Parco San Grato: trovato un accordo per la cessione
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Sono passati quasi due anni da quando l’Assemblea dell’Ente turistico del Luganese Lugano Region aveva votato a larghissima maggioranza la cessione del parco San Grato di Carona alla Città di Lugano per 2,8 milioni di franchi. Un prezzo accolto però con scetticismo dalle Commissioni edilizia e gestione del Consiglio comunale di Lugano, in quanto ritenuto eccessivo, tanto che il trapasso di proprietà sembrava ancora lungi dal concretizzarsi. Ma ieri è emersa una notizia che potrebbe sbloccare la situazione: le parti - Lugano Region, Municipio di Lugano e le due Commissioni, hanno trovato un accordo sul prezzo di vendita: 1,8 milioni più 300mila franchi da versare a Lugano Region per due anni di manutenzione del parco. Ora si attende l’approvazione di ambo le parti. La prima a esprimersi sarà l’Assemblea dell’Ente turistico, prevista per il 21 giugno. In caso scaturirà un sì, toccherà poi alla Città: ci sarà solo da capire se servirà un nuovo messaggio o se potrà bastare (l’ipotesi più probabile) accettare un emendamento a quello attuale.
Cosa è cambiato
A prima vista potrebbe sembrare uno sconto quasi milionario per la Città, ma non è proprio così. La prima proposta, tutto sommato, avrebbe significato per le casse cittadine un esborso di 2,2 milioni, in quanto al prezzo di 2,8 si dovevano sottrarre i costi di manutenzione che sarebbero stati pagati da Lugano Region per un controvalore di 2,6 milioni. La nuova proposta prevede invece un prezzo di vendita, quello sì, più basso di un milione, ma la Città, come detto, pagherà a Lugano Region due anni di manutenzione.
«I danneggiati? I turisti»
«Prolungare questa impasse avrebbe danneggiato quasi esclusivamente i turisti, perché gettava incertezza sugli investimenti futuri - dice il presidente del CdA di Lugano Region Paolo Filippini, da noi contattato. - E alla luce degli investimenti che la Città vuole fare nel parco, crediamo che la modifica di prezzo che chiederemo alla nostra Assemblea di accettare sia ragionevole». Filippini sottolinea inoltre che, malgrado le differenti vedute finanziarie, da nessuna delle parti in causa è mai venuta meno l’intenzione di tirarsi indietro dalla trattativa: «Nessuno vuole cedere il parco ad altri, è un po’ un gioiello di famiglia. Le trattative sono sempre andate avanti con la volontà di continuare quanto ci eravamo promessi».