«Per il collegamento A2-A13 è imperativo rimanere uniti»

«Sul tavolo dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) c’è un progetto proposto dal Cantone e frutto di un lavoro congiunto di vari attori. Rispolverare ora la cosiddetta variante «Panoramica 51/73» non accelererà di certo i tempi per la realizzazione del collegamento A2-A13». È scettico il consigliere nazionale Bruno Storni riguardo alla proposta che il Distretto del Locarnese del Centro ha sottoposto al consigliere federale Albert Rösti, direttore del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). Proposta contenuta in una lettera aperta nella quale si fa leva sui minori costi realizzativi che la variante «Panoramica 51/73» comporterebbe rispetto al progetto attualmente in fase di approfondimento a Berna: il Centro parla infatti di una spesa di un quarto più contenuta. Secondo Storni non è però una questione di costi: «Dopo la bocciatura popolare dello scorso 24 novembre dei progetti per il potenziamento dell’infrastruttura autostradale ora ci sono maggiori fondi a disposizione per tutti quegli altri che sono già in fase di approfondimento».
Ipotizzati tempi più brevi
Nella missiva inviata al direttore del DATEC, i vertici distrettuali del Centro evidenziano che la variante «Panoramica 51/73» avrebbe anche il vantaggio di essere realizzata in tempi più brevi. «La soluzione qui proposta, a nostro avviso, dato che per i 2/3 del tracciato percorrerebbe le rampe dell’A2 già esistenti per risalire il Monte Ceneri, sarebbe da definire più correttamente come un “completamento” dell’esistente tracciato, piuttosto che una variante vera e propria», precisano il presidente distrettuale Marco Calzascia ed il suo vice Romolo Pawlowski. Una soluzione alternativa, quella proposta dal Centro del Locarnese, sulla quale il titolar del Dipartimento del territorio Claudio Zali non intende assolutamente esprimersi. Il progetto è federale e la competenza di portarlo avanti spetta unicamente all’USTRA, tagliano corto dalla direzione dipartimentale.

Assist per un ulteriore rinvio
«Rimettere in discussione una procedura in corso, costruita faticosamente per ottenere la maggior condivisione possibile rischia di essere controproducente», rileva il consigliere nazionale Simone Gianini, fino a pochi giorni fa presidente della Commissione interregionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB). «Ogni tentennamento proveniente dal Ticino – aggiunge Gianini – verrebbe letto a Berna come un assist per depriorizzare l’attuale progetto per il collegamento autostradale tra Bellinzonese e Locarnese. In questo senso è importante che si ribadisca invece la volontà e l’impegno del Cantone e dei Comuni per la realizzazione di quest’opera. E questo mostrando anche che il voto negativo dello scorso novembre espresso dai distretti di Locarno e Bellinzona in merito ai progetti di ampliamento dell’infrastruttura autostradale non era un giudizio negativo sul collegamento A2-A13». Sull’importanza che il nuovo collegamento veloce tra i due poli sopracenerini possa venir finalmente realizzato - dopo anni di studi, varianti e consultazioni popolari, insiste anche Mattia Lepori, succeduto a Gianini alla guida della CRTB
«Seguiamo gli studi del Poli»
«In questo senso - precisa Lepori - seguiamo con molta attenzione gli approfondimenti che il DATEC ha commissionato al Politecnico di Zurigo e che forniranno una base scientifica per fissare alcune priorità e rimandare a un secondo tempo la realizzazione dei progetti non considerati urgenti».Eed evidentemente per il presidente della CRTB il collegamento A2-A13 non può che figurare tra i progetti prioritari. Nel frattempo Lepori si dice interessato anche alle risposte che Albert Rösti fornirà ai quesiti che gli sono stati sottoposti dal Distretto locarnese del Centro. Quesiti tra i quali spicca quello che chiede al direttore del DATEC se non creda che «il citato “completamento” del tracciato A2 (la variante «Panoramica 51/73», ndr.) possa riscontrare il consenso allargato dei vari attori in campo compresi anche coloro che hanno le legittime sensibilità ecologiche, visto che agendo in questo modo si eviterebbero, oltre ai già accennati elevati costi e ai lunghissimi tempi esecutivi, pure lo smaltimento di milioni di metri cubi di roccia scavata per il lungo traforo (8 chilometri), i camini di sfiato dei gas di scarico inevitabili in queste opere».
«Serve un consenso forte»
«Abbiamo preso atto di questa lettera e attendiamo le risposte di Rösti, ritenuto che qualche settimana fa nel nostro plenum abbiamo avuto le garanzie da parte di USTRA che a livello tecnico gli approfondimenti stanno procedendo», rileva Nicola Pini, sindaco di Locarno e presidente della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese (CIT). Anche la tempistica, sempre stando all’USTRA, non è dilatata. Ciò che rosulta essere a favore della realizzazione dell’opera anche rispetto all’esito della votazione federale dello scorso ottobre «è il fatto che si tratta di un completamento e non di un potenziamento della rete autostradale», ribadisce Pini, il quale aggiunge che durante il plenum della CIT «è stata anche sottolineata l’importanza di mantenere un consenso politico forte, perché questo rappresenta un vantaggio rispetto ad altri progetti di altre regioni».