palazzine non devono vedere la luce. L’Esecutivo cittadino – richiamando i pareri dei vari uffici cantonali, uno su tutti quello della Natura e del paesaggio – spiega che «sebbene la variante proponga un’importante riduzione della superficie interrata destinata ad autorimessa e una semplificazione delle facciate, l’intervento conserva tuttora importanti conflitti paesaggistici». In aggiunta, si annota, «la densità eccessiva rispetto al contesto residenziale del comparto viene riproposta e l’intervento risulta tuttora insensibile al valore e alla forte connotazione naturalistica lungo il fiume». Passaggi, va detto, contestati dagli istanti i quali ritengono il preavviso dell’Ufficio della natura e del paesaggio «privo di valutazioni oggettive e chiaramente arbitrario».

Nelle 19 pagine che motivano il diniego della licenza edilizia, si fa inoltre riferimento – sempre richiamando il parere cantonale – al fatto «che il paesaggio in cui si colloca il progetto si contraddistingue per la presenza di forti elementi naturalistici come il fiume Laveggio, le aree definite dai suoi margini e il bosco».

La rinaturazione

Una zona evidentemente sensibile. Ancor di più da quando è stato istituito il Parco del Laveggio, una realtà inaugurata nell’ottobre dello scorso anno. Di più, una zona che si vuole ulteriormente rivedere. Nell’edizione del 29 febbraio abbiamo infatti riportato la volontà di rinaturare un tratto di 600 metri del fiume, proprio a Genestrerio. Un progetto da oltre 6 milioni di franchi che permetterà di alleviare il problema della «piena idraulica» in caso di forti piogge.

Ma che potrà inoltre contare sull’inserimento di una serie di contenuti paesaggistici e naturalistici. Si lavorerà affinché sia ripristinata la funzione di corridoio ecologico per anfibi, rettili e piccoli-medi mammiferi. Sarà inoltre ripristinata la libera migrazione piscicola.

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