Parlano i frontalieri tedeschi: «In Svizzera guadagno il doppio»

Un fenomeno che non riguarda solo i lavoratori diretti dall’Italia al Ticino. In Svizzera, negli ultimi anni si è registrato anche un boom di frontalieri tedeschi che, stando a quanto riferito dal quotidiano Der Spiegel, vedono la Confederazione come una sorta di paradiso, quando si parla di stipendi. Già, anche chi arriva dalla Germania è attratto dai salari più elevati e da condizioni di lavoro considerate migliori. I frontalieri tedeschi, in alcuni casi, arrivano a guadagnare quasi il doppio rispetto al loro Paese di provenienza.
Negli ultimi 20 anni, evidenzia il Blick, il numero di frontalieri dalla Germania alla Svizzera è praticamente raddoppiato. A Basilea, ad esempio, quasi un quinto dei dipendenti proviene da oltre confine. Circa 65 mila tedeschi, ogni giorno, attraversano la dogana, mentre in totale sono oltre 380 mila i frontalieri che da Francia (221 mila), Italia (91 mila), Germania (65 mila) e Austria (quasi 9 mila) hanno trovato un’occupazione in Svizzera. Contando anche altri Paesi di provenienza, i lavoratori dall’estero nel 2023 hanno raggiunto quota 390.878.
Der Spiegel ha raccolto alcune testimonianze e, manco a dirlo, la prima riguarda un settore decisamente caldo: la sanità. Un'infermiera di Friburgo in Brisgovia, città del land Baden-Württemberg, racconta: «Dal punto di vista economico è fantastico, guadagno il doppio di mia madre, che - anche lei infermiera - lavora in un pronto soccorso in Germania». Aggiungendo inoltre che in Svizzera l’assistenza è più apprezzata, che il rapporto tra medici e infermieri è meno gerarchico e che c'è meno pressione sugli orari. Questo garantirebbe un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata. La donna poi constata: «In Germania non farei questo lavoro, le condizioni sono pessime». Un 29.enne impiegato in un centro massaggi di Basilea, per tre giorni a settimana con un salario di circa 3 mila franchi, parla addirittura di lusso: «Ora non bado più a ogni euro che spendo», afferma, evidenziando ciò che in Ticino è ben noto: «Chi lavora in Svizzera, beneficia di alti salari e di prezzi relativamente bassi in patria (in questo caso la Germania, ndr)».
«L'economia ticinese va bene e aumenta la domanda»
In Ticino il numero di frontalieri si avvicina sempre più alla soglia psicologica degli 80 mila: a giugno del 2023 ne sono stati contati 79.181, ovvero un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Recentemente La Provincia di Como ha analizzato questa tendenza, alla luce del nuovo accordo fiscale sui frontalieri, insieme a Massimo Mastromarino, presidente dell’associazione Comuni italiani di frontiera e sindaco di Lavena Ponte Tresa. Mastromarino vede i numeri costantemente in aumento come «un fenomeno riconducibile al riconoscimento di una economia transfrontaliera che è ormai diventato un fatto strutturale. Un tessuto produttivo che va da Como a Varese, a Lugano, a Bellinzona (…), che ha costruito delle regole che si sono stabilizzate». Sull’aumento di lavoratori italiani in Ticino, ma anche nei Grigioni e in Vallese, sostiene che ciò sia dovuto anche al fatto che «quando una economia va bene, come quella ticinese, essa aumenta la propria domanda e trova risposta (di frontalieri, ndr) grazie a una situazione salariale più conveniente di quella italiana».
Il primo cittadino di Lavena Ponte Tresa parla anche delle nuove norme di tassazione per i frontalieri, che scatteranno dal primo gennaio del 2024, sottolineando che «nell’accordo fiscale si parla anche di assegno di frontiera, cioè di un contributo ulteriore a chi sceglie di restare in Italia, e questo alza la paga media e rende gratificante il restare in Italia». Secondo Mastromarino, specialmente a livello locale, si pone il problema di «un tessuto produttivo di frontiera che rischia di indebolirsi, perché non si trovano più maestranze qualificate. Un esempio è il settore sanitario che non riguarda solo la fascia di confine, ma che soffre anche a livello regionale». Un problema ben noto, a cui il Governo italiano sta cercando di porre rimedio con specifici indennizzi.