Per l’albergo Dellavalle si chiude un ciclo storico

La famiglia Zimmermann ed il suo team non vedono l’ora di darvi il benvenuto all’Hotel Dellavalle. Sulla pagina Internet dello storico albergo di Brione sopra Minusio, campeggia ancora questa frase. Ma, in realtà, la famiglia Zimmermann non dà più il benvenuto agli ospiti. «Ho deciso di chiudere per godermi finalmente la pensione» conferma al CdT Urs Zimmermann, proprietario dell’Hotel che ha diretto negli ultimi 19 anni. Zimmermann non ha solo deciso di chiudere il suo albergo: lo ha anche venduto. A chi preferisce non rivelarlo. E nemmeno si sbilancia su quello che potrebbe essere il futuro dell’Hotel. Lascia però intendere che probabilmente chi ha sottoscritto il contratto di compravendita non parrebbe intenzionato a proseguire con l’attività alberghiera. Attività che Zimmermann, come detto, ha svolto all’Hotel Dellavalle per ben 19 anni. Originario di Brunnen, in precedenza aveva lavorato nel Locarnese in qualità di direttore della Palma au Lac e del Grand Hôtel. «Qui mi sento a casa» prosegue l’ormai ex albergatore che intende godersi la pensione a Brione sopra Minusio, dove siede anche in Municipio.
Un 2021 da primato
Il bilancio che traccia dei 19 anni durante i quali ha diretto l’Hotel Dellavalle è positivo. Certo, ricorda, ci sono stati anni difficili. «Quando la Banca nazionale decise di abolire la soglia minima di 1,20 franchi per 1 euro avvertimmo il contraccolpo con una marcata diminuzione degli ospiti provenienti dai Paesi europei» racconta il nostro interlocutore. Poi tutto si aggiustò e negli ultimi anni l’affluenza – con, in media, un 80% di ospiti provenienti dalla Svizzera tedesca, un 10% dalla Romandia ed il resto da Germania e Francia – è stata sempre ottima. «Chiudiamo in bellezza considerato che il 2021 è stato il migliore di tutti i 19 anni trascorsi qui al Dellavalle» chiosa Urs Zimmermann.
Tendenza difficile da invertire
«Quella degli alberghi a conduzione familiare che cessano l’attività è una tendenza non solo ticinese, ma che si avverte a livello nazionale. Una tendenza che è difficile invertire, considerato che il lavoro di albergatore richiede un impegno costante sette giorni su sette e quindi anche grandi sacrifici. Se non c’è un interesse da parte dei figli quando il capofamiglia decide di cessare l’attività è difficile trovare qualcuno che subentri nella conduzione della struttura», commenta Massimo Perucchi. Il presidente di HotellerieSuisse Ascona. Locarno e Bellinzonese ripone comunque qualche speranza nel futuro. «Il grande interesse per questa professione è testimoniato dall’elevato numero di studenti della Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona. La speranza è che gli studenti ticinesi “emigrati” oltre San Gottardo o all’estero al termine della loro formazione possano ritornare un giorno in Ticino per assumere perlomeno la gestione degli hotel il cui titolare decide di cessare l’attività».
Tanto dipende anche dalle condizioni in cui si presentano queste strutture, che in molti casi necessitano di ristrutturazioni con investimenti importanti. Il Cantone, tramite la Legge sul turismo, concede dei sussidi, ma lo sforzo finanziario richiesto non è indifferente. L’ottimismo di Perucchi si fonda anche sulla grande voglia di ripartire che si respira in questo periodo contraddistinto dalla pandemia. Voglia di ripartire che potrebbe favorire cambi di gerenza in quelle strutture a conduzione familiare nelle quali il titolare intende cessare l’attività.
La riconversione dell’Alabardia
Tornando alla situazione nel Locarnese, il presidente dell’associazione di categoria rammenta l’Hotel Elvetico di Solduno che dopo la cessazione dell’attività da parte del titolare non ha più riaperto quale struttura ricettiva. Questa ed altre perdite di posti letto alberghieri potrà però presto essere compensata con la riapertura dell’ex clinica Alabardia di Piazzogna, nel Gambarogno, riconvertita in complesso alberghiero che proporrà una cinquantina di camere. Il cantiere dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, lasciando ai proprietari della struttura il compito di arredare e sistemare a dovere il nuovo albergo per accogliere i primi clienti sulla sponda sinistra del Verbano dalla prossima primavera.