Capriasca

Pavimentazione di Sala: «Chi più spende meno spende»

La Commissione edilizia e opere pubbliche chiede al Municipio un intervento più incisivo per ovviare ai problemi emersi durante e dopo i lavori: «Le soluzioni proposte sono inutili in quanto non vanno a incidere in maniera significativa sui difetti strutturali»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Federico Storni
30.09.2024 06:00

«Mal si capisce questa proposta che ha il solo vantaggio di essere economicamente vantaggiosa ma che di fatto non porterebbe a risultati tangibili e duraturi. Chi più spende meno spende: il Municipio ritiri il messaggio e proponga interventi più risolutivi». In altre parole, alla Commissione edilizia e opere pubbliche di Capriasca non piace la proposta del Municipio per mettere quantomeno una «pezza» alla nuova pavimentazione del nucleo di Sala Capriasca, la cui posa fra il 2020 e il 2021 ha lasciato in eredità svariati problemi fra ristagni d’acqua, infiltrazioni e griglie di facile rottura. La Commissione vorrebbe una soluzione più incisiva. Rifare tutto il lavoro e posare una nuova pavimentazione era peraltro la soluzione ideale anche per i vari esperti e addetti ai lavori interpellati dal Municipio, ma quest’ultimo l’ha scartata ritenendola «parecchio invasiva e e molto onerosa per poterla considerare attuabile», optando piuttosto il «terminare l’opera e migliorarla quanto più possibile, senza però snaturarla totalmente».

Problemi irrisolti

A convincere la Commissione che l’intervento proposto è da ritenersi insufficiente è stato un sopralluogo da cui «è emerso chiaramente che le soluzioni proposte non vanno a incidere in maniera significativa sui difetti strutturali». In particolare non verrebbero risolti i problemi legati ai ristagni d’acqua e le siliconature «oltre a essere esteticamente poco presentabili» hanno una durata di vita di cinque anni, cosa che «obbliga il Comune a una manutenzione vita natural durante». La questione estetica è peraltro ancor più centrale del solito in questo caso, essendo il nucleo di Sala Capriasca inserito nell’Inventario svizzero dei nuclei meritevoli di tutela (ISOS). Alla luce di tutto questo, per la Commissione «l’operazione proposta dal Municipio ha sì un costo contenuto, ma è inutile. Uno spreco che si vorrebbe evitare».

Si attende la Gestione

Sul tema è atteso anche il rapporto della Commissione della gestione: «Vista la delicatezza della questione - dice il presidente ZenoCasella - attendavamo il parere dell’Edilizia per evitare di dare un parere meramente finanziario. Evidentemente nel nostro rapporto terremo fortemente conto delle perplessità tecniche emerse. Vorremmo inoltre capire, anche per evitare che possa ricapitare in futuro, che problematiche sono emerse durante il cantiere e come si è mosso il Municipio» nella vertenza con chi ha realizzato l’opera.

Conti 2023, la Commissione della gestione si spacca

Il Municipio di Capriasca parla di «nubi nere sui nostri orizzonti finanziari». Un concetto ribadito in più occasioni anche dal nuovo sindaco Francesco Canonica e riconosciuto di recente, seppure in maniera più sfumata dalla maggioranza della Commissione della gestione: «La sfida futura è quella di garantire qualità dei servizi e adeguate infrastrutture per i nostri cittadini, mantemento un’attenzione al debito pubblico».

Tale visione non è pero sposata dalle forze progressiste inComune, che in un rapporto di minoranza inGestione sui Conti consuntivi 2023 raccomandano di bocciarli per lanciara un segnale che porti il Municipio «a ragionare in termini differenti» colpevole di agire in ambito finanziario con un’«eccessiva prudenza (che sfocia quasi nel timore)» che porta a «prelevare una quantità eccessiva di risorse tramite la leva fiscale o rinunciare a utilizzarle a favore della collettività». In altre parole, per Insieme a sinistra ci sarebbero i soldi per promuovere politiche più sociali. Allo stato attuale, si sostiene, «emerge una visione molto limitata dei servizi e delle prestazioni da prevedere per rispondere ai bisogni della popolazione».

Su una cosa, però, i due fronti sono d’accordo: una «moratoria» per recuperare il pesante disavanzo della gestione dei rifiuti, o meglio ancora un’«amnistia» che permetta di ricorrere al capitale del Comune per azzerare il disavanzo.