Per il Fogazzaro è finita: sospese tutte le attività

Il Fogazzaro è un libro chiuso. L’istituto di Breganzona travolto dalla polemica sugli esami di maturità sostenuti vicino a Napoli ha interrotto l’attività. Sia in Ticino, sia in Italia. «Non abbiamo più nulla, abbiamo chiuso tutto» ha detto la preside Silvana Giunta a Tio, che ha anticipato la notizia. Sull’insegna all’entrata della scuola è appeso un cartello che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: «Affittasi».
Contro i diplomi facili
Lo stop arriva dopo che il Parlamento, lo scorso marzo, aveva approvato una nuova legge innescata proprio dal caso Fogazzaro. Legge che ha rappresentato un giro di vite per il settore delle scuole private, in particolare sulla possibilità di organizzare diplomi all’estero. In base alla norma, «l’esame di maturità si tiene in Svizzera, salvo eccezioni previste dal regolamento per scuole preparatorie che garantiscono un adeguato iter formativo». Sostanzialmente il Cantone ha ripreso in mano il pallino della situazione, obbligando istituti come il Fogazzaro a riorganizzarsi. La scuola con sede in via Cresperone era già reduce da un’altra battaglia, quella per riavere l’autorizzazione ad esercitare toltale dal Dipartimento Educazione Cultura e Sport. Sollecitato da un ricorso del Fogazzaro, pur riconoscendo che la situazione era «dubbia», il Consiglio di Stato aveva annullato il provvedimento spiegando che il DECS «non aveva saputo dimostrare in modo sufficiente che l’istituto fosse parte attiva nella scelta dei propri allievi su dove svolgere gli esami di maturità italiani, e anche meno che l’istituto medesimo condizionasse o guidasse la scelta dei propri allievi».
Vittoria inutile
Da noi contattato, l’avvocato Paolo Bernasconi, patrocinatore del Fogazzaro, ricorda quella decisione del Governo come «una vittoria di Pirro». «Ci hanno dato ragione, ma la reputazione della scuola era ormai compromessa. Le famiglie ovviamente erano preoccupate, anche perché c’era il rischio che qualche università, vista l’eco che aveva avuto il caso, non riconoscesse i diplomi». Poi è arrivata la nuova legge. «I requisiti necessari per iscriversi, con criteri che riguardano i titoli di studio e la residenza, sono previsti in modo tale da limitare fortemente il mercato». In altre parole, il cambiamento normativo ha messo in crisi il Fogazzaro come azienda. «Senza dimenticare gli effetti della pandemia» conclude Bernasconi.
Indagini in stand-by
Mentre a livello didattico il discorso è chiuso, sul Fogazzaro è ancora aperta un’inchiesta penale per truffa. La Magistratura ticinese è da tempo in attesa di alcuni documenti chiesti alle autorità italiane tramite rogatoria. Senza di essi è difficile andare avanti.