Scenari

«Per avere i Mondiali è fondamentale il sostegno politico»

A seguito dell’idea di organizzare la kermesse ciclistica a Bellinzona, parla Agnès Pierret che ricoprì la funzione di direttrice a Mendrisio 2009: «Il nostro consuntivo fu di 13 milioni, di cui il 63% coperto da contributi pubblici» - Importanti i requisiti posti dall'UCI, tra sponsor e logistica
Simone Berti
12.07.2022 06:00

Quali sono i presupposti per organizzare i Mondiali di ciclismo su strada? Quale l’impegno finanziario richiesto? Dopo che sul CdT di sabato il direttore di BancaStato Fabrizio Cieslakiewicz ha lanciato l’idea di ospitare la kermesse a Bellinzona in una delle prossime edizioni, indicativamente tra 5-6 anni, abbiamo cercato di capire meglio cosa comporta un’impresa simile sentendo chi ci è già passato. «È un impegno enorme da molti punti di vista, in primis quello finanziario, e fondamentale è il sostegno politico» spiega Agnès Pierret. Oggi a capo dell’Ufficio dello sviluppo economico della Città di Mendrisio e della Filanda, fu direttrice dei Mondiali di ciclismo su strada organizzati nel 2009 proprio a Mendrisio, un cammino che iniziò addirittura sei anni prima quando, durante i Mondiali del 2003 in Canada, si accese la lampadina all’architetto Marco Sangiorgio (membro di Swiss Cycling che poi fu presidente del Comitato d’organizzazione) e all’allora sindaco del Borgo Carlo Croci.

L'apporto «statale»
Rispetto a quei tempi i requisiti posti dall’Unione ciclistica internazionale (UCI) sono ancora in parte cambiati, ma l’esperienza momò dice già molto. A cominciare dal budget: 14 milioni di franchi. Una cifra che a molti appare subito fuori portata. «Il sostegno delle istituzioni pubbliche fu fondamentale allora e lo sarebbe ancora oggi», spiega. Il consuntivo fu in pareggio, con una spesa di 13 milioni coperti nella misura del 65% da contributi di enti pubblici, del 20% dagli sponsor e il resto tramite attività di hospitality, marketing e vendita di biglietti. Importante quindi l’apporto «statale» con il Cantone (2,4 milioni di franchi), la Città di Mendrisio (1 milione), la NCKM Mendrisiotto SA (4,9), la Città di Lugano e altri Comuni toccati dal percorso.

«Difficile ma non impossibile»
Bellinzona e il Ticino, oggi, avrebbero la forza di investire 15-20 milioni di franchi in un evento come questo? «Io penso che il mondo sia anche di chi sogna e quindi non voglio dire di no, ma evidentemente è un’impresa difficile», risponde Agnès Pierret. Secondo cui anche l’approccio svizzero di fronte ad eventi simili non aiuta, perché vi sono pochi soldi pubblici a disposizione di proposte analoghe, come anche nel settore della cultura: «I nostri grandi musei ad esempio sono sovente il frutto di iniziative private, tra famiglie facoltose e aziende», ricorda. Questo significa che occorrono sostenitori privati forti, che poi devono fare i conti con le condizioni poste dall’UCI: l’organizzatore locale aveva potuto cercare dei sostenitori a condizione che gli stessi non fossero in conflitto con quelli dell’UCI.

Il fattore televisivo
Più in generale c’erano poi stati altri ostacoli. Anzitutto, a differenza di quanto avvenuto ad esempio ancora per Lugano 1996, epoca in cui era l’UCI a pagare gli organizzatori locali, successivamente è avvenuto il contrario. Poi c’è la TV: nel 2009 la produzione del segnale internazionale da parte di SRG era costata 1,5 milioni di franchi, di cui circa un terzo a carico di Mendrisio che aveva quindi dovuto partecipare anche a questi costi. Last but not least si era dovuto rispettare un cahier de charges molto importante e preciso in vari ambiti. Solo per fare alcuni esempi: la sistemazione delle strade, l’ampiezza delle tribune, il modo di posare le transenne, la sala stampa da centinaia di posti: «Sono tutte cose che l’organizzatore locale paga di tasca propria».

Il ruolo del Cantone e delle altre città
«È insomma un mix molto difficile, ci sono tanti parametri da rispettare e condizioni da adempiere. Ciò detto, sarebbe bellissimo per Bellinzona e anche per il Ticino. Un ostacolo potrebbe essere il concetto di rotazione, visto che nel 2024 tocca a Zurigo». Eppure, secondo Agnès Pierret se ci si crede davvero è giusto iniziare perlomeno a parlarne, anche facendosi poi eventualmente trovare pronti nel caso vi fossero delle rinunce da parte di altri candidati. «Anzitutto è importante ottenere il sostegno della politica, quindi Cantone e Comuni, e pure delle altre Città, indispensabile anche nell’ottica della logistica e dell’accoglienza in termini alberghieri e di sale congressuali». Ultimo aspetto, non indifferente, i percorsi: Bellinzona potrebbe essere all’altezza? «Non è il mio campo e vi sono persone più preparate per esprimersi in merito, ma non credo vi sarebbero dei problemi per realizzare un circuito all’altezza di un Mondiale. Bellinzona è una bellissima città ed è anche geograficamente ben posizionata».

L'indotto economico
Infine, che dire dell’indotto economico? Gli organizzatori di Mendrisio2009 avevano contabilizzato di 3,5 milioni di forniture chieste a ditte locali e 1,1 milioni in salari per lo staff, oltre ai mandati assegnati direttamente dall’ente pubblico ai privati e i pernottamenti.

26 settembre 2009: la gara in linea degli Under 23 ai Mondiali di Mendrisio. © CdT/Archivio
26 settembre 2009: la gara in linea degli Under 23 ai Mondiali di Mendrisio. © CdT/Archivio
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